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Allelopatia

Allelopatia

Allelopatia :da sempre la maggior parte di chi allestisce o crea un ambiente acquatico cerca di renderlo molto attraente e d’impatto infatti grazie ai colori nonché all’eleganza è entrato a far parte dell’arredamento dei nostri ambienti e non si realizza tenendo conto delle esigenze di flora e fauna quindi tante piccole indicazioni restano sempre e solo teoria poco applicata. Utilizzare piante di uno stesso biotopo o di stesse condizione chimico fisiche e magari far abitare l’ambiente a fauna proveniente dallo stesso biotopo diventa quasi una rarità.

Allelopatia

Ad ogni modo in questo articolo per quanto riguarda la flora volevo affrontare l’argomento allelopatia della quale,se ne sente timidamente accennare ma con poche certezze,è un argomento importantissimo poco trattato e con poca chiarezza visto che le testimonianze di allelopatia il più delle volte non vengono neanche notate e quindi non diffuse e discusse.

Con la parola allelopatia si racchiude una incompatibilità di alcune specie di piante ad essere coltivate nello stesso spazio per via di alcune sostanze chimiche chiamate allelochimici generati dalle piante a livello radicale o fogliare che vanno ad inibire la crescita degli altri organismi.Una vera e propria competizione tra specie.

Allelopatia

Questa inibizione può avvenire non solo a livello radicale ma anche in acqua,molte volte non viene evidenziato perché nelle vasche spinte con molta vegetazione si effettuano cambi ravvicinati e continui e quindi queste sostanze chimiche vengono inevitabilmente rimosse anche in parte.A livello radicale il fenomeno diventa più serio perché si assiste ad un continuo deperimento di una delle due specie con una scarsa crescita della stessa arrivando fino a marcire lasciando il posto alla sua rivale.

La produzione di sostanze allelochimiche da parte dalle piante avviene a scopo difensivo infatti con queste tossine cercano di autoimmunizzarsi da malattie e dall’attacco di specie animali e sopratutto per definire lo spazio vitale dove continuare la propria esistenza.

In vasca si può fare poco per limitare la produzione di queste sostanze ma si può fare qualcosa per limitarne la presenza,per la parte liquida basta effettuare cambi regolari a piccoli intervalli filtrando durante i cambi con carboni attivi che ne assorbono la presenza,per le radici basti lasciare dello spazio tra una pianta e l’altra oppure attenersi alle liste di allelopatie dimostrate e certe.

L’allelopatia dimostrata è indicata di seguito in un elenco mentre le alghe la sviluppano verso ogni altro componente vegetale proprio per garantirsi il sostentamento e il continuo proliferare.

Allelopatia

 

Allelopatia radicale

Cryptocoryne > Alternanthera
Cryptocoryne > Ludwigia Mini Red
Echinodorus > Vallisneria

Echinodorus > Cryptocoryne
Vallisneria > Cryptocoryne
Vallisneria > Alternanthera
Vallisneria > Bacopa
Vallisneria > Hygrophila

 

Allelopatia acquatica

Cabomba – Lemna minor
Ceratophyllum – Egeria densa
Ceratophyllum – Heteranthera
Ceratophyllum – Lemna minor
Egeria densa – Mayaca fluviatilis
Eichhornia crassipes – Ceratophyllum
Eichhornia crassipes – Lemna minor
Eleocharis acicularis – Hydrilla verticillata
Eleocharis parvula – Lemna minor
Heteranthera – Egeria densa
Hydrilla verticillata – Ceratophyllum
Juncus repens – Lemna minor
Limnophila – Egeria densa
Lilaeopsis – Cabomba
Myriophyllum – Lemna minor
Najas guadalupensis – Lemna minor
Sagittaria subulata – Potamogeton

Questo elenco è stato reperito in internet ed è stato stilato grazie alle testimonianze ed esperienze di utenti

Essendo poco trattato ho voluto affrontare questo argomento per far notare come questi processi metabolici non visibili ad occhio nudo possono essere determinanti nella vita vegetale nelle nostre vasche,in natura è molto diverso che in cattività perché in quel caso potrebbe essere utile il fenomeno allelopatia per cercare di continuare a svilupparsi e sostenere la propria convivenza limitando cosi’ l’infestazione da parte di altre specie essendo sottomessi ,invece in cattività diventa molto più difficile perché le specie vengono indotte dall’uomo e la rimozione delle tossine non avviene naturalmente ma con intervento mirato a tale scopo.

Spero che questa guida sia stata utile per approfondire molto semplicemente l’argomento inoltre esorto chiunque voglia approfondire con immagini o altre notizie o correggere delle inesattezze in merito a contattarmi personalmente e provvederò al più presto a modificare l’articolo.

 

è vietata la riproduzione del testo e delle foto dell’articolo anche in modo parziale senza l’autorizzazione del compilatore e dei proprietari di acquariofili.com

 

Guida redatta da Ferrara Marco
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Questa guida vuole facilmente spiegare come realizzare un box controller con STC1000 che rilevi la temperatura del nostro acquario e quindi azionare il termoriscaldatore per riscaldare o delle ventole per raffreddare,inoltre il funzionamento o l’attivazione indipendente tramite degli interruttori illuminati.

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Passiamo adesso all’assemblaggio dell’ STC100 per adeguarlo alle nostre esigenze

Carassi

Carassi

Carassi o pesci rosso è sicuramente il pesce con il quale tutti da bambini abbiamo avuto a che fare, magari grazie ad una onerosa vincita al luna park.
La tradizione inquadra tale pesce in una semplice boccia di vetro per tutta la durata della sua breve esistenza. Niente di più sbagliato ed innaturale. Come ogni essere vivente, il pesce rosso, ha delle necessità biologiche e fisiologiche che non corrispondono al concetto sopra descritto; ed al contrario di quanto si pensi, il pesce rosso può, in condizioni ideali, vivere felice per molti anni

Carassi

 

Per allevare I Carassi Non è obbligatorio avere l’acquario, è sufficiente una vasca rettangolare (che permette la giusta ossigenazione dell’acqua), dotata di coperchio (oppure potete usare voi una lastra per coprirlo di notte). Una regola fondamentale da tenere sempre in considerazione è che ogni pesciolino necessita di 50 litri d’acqua ed oltre(dipende dalle dimensioni del corpo e delle pinne) e che più stanno “comodi” nella vasca e minori problemi di convivenza tra gli esemplari ci saranno; ovviamente dovete conoscere la capacità netta del contenitore.

 

Classificazione:

  • Sottotipo: Vertebrati
  • Classe: Teleostei – pesci ossei
  • Sottoclasse: Attinopterigii
  • Ordine: Cipriniformi
  • Famiglia: Ciprinidi
  • Genere: Carassius

 

Specie: Carassius auratus. Il pesce rosso è comunemente chiamato Carassio dorato (Carassius Auratus). I suoi più stretti parenti sono il carassio comune e la carpa.
In natura è un pesce da bacino che vive allo stato libero in Asia (è originario della Cina), Europa e America settentrionale, predilige le acque ferme o con scarsa corrente. Per quanto riguarda le dimensioni corporee, la lunghezza massima è di 22-25 cm. Si tratta di una specie piuttosto longeva: in acquario, infatti, può tranquillamente vivere fino a una quindicina d’ anni e oltre.
Il dimorfismo sessuale non è evidente; l’unica differenza esterna tra i sessi è il profilo dell’addome, che nella femmina è più convesso mentre nel maschio è lievemente concavo. Tale caratteristica, tuttavia, risulta più evidente nel periodo della riproduzione.
Le livree dei pesci rossi sono così numerose e variopinte da formare un vero e proprio arcobaleno di colori.

carassi

Varietà:
Sebbene si tratti di un’unica specie, la moltitudine di combinazioni possibili nell’espressione dei geni porta a varietà morfologicamente molto diverse tra loro.
Ogni varietà possiede caratteristiche e proprietà particolari che possono distanziarsi da quelle generali (es. resistenza al freddo); è pertanto opportuno tenerne conto in fase di allestimento e negli abbinamenti con altri pesci.
Di seguito sono elencate le varietà principali nella denominazione italiana, esiste un considerevole numero di varietà che non hanno mercato in Italia, ma sono reperibili soltanto all’estero.
Un appunto da fare riguarda la dubbia moralità con la quale molti allevatori (Giapponesi in particolare) selezionano nuove varietà con caratteristiche eccessivamente estreme (es. varietà occhi a bolla) e del tutto innaturali.

VARIETA’ COMETA   ha le pinne molto più lunghe del normale e il corpo un po’ allungato. La varietà TROMBETTA presenta il corpo a forma di uovo e possiede delle pinne piuttosto lunghe.

CODA A VELO  è particolarmente apprezzato per le sue splendide pinne.

TESTA DI LEONE  presenta delle escrescenze sulla testa che formano quasi una criniera. Contrariamente alle altre varietà richiede maggiori cure a attenzioni. Non possiede la pinna dorsale al contrario invece della varietà ORANDA.

OCCHI DI DRAGO  è caratterizzata da uno spropositato sviluppo degli occhi che sporgono dalla testa, generalmente sono neri con la pancia bianca. Purtroppo sono quasi completamente ciechi quindi necessitano di acquari spaziosi senza troppi ostacoli o sporgenze. Se possiedono pinne lunghe sono esemplari appartenenti alla varietà dei BLACK MOOR. Il CELESTIAL O PIAGNONE ha gli occhi sporgenti.

 

Indicazioni generali:
I Carassi o pesci rosso non hanno grandi esigenze. L’acqua deve essere neutra o leggermente basica (pH compreso tra 7 e 7,5) ad una temperatura compresa tra i 18 e i 23 gradi e di media durezza ( dGH compreso tra 8 e 18). In commercio ci sono svariati test per verificare questi valori; è bene tenerli sempre controllati per poter intervenire prontamente in caso di valori sballati.Grazie all’alta resistenza del pesce rosso si può quindi utilizzare l’acqua di rubinetto. Possiamo quindi eseguire i test sull’acqua del nostro rubinetto e, successivamente, tagliare l’acqua di rubinetto con acqua di osmosi (vedi articolo “cambi d’acqua parziali” presente nella sezione Acquariologia di Altrotempo.Net)
Per neutralizzare il cloro ed eventualmente i metalli disciolti nell’acqua di rubinetto è bene comprare una bottiglietta di biocondizionatore.
E’ necessario però tenere conto che a seconda della varietà, le necessità possono variare leggermente in funzione delle caratteristiche proprie della varietà. E’ bene quindi documentarsi bene sulla varietà che si sceglie acquistare.

 

Acquisto:
E’ doveroso precisare che è bene acquistare i Carassi o i pesci in genere solo dopo aver allestito da tempo l’acquario ed essere sicuri della stabilità dell’ambiente ricreato; solamente dopo potremo andare ad acquistare il nostro pesciolino. E’ sbagliato invece invertire le sue cose. Ricreare l’ habitat naturale per il pesce rosso è relativamente semplice, ma il concetto appena enunciato è una regola generale valida per qualsiasi allestimento. Come scegliere gli esemplari più sani? Devono essere di dimensioni normali, né troppo piccoli né troppo grandi, devono nuotare seguendo percorsi regolari dritti e lineari e non devono restare per troppo tempo né sul fondo né appena sotto il pelo dell’acqua. Il pesce deve essere bello attivo e non deve presentare lesioni anche se piccole.

 

Inserimento nell’acquario
Il sacchetto in cui verranno posti i Carassi per il viaggio verso casa deve essere ovviamente di plastica resistente, riempito per metà d’acqua e l’altra metà gonfio di aria; quindi diffidate dai negozianti che non vi gonfiano bene il sacchetto e non ve lo chiudono con l’elastico. Il sacchetto deve venire inserito in un altro sacchetto opaco per evitare ulteriori stress al pesce. Una volta a casa è consigliabile immergere il sacchetto contenente i pesci (solo quello trasparente per intenderci) nell’acqua dell’acquario e lasciarlo così per almeno una mezz’ora per lasciare il tempo ai pesci di acclimatarsi. Poi possiamo iniziare a far entrare un po’ dell’acqua dell’acquario nel sacchetto e lasciarli stare per ancora una quindicina di minuti. Al termine potremo finalmente immergere i pesci nella loro nuova casa avendo però l’accortezza di non inserire l’acqua del sacchetto.ti sempre verso l’alto. Anche lui possiede pinne piuttosto lunghe.

Carassi

Nutrizione
In commercio ci sono mangimi per pesci molto equilibrati e di ottima qualità, ovviamente dovremo scegliere quello più adatto al nostro amico; è meglio somministrare piccole dosi di cibo (in modo che venga interamente consumato in 2-3 minuti) magari 2 volte al giorno (mai oltre le ore 16, è preferibile al mattino e primo pomeriggio perché poi i pesci tendono a sonnecchiare) per non intasare il filtro e per non sporcare l’acqua. E’ consigliabile dargli da mangiare sempre alla stessa ora perché hanno un orologio biologico precisissimo e sono anche in grado di riconoscere la persona che gli dà abitualmente da mangiare.In ogni caso il pesce rosso è onnivoro e quindi gradisce sia le alghe e le piante ma anche larve di insetti e molluschi.Non bisogna assolutamente dare ai pesci: pane, biscotti, dolci e formaggio. Molti esperti consigliano di far digiunare i pesci un giorno a settimana. E’ sempre meglio dare poco da mangiare che eccedere!!!
Abbinamenti altri pesci / specie :Il Carassio dorato è un animale tranquillo, pacifico ma che non ama vivere in compagnia di esemplari di altre specie (nessun problema invece se sono come lui).Se proprio vogliamo dargli un compagno di gioco che non sia della sua stessa specie cioè Carassi allora conviene prendere esemplari o piccoli e in piccoli branchi, oppure altri pesci abbastanza robusti ma della sua stessa taglia e scongiurare lotte per la supremazia.
Il pesce rosso è un animale che ama la compagnia dei suoi simili, quindi è meglio acquistarne almeno 2 esemplari.
Piante: I Carassi o pesci rossi hanno l’abitudine di mangiare la vegetazione, quindi molti preferiscono utilizzare per il proprio acquario le piante artificiali.
D’altraparte però le piante acquatiche sono molto utili perché trasformano l’anidride carbonica in ossigeno, assorbono i sali minerali in eccesso, smaltiscono i rifiuti (resti di cibo, escrementi) e forniscono nascondigli e aree riparate.E’ comunque consigliabile scegliere piante mature e con foglie abbastanza coriacee onde evitare che i vostri pesci facciano piazza pulita di tutto quanto.E’ possibile, in fase di allestimento, ancorare una pianta (meglio se a cespuglio) al tronco di legno utilizzando del filo di cotone o meglio ancora del filo di nylon, in questo modo avremo donato un riparo sicuro ai nostri amici.

 

Malattie:
Anche se potrà sembrare strano uno dei principali fattori che possono portare all’insorgere di una malattia,non solo nei Carassi ma nei pesci in genere è lo stress. Le situazioni stressanti infatti indeboliscono il pesce e quindi si ammalerà più facilmente.
FATTORI CHE PROVOCANO STRESS:

  • Fattori collegati alla qualità dell’acqua: durezza, inquinamento, ossigenazione, pH, temperatura.
  • fattori alimentari: eccessi alimentari, regime dietetico troppo poco vario, dieta qualitativamente poco adeguata.
  • fattori comportamentali: competitività territoriale, incompatibilità di specie, sovrappopolazione.
  • fattori ambientali: habitat nuovo o inadatto, trasferimenti.
  • fattori gestionali: filtraggio insufficiente, illuminazione inadeguata, vegetazione scarsa.

 

Malattie Alimentari:
Provocate appunto da un’alimentazione non corretta.

STEATOSI EPATICA: si verifica quando la dieta è troppo ricca di carboidrati e grassi
ENTERITI E OCCLUSIONI INTESTINALI : provocate da carenze alimentari.

 

Malattie Infettive:
infezioni batteriche: corrosione delle pinne, malattia colonnare, tubercolosi.
infezioni micotiche: branchiomicosi, ictiofoniasi, saprolegnosi.
infezioni virali: ascite infettiva, linfocistosi.
Corrosione delle pinne: è una malattia molto comune, si riconosce per la progressiva marcescenza delle pinne; il loro disgregamento può essere anche completo e la pelle si presenta con un aspetto quasi emorragico. Tuttavia in caso di guarigione le pinne possono ricrescere.
Malattia colonnare: i principali sintomi sono: lesioni simili a lanugine (biancastra) su bocca, branchie, squame e pinne; lesione dei tessuti, aumento del muco cutaneo.
La forma acuta può portare alla morte in pochi giorni.
Tubercolosi: i sintomi clinici sono: dimagrimento, nuoto a scatti, livrea sbiadita, letargia, mancanza di appetito, ulcere cutanee e deviazioni della colonna vertebrale.
Branchiomicosi: è un’infezione che colpisce le branchie e porta alla disgregazione di queste ultime e ad una difficoltà respiratoria e infine alla morte per soffocamento.
Ictiofoniasi: non presenta sintomi visibili perché si manifesta con la formazione di cisti a carico degli organi interni (cervello, cuore, fegato, milza e reni). Gli esemplari infetti nuotano con un’andatura dondolante.
Saprolegnosi: si presenta con l’insorgenza di filamenti bianchi in numero via via maggiore, il cui conglomerarsi porta alla formazione di lesioni simili a placche cotonose. Se curato in tempo l’esemplare infetto può guarire completamente.
Ascite infettiva – idropisia: comporta un improvviso gonfiore dell’addome e più raramente una sporgenza oculare e lesioni cutanee. Purtroppo porta al decesso del pesce se non viene diagnosticata e curata in tempo.
Linfocistosi: le prime lesioni compaiono sulle pinne per poi diffondersi per tutto il corpo. E’ letale per l’esemplare.

 

Malattie Parassitarie:
Malattie causate da protozoi: chilodoniasi, costiasi, ichthyophtiriasi, oodiniasi, tricodiniasi.
Malattie causate da crostacei: argulosi.
Malattie causate da anellidi: parassitosi da sanguisughe.
Malattie causate da trematodi: dactylogiriasi e gyrodactiliasi.
Chilodoniasi: sulle branchie e sulla pelle compaiono macchie tondeggianti biancastre; comporta difficoltà respiratorie e prurito. E’ un’ infezione molto contagiosa.
Costiasi: provoca emorragie e lacerazioni della cute.
Ichthyophtiriasi: la cute si riempie di puntini bianchi che poi si espandono; provoca forte prurito e il distaccamento della pelle.
Oodiniasi: è nota come la “malattia del velluto” in cui il corpo del pesce è ricoperto da una patina lucente; comporta forte prurito e agitazione.
Tricodiniasi: provoca piccole lesioni e prurito.
Argulosi: comporta irritazione.
Parassitosi da sanguisughe: piccoli parassiti visibili ad occhio nudo provocano lesioni cutanee.
dactylogiriasi e gyrodactiliasi: comportano gli stessi sintomi: lesioni cutanee pruriginose, ferite, nuoto a scatti ed eventualmente difficoltà respiratorie.

 

Malattie Tumorali:
Lo sviluppo di un tumore nei Carassi o pesci rosso può dipendere dall’azione di sostanze cancerogene, da infezioni virali, da alterazioni ormonali.
I tumori possono colpire qualunque organo o apparato, possono essere benigni o maligni.
E’ molto importante riuscire ad accorgersi il prima possibile dell’insorgere di sintomi anomali nei nostri Carassi per poter intervenire tempestivamente e riuscire così a salvare il nostro amico.A questo scopo è quindi molto importante il monitoraggio dei valori dell’acqua (pH, GH, concentrazione dei composti azotati – ammoniaca, nitriti, nitrati -, dei metalli pesanti – piombo, rame, zinco – e dei disinfettanti che generalmente si ritrovano nell’acqua di rubinetto – cloro -) e della temperatura.
Nel caso in cui i nostri Carassi non stiano visibilmente bene è necessario risalire alla malattia partendo dai sintomi visibili (se ce ne sono) aiutandovi, ad esempio, con le piccole miniguide come questa presenti sui siti web che trattano di acquariofilia. In alternativa un veterinario specializzato o un ittiopatologo possono aiutarvi.. Una volta ben documentati sulla malattia è possibile impostare una cura che dipende molto dal tipo di malattia. Per le malattie infettive potrà, ad esempio, essere necessaria la quarantena.
La cura, quando possibile, viene poi effettuata con prodotti per l’acquariofilia seguendo scrupolosamente le indicazioni e i dosaggi e sempre in vasche di quarantena mai in acquario per non comprometterne l’equilibrio biologico.

 

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili e del legittimo proprietario che ne ha redatto l’articolo.

 

Guida redatta da Marcella Monaco
si ringrazia Sara Traina per aver concesso l’utilizzo delle foto
©www.acquariofili.com
 

 

Trigonostigma heteromorpha maschio

Trigonostigma heteromorpha

Nome scientifico: Trigonostigma heteromorpha

Nome comune: Rasbora o Pesce Arlecchino

Famiglia: Cyprinidae

Luogo di provenienza: Asia Sudorientale (Malaysia, Singapore, Sumatra, Thailandia)

Valori ottimali di allevamento: Acqua tenera , – PH 6,2 / 7,0 – KH 3/6 – GH 5 / 10 °dGH – Temperatura 24 / 26 °C

Dimensioni: fino a 5 cm.

 

Trigonostigma heteromorpha

 

Allevamento e caratteristiche:  specie ovipara, pacifico e di gruppo apprezzato appunto per il suo carattere sempre calmo e tranquillo.

Va introdotto sempre in gruppetti di almeno 5 / 6 esemplari, ma per goderseli veramente in tutto il loro splendore occorre superare i 10 esemplari.

E’ bellissimo vederli nuotare in gruppo in quanto tendono a spostarsi sempre tutti assieme senza sparpagliarsi quasi mai, predilige la zona centrale della vasca per il nuoto ideale per acquari di comunità con pesci di pari taglia o anche più grandi, purchè non aggressivi.

la livrea presenta una colorazione che può andare dal rossastro all’arancione/rosato con la presenza di una banda nera di forma più o meno triangolare, che si estende nella parte posteriore del corpo.

La femmina si puo’ distinguere dal triangolino che ha sul laterale è molto meno estesa e piu’ rotondeggiante di quella del maschio,confronta le foto sotto:

Trigonostigma heteromorpha femmina      Trigonostigma heteromorpha maschio

Le pinne presentano una colorazione più intensa.

Le femmine generalmente hanno il corpo leggermente più grande e tondeggiante rispetto ai maschi, si ha inoltre qualche differenza nella forma e dimensione della macchia nera.

Si differenzia dalla Trigonostigma espei perché quest’ultima presenta una differente forma della macchia scura e un colore del corpo più brillante, mentre la Trigonostigma hengeli è di dimensioni leggermente più piccole e presenta una livrea grigio/incolore con zone colorate.

Caratteristiche acquario: Essendo una specie da banco bisognerebbe partire con 8-10 esemplari inseriti in una vasca con dimensioni minime 80×30 cm, anche se per gruppi più numerosi è preferibile utilizzare vasche più grandi.

È da prediligere un fondo avente colori naturali, preferibilmente scuri (nero/marrone) con arredi composti da piante, legni e rocce inerti utilizzati anche per formare zone ombreggiate e grotte.

Dato che questa specie predilige acque ambrate e illuminazione non eccessiva sono da preferire piante poco esigenti in termini di illuminazione.

per esempio piante epifite come Microsorium, Anubias e Muschi (come ad esempio del genere Taxiphillum, Spiky Moss, Christmas Moss e altri); Cryptocorine; Vallisneria; Echinodorus (anche non strettamente legate al biotopo di origine); piante galleggianti (Salvinia Natans, Phillantus, Limnobium).

Per ambrare l’acqua è possibile utilizzare foglie di catappa o quercia, lasciati in vasca sul fondo (dove permettono anche lo sviluppo di microfilm batterico) oppure tramite decotti. È comunque possibile optare per un allestimento avente acque chiare, ma è necessario fornire zone ombreggiate.

Riproduzione: quando si noterà la coppia di Trigonostigma heteromorpha esibirsi nei primi giochi amorosi e staccarsi dal gruppo, va inserita nell’ acquario da riproduzione, va tentata in apposito acquario riproduttivo, anche di piccole dimensioni purchè provvisto di almeno una pianta a foglie larghe (consigliate Anubias e soprattutto Cryptocoryne).
E’ bene regolare al minimo il filtro e mettere del materiale a maglia fittissima (ad esempio “tulle”o “organza”) a protezione delle bocchette di aspirazione, ciò eviterà che le larve vengano in parte aspirate dal filtro la femmina depone le uova appiccicandole sulla “pagina” inferiore di foglie larghe (Anubias e Cryptocoryne tra le preferite) dopo un entusiasmante rituale d’amore(come dimostrato nella foto sotto).

Trigonostigma heteromorpha deposizione

Purtroppo in acquari di comunità è praticamente impossibile che le uova di Trigonostigma heteromorpha arrivino alla schiusa in quanto vengono divorate dai pesci presenti, genitori compresi. Per questo motivo, successivamente alla deposizione, i riproduttori vanno subito levati la schiusa avviene dopo 24 / 36 ore.
Per i primi 5 giorni gli avannotti si ciberanno del sacco vitellino dopo 5 giorni, terminato il sacco vitellino, gli avannotti vanno nutriti con naupli di Artemia Salina appena schiusi.
Dopo un paio di settimane si può iniziare a somministrare progressivamente anche mangime in scaglie finemente polverizzato.

Alimentazione: essendo un onnivoro, accetta qualunque mangime commerciale sia in scaglie sia in granuli è importante offrirgli una alimentazione completa e varia, comprendente anche liofilizzato e saltuariamente
alimento vivo (ad es. Larve di Zanzara).

Note: Attualmente sono disponibili in commercio delle varianti aventi livrea blu/viola, noti con il nome Purple Harlequin Rasbora/Black Purple Harlequin Rasbora. Essi sono il risultato di una mutazione naturale successivamente fissata tramite selezione in allevamento.

Adattabilità in acquario 90%
Difficoltà di allevamento 10%
Riproduzione in acquario 50%
Eriocaulon cinereum

Eriocaulon cinereum

L’eriocaulon sp.Cinereum fa parte del genere Eriocaulon e quindi della famiglia delle Eriocaulaceae a cui appartengono circa 1200 specie.

E’ una pianta annuale con struttura a rosetta che troviamo, in natura, in ambienti stagnanti e anche se molto difficile da individuare è presente anche in Italia.

E’ possibile coltivare questa rarità anche in acquario con le giuste attenzioni.

Ha infatti bisogno di :

  • substrato acido
  • illuminazione medio – alta ( almeno 0,7 w/l secondo la mia esperienza )
  • erogazione costante di Co2 ( concentrazione più indicata 25/30 ppm )
  • fertilizzazione giornaliera e completa

 

La mia esperienza


Circa un anno fa ho deciso di acquistare qualche esemplare di questa specie interessante per sperimentare la sua coltivazione su un substrato diverso dalle consigliate terre allofane(ADA amazonia 1, akadama, ecc ).

L’importante infatti è che il substrato sia abbastanza acido quindi ho pensato di utilizzare il Nano Deponit Mix della Dennerle, nota azienda tedesca, che a differenza del Deponit mix contiene anche torbe naturali. Questo substrato inoltre non da problemi di instabilità come l’amazonia ed è molto valido anche per specie di difficile coltivazione come gli eriocaulon.

Ho poi messo sopra uno strato di ghiaietto di quarzo della stessa ditta.

Per la fertilizzazione mi sono affidato sempre alla Dennerle acquistando i prodotti della linea base (v30 + e15) e l’a1 daily per fertilizzare giornalmente integrando minerali, oligoelementi e vitamine.

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– In foto potete osservare i miei 2 giovani  esemplari dopo circa un mese di coltivazione –

 

 

 

 

Si nota subito la colorazione biancastra del centro della pianta, segno che ci fa capire che stiamo erogando la giusta quantità di co2.

La pianta cresce molto lentamente come nel caso di altri eriocaulon e per vedere esemplari adulti occorrono mesi.

Ho coltivato questa specie con i seguenti valori:

  • conducibilità 250-300 μS/cm;
  • kh 3-4;
  • gh 6-8;
  • ph 6-7;
  • temperatura 23-26 °C.

Se si dispone di vasche con colonne d’acqua di 25-30 cm (come nel mio caso) non è difficile osservare la fioritura.

Eriocaulon cinereum

– In foto la fioritura di un
esemplare adulto di circa 5 mesi –

Eriocaulon cinereum

– Particolare delle infiorescenze –

Come ho detto al Eriocaulon cinereum è una pianta annuale che quindi dedica l’ultimo periodo della sua vita alla riproduzione per poi morire.

 

 La riproduzione

Esistono più modi per stimolare la pianta a riprodursi.

Un primo metodo è quello di estrarre la pianta dal substrato

Eriocaulon cinereum

– Come si può notare dalla foto l’eriocaulon
ha un importante apparato radicale –

Una volta estratta la pianta viene divisa in più parti con un bisturi / taglierino, con un taglio netto e deciso.

 

Eriocaulon cinereum

Eriocaulon cinereum

– Particolare del cuore ( heart )
dell’eriocaulon –

Quest’ultimi vengono successivamente inseriti nel substrato coprendone bene il cuore in quanto viene spesso divorato da gasteropodi.

 

Eriocaulon cinereum

Dopo circa 30-40 giorni è possibile vedere i figli.

Questo metodo rimane comunque molto pericoloso, quindi se non si vuole rischiare di perdere la specie si può usare un altro metodo per riprodurre il cinereum, ovvero stimolando l’accestimento della pianta..Un primo passo potrebbe essere quello di provocare sbalzi di temperatura con dei cambi d’acqua consistenti.

Spesso dopo questa operazione infatti si nota la formazione di nuovi individui che quando saranno pronti si potranno semplicemente tirar via dalla madre.

Un secondo modo può essere quello di portare la temperatura in vasca tra i 23 e i 25 gradi, in quanto ho notato in tali condizioni è facile osservare la moltiplicazione spontanea del Cinereum e di altre specie del genere Eriocaulon.

 

 

Conclusioni:

Spero che la mia esperienza sia di aiuto per tutti coloro che intendono iniziare a coltivare questa rarità. L’eriocaulon sp. Cinereum è un’interessante pianta da primo piano che regala non poche soddisfazioni!!

 

 

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Guida impaginata da Marco Ferrara

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