Faunus Ater Devil Thorn Snail

Nome scientifico: Faunus Ater Devil Thorn Snail

Nome Comune: Spina del diavolo

Famiglia: Pachychilidae

Genere: Faunus

Specie: Faunus Ater

Valori di allevamento:  Ph 7,5 – 8,5 , Temp 22 – 24°C , acqua dura 15 – 15 dgh

Caratteristiche E’ una simpatica lumaca di provenienza asiatica ed esattamente dalla Malesia,questa lumaca si presenta con un grande guscio allungato a spirale lucido che va dal color grigio al nero intenso e puo’ arrivare fino ad una lunghezza di 10-12cm.

Se ner possono trovare anche di varietà cromatiche diverse ma sempre tendenti al nero cioè brunastre verso il rossastro.

Adatta ad un ambiente di comunità in quanto molto pacifica bisogna prediligere vasche chiuse.

Grazie alla sua forma a spirale allungata prende il nome volgare di spina del diavolo con il quale è riconosciuta .

E’ una lumaca che riesce ad adattarsi anche ad ambienti con una certa salinità visto che in natura la troviamo nei bassi estuari dove la salinità raggiunge medie concentrazioni,

hanno un comportamento gregario infatti le troviamo sempre in gruppetti.

Riproduzione E’ molto difficile in cattivita’ infatti come le neritine depongono le uova ma difficilmente si potra’ assistere alla loro schiusa.

Alimentazione Si nutre principalmente di alghe ma non disdegna gli avanzi di cibo che trova in giro per la vasca

faunus ater devil thorn snail2

Si ringrazia Marco Aurioso per la concessione e l’utilizzo delle foto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Adattabilità in acquario
Difficoltà di allevamento
Riproduzione in acquario

Prolasso intestinale

L’osservazione dei nostri amici pinnuti occupa un ruolo importante perche’ solo osservando i loro comportamenti anomali e eventuali segni evidenti si possono scorgere problemi o malattie che potrebbero compromettere la loro salute,rendendo possibile un intervenire più o meno rapido per cercare di farli guarire il prima possibile,infatti quando si interviene ai primi sintomi la percentuale di guarigione è nettamente superiore.

Una patologia che colpisce i nostri amici pinnuti e in particolar modo i poecilidi è il prolasso intestinale , infatti come si puo’ scorgere nella foto si ha una fuoriuscita della parte terminale dell’intestino.

prolassoColpisce in particolar modo le femmine e la causa non è sempre possibile determinarla infatti se si scorgono dei filamenti fuoriuscire potrebbe essere dovuto a vermi intestinali del genere Camallanus e il pesce risulterebbe notevolmente debilitato con chiari sintomi di inappetenza.

Il più delle volte è dovuto al troppo cibo o a occlusione intestinale infatti in questi casi è consigliata un primo digiuno seguito da una dieta a base di verdure (piselli,verdure in genere leggermente sbollentate)arricchite con succo di aglio.

La causa potrebbe anche essere ricercata in fattori genetici ma non si ha ne’ la certezza ne’ la consapevolezza di quali sono le cause scatenanti.

Ovviamente ci sono notevoli casi in cui il prolasso viene riassorbito da solo è questo sicuramente denota il fatto che sia stato dovuto ad un eccesso di cibo con interessamento notevole dell’intestino,il piu’ delle volte questo accade quando la fuoriuscita è retta senza noduli o parti aggrovigliate perche’ ne rendono difficile il riassorbimento.Resta inteso che l’accoppiamento è impossibile in quanto non ci sarebbero le condizioni e una gravidanza porterebbe a gravi complicazioni.

Il più delle volte questi esemplari vivono abbastanza serenamente pero’ è seriamente consigliato di isolarli in quanto gli altri inquilini andrebbero a mordicchiare la parte esterna favorendo lo stress e ulteriori ferite che ne comprometterebbero la vita stessa del pesce.Ovviamente questo tipo di fenomno puo’ portare alla morte nel caso  che il pesce non riesce ad espellere le feci.

Purtroppo non esistono rimedi per curare questo fenomeno,il mio consiglio è solo quello di cercare di non stressare ulteriormente il pesce e quindi isolarlo,curare l’alimentazione e mantenere la vasca sempre molto pulita evitando infezioni che favorirebbero l’insorgere di batteriosi.

Un ringraziamento particolare ad Alberto D’Angelo per aver dato il consenso ad utilizzare la sua foto.

PS:E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili o del proprietario

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Cuphea anagalloidea

Cuphea anagalloidea

Nome scientifico: Cuphea anagalloidea

Famiglia: Lythraceae

Luogo di provenienza: Sud America

Dimensioni:10-20 cm

Acqua: durezza da tenera a media

Temperatura: 20-27 ° C

Difficoltà: Alta

Luce: alta

Crescita: Media

Ph: 5 – 7

Posizione: Posteriore o laterale

Caratteristiche: La Cuphea anagalloidea è una pianta particolare che presenta un bellissimo colore che in ottime condizioni di nutrimenti e luce intensa vira verso il rosso, si presenta una foglia allungata di circa 2 cm.

É una pianta molto esigente infatti per questo è classificata come pianta difficile da coltivare e non è consigliata i neofiti, necessita di un buon fondo fertile associato ad un buon e intenso fertilizzante in colonna , a questo bisogna accoppiare abbastanza co2 e una illuminazione molto intensa di circa 0,9 w/lt.

In queste condizioni forma dei bellissimi cespugli di un colore meravigliosamente acceso mentre e in coltivazione emersa raggiunge una prospettiva diversa,

infatti modifica la sua lamina fogliare molto più consistente ma che non presenta tonalità di rosso rimanendo sul verde ma in generale con una velocità di crescita maggiore.

La sua riproduzione avviene per talea infatti basta tagliare tra gli internodi e ripiantare l’apice che continuerà a crescere , dalla parte recisa in breve tempo emetterà dalle 2 alle 4 gemme dando vita a nuove piantine autosufficienti.

Quindi la cosa da stare molto attenti sono le zone d’ombra.

Originariamente la Cuphea anagalloidea era conosciuta come “Rotala sp. Araguaia” e solo in seguito verso circa il 2010 grazie a degli studi fu classificata come appartenente al genere cuphea.

Riproduzione Per talea