Heteropneustes fossilis

Heteropneustes fossilis

Nome scientifico: Heteropneustes fossilis

Nome comune: Pescegatto asiatico pungente

Famiglia: Chatfish

Luogo di provenienza: Asia

Valori ottimali di allevamento: Temp. 21-25°C – Ph tra 6 e 8 – dH 5-30 (preferisce acqua mediamente dura)

Dimensioni: Quasi 30cm di lunghezza.

Allevamento e caratteristiche: è un pesce pacifico,diventa piu attivo la notte o nel momento dei pasti o se la luce in vasca è abbastanza tenue,è molto riservato e raramente si fa vedere fuori dalla tana,a menochè non si senta sicuro. La vasca va arredata con molti nascondigli e substrato sabbioso.

Può ogni tanto respirare aria e in natura lo si trova in acquitrini , stagni o addirittura in risaie.

Può tollerare acque leggermente salmastre.

Riproduzione le uova vengono deposte nel substrato fangoso e i genitori fanno da guardia a uova e piccoli durante il primo mese di vita

Alimentazione Heteropneustes fossilis accetta di tutto,dal congelato ai pellet da fondo

Note: è una specie primitivo che ogni tanto sale in superficie a prendere boccate d’aria, inoltre è bene fare attenzione durante la manutenzione della vasca, dato che possiede una ghiandola collegata alle pinne pettorali che produce un veleno molto pericoloso per l’uomo.

Molto richiesto per i fini officinali infatti il suo veleno viene impiegato nella farmacia moderna .

Adattabilità in acquario 90%
Difficoltà di allevamento 50%
Riproduzione in acquario 50%
Apteronotus albifrons

Apteronotus albifrons

Nome scientifico: Apteronotus albifrons

Nome comune: Pesce coltello fantasma

Famiglia: Apteronotidae

Luogo di provenienza: Sud America

Valori ottimali di allevamento: Temp. 23-28°C – Ph tra 6 e 8

Dimensioni: Supera raramente i 30cm di lunghezza.

Allevamento e caratteristiche: L’ Apteronotus albifrons è una specie interessantissima dal punto di vista comportamentale,grazie alla sua lunga pinna anale con cui puo nuotare in ogni direzione,è particolarmente intollerante verso i suoi simili.

Ha un indole principalmente timida e pacifica e gli individui aggressivi sono rari. Preferisce stare in un punto scelto o in una tana,per fare sporadiche perlustrazioni di tanto in tanto.

Ha un organo elettrico sul peduncolo caudale che emana una debole scarica e dei recettori elettrici dalla testa lungo tutto il corpo nella parte superiore utilizzati per localizzare piccoli insetti , ma prede in genere.

Importante è un acquario con compagni tranquilli e non bruschi nei movimenti,di taglia simile o anche superiore.

È molto attivo la notte,dove esplora maggiormente l’ambiente. Ama la forte corrente.

Per poter allevare al meglio questa specie,è bene fornirgli un ambiente sicuro,senza stress.

E’ un pesce che raggiunge anche i 50cm di lunghezza ed è per questo che la vasca deve avere una lunghezza compresa fra 1 metro e 50 – 2 metri.

Riproduzione: Quasi impossibile che avvenga in cattività

Alimentazione: Predilige insetti,cozze,vongole,gamberi,pesce a pezzi,pellet (il secco viene accettato difficilmente è comunque non è del tutto adeguato alla dieta)

Note: è facilmente “addomesticabile” infatti con il tempo molti esemplari possono essere abituati a prendere il cibo anche dalle mani.

Una caratteristica sono i piccoli occhi.

Adattabilità in acquario 80%
Difficoltà di allevamento 30%
Riproduzione in acquario 10%
channallabes apus

Channallabes apus

Nome scientifico: Channallabes apus

Nome comune: Pescegatto anguilla

Famiglia: Catfish

Luogo di provenienza: Africa centrale

Valori ottimali di allevamento: Temp. 22-27°C – Ph tra 5.8 e 7

Dimensioni: Puo’ arrivare fino a 33cm di lunghezza.

Allevamento e caratteristiche: Channallabes apus è un pesce molto interessante per la conformazione particolare del corpo. Predilige vasche poco illuminate. Nonostante le dimensioni è un pesce molto pacifico e preferisce vasche tranquille,è attivo soprattutto la notte o nel momento dei pasti. Può essere allevato con altri suoi simili e la vasca va arredata con fondo sabbioso e molti nascondigli che sono fondamentali per non creare stress a questa specie.

In natura si trova in zone fangose e il suo corpo anguilloso ne facilita i movimenti con una certa agilità.

Viste le dimensioni che puo’ raggiungere si consiglia di allevarlo in grandi vasche in modo da non indurre tensione e stress alla specie

Riproduzione Non si ha nessuna notizia in merito riproduzione in cattività

Alimentazione non schizzinoso,accetta una gran varietà di alimenti,tra cui cozze e vongole, pesce a pezzi e gamberi,nonché pastiglie per il fondo

Note: Per questa specie è importante la qualità dell’acqua dato che è sensibile a infezioni batteriche e parassitarie.Una particolarità è quella che per catturare lòe sue prese può spingersi fino a fuoriuscire dall’acqua.

Adattabilità in acquario 90%
Difficoltà di allevamento 30%
Riproduzione in acquario 70%

Alghe volvox

Le volvox sono un’alga unicellulare che si sviluppa in una serie di colonie sferiche ed è composta da numerose cellule biflagellate. Si sviluppano in acqua dolce e proliferano per alte concentrazione di nutrienti che unite ad una buona luce si sviluppano molto velocemente invadendo tutta la vasca in poco tempo.

Nei nosti acquari assistiamo dal primo giorno dell’avvio a una colorazione biancastra dell’acqua ma man mano svanisce quando il filtro si porta a regime ed è ben maturo e pronto a svolgere il proprio lavoro, la stessa cosa succede quando appaiono i primi sintomi delle alghe volvox, in questo caso possiamo notare che l’acqua diventa biancastra attribuendo a una esplosione batterica, per essere sicuri che si tratta della comparsa di volvox basta prelevare l’acqua e inserire in una boccetta di vetro quelle dei test a reagenti, guardando contro luce possiamo osservare se l’acqua ha una tonalità di colore verde molto chiaro e dall’odore di prati inglesi appena tagliati, se questo non si riscontra è una semplice esplosione batterica di cui non dovete preoccuparvi.

 

Questo è un primo sintomi classificato come “non visibile” appunto perchè puo’ essere confuso con altre situazioni , ma passiamo a quello visibile;
Come gia detto le alghe volvox sono colonie sferiche che si sviluppano molto velocemente è improvvisamente ci troveremo ad osservare il nostro acquario che presenta una colorazione verde dell’acqua. A questo punto possiamo confermare che si tratta solo di  alghe volvox.

La proliferazione di queste alghe si ha in genere per i seguenti motivi :
– Scarsa manutenzione ordinaria dell’acquario
– conducibilità alta dei sali disciolti in acqua
– illuminazione troppo alta (fotoperiodo lungo+intensità)
– eccesso di nutrienti in acqua (macro e micro elementi)
– carenza di co2
Come “scarsa manutenzione ordinaria” mi riferisco che non vengono effettuati cambi d’acqua regolari per eliminare gli eccessi di sostanze inquinanti o fertilizzanti che si accumulano nel tempo,

Come “conducibilità alta” mi riferisco a durezze dell’acqua molto alte (Kh Gh) che comportano un blocco di crescita da parte delle piante e i nutrienti presenti non vengono assimilati,

Come “illuminazione alta” mi riferisco a un parco luci potente o non idoneo per un acquario dolce perché alcuni presentano uno spettro di luce che ha il picco di tonalità blu che è la fonte primaria per loro,

Come “eccesso di nutrienti” mi riferisco a una fertilizzazione per le piante eccessiva o di un dosaggio sbagliato,

Come “carenza di co2” mi riferisco che e il motore per le piante è la quantità in ppm che stiamo erogando è insufficiente rispetto alla fertilizzazione che ne fa da benzina.

Una volta individuata la o le cause adoperarsi per correggerle eliminando cosi’ il problema scatenante alla base.

esplosione di volvox nella fase iniziale

 

Le risoluzioni per combattere questo tipo di alghe sono 2,:

  • la prima se siamo ancora in tempo per rimediare al primo cenno di esplosione come ho spiegato in precedenza, possiamo utilizzare la terapia del buio; consiste a schermare tutti i vetri dell’acquario con un panno scuro in modo da non ricevere nessuna fonte di luce dall’esterno, spegnere completamente l’impianto di illuminazione, aumentare leggermente l’erogazione della co2 , inserire nel filtro della lana o ovatta al posto delle spugne e dosare acqua ossigenata da 10 volumi (da acquistare in farmacia) nella dose di 20 ml ogni 100 litri, tale procedura deve essere effettuata con filtro spento per 30 minuti per poi riaccendelo, la lana o l’ovatta va sostituita ogni volta che si ripete lo stesso procedimento vale a dire ogni 24 ore per 5 giorni, al sesto giorno va effettuato il cambio d’acqua con un massimo del 50% e procediamo a riaccendere l’impianto di illuminazione partendo da 4 ore di fotoperiodo aumentando di 30 minuti alla settimana fino ad arrivare alle 8 ore consecutive.
  • La seconda risoluzione è l’utilizzo di lampade uv che possono essere aggiunte sul tubo di mandata del filtro o al parco luci, altro strumento utile per combatterle è il twinstar (potete leggerne l’articolo qui) ad ogni modo entrambi i dispositivi hanno la funzione di sterilizzare tutto quello che c’è in acquario. In questi casi non spegnere l’impianto di illuminazione ma ridurre le ore del fotoperiodo fermando però completamente la fertilizzazione finché la situazione non rientra alla normalità
volvox in fase piena

 

Dopo la settimana di buio le piante non saranno in splendida forma infatti si presenteranno con le foglie chiuse a ombrello, si consiglia di illuminare gradualmente settimana per settimana e portare pazienza,la loro ripresa non tarderà ad arrivare diventando più splendide di prima riprendendo una crescita sana e rigogliosa.

Avvertenze durante l’esplosione di volvox :
– Non sovradosare l’acqua ossigenata
– Non effettuare cambi d’acqua con acqua nuova perché non si fa altro che alimentare le alghe.
– Non versare direttamente l’acqua ossigenata in acquario ma va diluita in una bottiglia con l’acqua prelevata dell’acquario.
– Non fertilizzare se le piante non danno un cenno di ripresa della crescita (come cenno di ripresa si osseva la formazione di radici aeree e l’apice delle piante che presentano foglie distorte).
– Non utilizzare prodotti antialghe perché è presente una dose massiccia di rame cio potrebbe causare danni sia alla flora che la fauna
– Non versare l’acqua ossigenata nel filtro, cio potrebbe causare danni ai batteri insediati nel materiale biologico che ne è all’interno
– Non posizionare l’acquario in prossimità di fineste da cui può ricevere fonti di luce diretta

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili e del proprietario.

 

©www.acquariofili.com

Guida impaginata da Marco Ferrara

 

Carboni attivi

Chiunque si avvicina al mondo acquariofilo ha sentito parlare dei carboni attivi ma spesso e volentieri ne trascura la sua reale motivazione di impiego cercando di riflettere sui pro e i contro. Ci ritroviamo questo sacchettino nero composto da scaglie o minuscoli cilindretti che le istruzioni ci dicono di inserire nel filtro per avere acqua limpida e cristallina e viene fatto senza pensarci.

In questa piccola guida cercherò di spiegare in modo semplice e intuitivo le motivazioni del suo utilizzo e in quali casi in modo da aver chiaro l’impiego evitando problemi che potrebbero sorgere da un utilizzo errato.

I carboni attivi hanno una grandissima proprietà che è quella di assorbire particelle solide sospese di una certa grandezza,di assorbire sostanze inquinanti o determinate sostanze e in piccola parte a fungere da supporto per insediamente batterico come tutti gli arredi o altro che sono presenti in vasca.Non bisogna intendere il carbone attivo come un filtro perchè non assorbe quello che gli diciamo o che gli indichiamo ma tutto cio’ che lo attraversa ed è per questo che bisogna impiegarlo in determinate situazioni particolari.La sua particolare struttura retinosa viene attraversata dal flusso dell’acqua e intrappola le molecole piu’ grandi.

I carboni attivi di qualità per uso acquariologico sono ricavati dalla corteccia di noce di cocco per avere maggior azione di assorbimento delle sostanze nocive in acquario. Si presentano a forma di scaglie o di piccoli cilindretti tipo pellet. In commercio possiamo trovare anche le spugne in carboni attivi ma sono di bassa qualità e non hanno la stessa efficacia di quelli descritti in precedenza.

La verifica della qualità dei carboni attivi è una cosa abbastanza semplice, basta prendere un chicco di carbone attivo e inserire in una boccetta per effettuare i test a reagente contenente 10 ml di acqua osmosi o demineralizzata, dopo 24 ore si effettua il test PO4 e se viene rilevato traccia di fosfati i carboni attivi sono di bassa qualità ricavati da legni non idonei o da truccioli di legno bruciati e pressati.

Il carbone attivo va rinchiuso in un sacchetto retinato, sciacquato sotto l’acqua corrente e inserito nel filtro. La quantità da utilizzare e di 1 o 2 grammi per ogni litro in base alla tipologia dei carboni e alle indicazioni del produttore. Il suo utilizzo non altera il Ph e ne le durezze (Kh e Gh).Il suo impiego e la durata del suo intervento dipende da che utilizzo ne vogliamo fare,nel caso viene impiegato per rimuovere sostanze medicinali rimaste viene inserito per 24/48 ore , nel caso di rendere l’acaua piu’ cristallina viene impiegato per 48/72 ore,dopodicche’ deve essere rimosso.

Il suo utilizzo e solo permanente non più di 72 ore,come detto in precedenza viene utilizzato per rimuovere resti di medicinale dopo trattamenti medici o eccessi di fertilizzanti e oligoelementi, ad esclusione dei macro elementi (azoto, potassio, calcio, ammonio, sodio, magnesio, fosforo e zolfo), non rimuove neanche silicati, batteri, metalli pesanti e eventuali virus di malattie. Viene anche utilizzato per rimuovere tannini ,acidi umici e cattivi odori che sono i responsabili dell’acqua ambrata. Questo ci lascia intendere che un utilizzo sproporzionato in vasca non rimuoverebbe solo quello che noi vorremmo ma anche sostanze utili all’ambiente.

Il carbone attivo una volta saturo non effettua piu’ la sua azione e quindi puo’ essere cestinato.Si sentono spesso  teorie dove una volta diventato saturo il carbone desorbe cio’ che ha assorbito ma questo avviene solo in piccola parte qualora l’ambiente fosse sottoposto a sbalzi di ph ma in ogni caso il carbone attivo va sostiutito e utilizzato solo all’occorrenza per piccoli periodi temporali .

 

IN CONCLUSIONE
– Non utilizzare i carboni attivi quando si fertilizza
– Non usare carboni attivi di altre provenienza al di fuori dell’acquariologia
– Non riutilizzare i carboni attivi dopo aver effettuato cicli di smaltimento parziali di medicinali, pesticidi o alghicidi
– Non usare i carboni attivi sfuso nel filtro, perché danneggerebbe la pompa
– Non utilizzare i carboni attivi come fondo primario in acquario

 

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