Axolotl ambystoma mexicanum

 

Axolotl ambystoma mexicanum

Siamo abituati a vedere i classici pesci d’acqua dolce o salata popolare i nostri acquari,  piante di ogni genere e colore , anemoni e pietre,
mentre un ruolo importante sta assumendo sempre più il campo degli anfibi.

L’Axolotl ambystoma mexicanum , meglio conosciuto come AXOLOTL è una salamandra neotenica, che compie il proprio ciclo vitale da larva.
Nativa del lago Xochimilco, nei pressi di Città del Messico, è purtroppo oggi “specie in via di estinzione” a causa della pesca, l’inquinamento e la distruzione del loro habitat.
Con il termine neotecnico si intende la condizione larvale di una specie che raggiunge la maturità sessuale.

Gli Axolotl sono in grado di compiere una vera e propria metamorfosi, ritirando le branchie e essendo dotati di polmoni, anche se poco sviluppati riescono a respirare aria terrestre per il resto della loro vita,
questo accade solo e soltanto per la scarsa purezza della linea (troppi geni di tigrinum in mezzo) oppure mutazione genica rara.
Il più delle volte questa metamorfosi non avviene e l’axolotl preferisce continuare la propria vita in stadio larvale quindi rimanendo in acqua senza trasferirsi sulla terraferma, anche allo stadio larvale può raggiungere la maturità sessuale.

Le più comuni colorazioni sono: Wild (forma ancestrale) – Golden – Albino – Leucocisto , ma non è raro trovare anche esemplari Copper e Melanod, in aggiunta possiamo trovare anche il Chimera rarissimo esemplare di due colori per via della convivenza nello stesso animale di due genomi diversi quindi non riproducibile tramite accoppiamento.

 

In foto: una specie leucistico di ambystoma mexicanum

 

Un axolotl adulto può crescere fino a raggiungere un massimo di 25/30cm di lunghezza.

Se tenuto alla giusta temperatura (acqua ne troppo calda ne troppo fredda, dai 16 ai 18 gradi massimo) può vivere dai 15 ai 20 anni. Le temperature sopra i 24 gradi sono molto stressanti per gli Axolotl.

In estate con l’innalzare delle temperature bisogna studiare qualche sistema anche economico per poter refrigerare l’acqua della vasca per esempio con le classiche ventoline che favoriscono lo scambio dell’aria sulla superfice dell’acqua. Gli sbalzi termini non risultano essere un problema per animali adulti e in forma.

L’acquario deve essere molto spazioso (non inferiore ai 90 cm di lunghezza per un esemplare) viste le dimensioni che raggiungeranno da adulto.

Il fondo può essere composto da sassi grandi, grani arrotondati per evitare che possa ferirsi e poi semplicemente lasciarlo libero. E soprattutto da allevare in monospecifico.

L’Axolotl ambystoma mexicanum vive in acque dure con un Ph che va da 6,8 a 8. Il cambio parziale dell’acqua andrebbe fatto preferibilmente ogni 2 settimane possibilmente con acqua che non contenga cloro o altri inquinanti.

La vasca deve essere dotata sia di filtraggio meccanico che biologico perché le deiezioni sono molto corpose e sviluppa moltissima ammoniaca .

Gli Axolotl ambystoma mexicanum non amano la luce a tal punto che potrebbe stressarli quindi si consiglia di schermare la luce con piante galleggianti o altri sistemi.

Essendo animali con maggiore attività durante le ore notturne, preferiscono nascondersi in zone d’ombra.

Amano nascondersi tra le rocce e le piante quindi consiglio a chi voglia allevarlo di inserire in vasca moltissime piante e nascondigli che però non feriscano la loro cute.

Un segnale di condizioni non proprio perfette è quando il nostro amico nuota frequentemente sopratutto in sù e giù  e in modo molto agitato sotto la superfice per cercare di prendere più aria possibile perché magari quella disciolta è troppo poca, il ricircolo dell’acqua non deve essere troppo alto per evitare stress che ne debilita l’animale, quindi in questi casi cercare un giusto connubio per la risoluzione del problema magari utilizzando il ritorno del ricircolo dell’acqua in vasca facendo lambire meglio la superfice.

Nel caso di vasche senza filtro aumentare la frequenza dei cambi.

In foto: una specie leucistico di ambystoma mexicanum

                                                      

L’Axolotl ambystoma mexicanum si può ammalare di fungosi raramente (questo accade quando le temperature sono troppo alte)questo problema si può rilevare tramite una decolorazione delle appendici branchiali o di zone circoscritte della cute che può risultare cotonosa , in questi casi trattare l’intera vasca con dressamor oppure del blu di metilene.

Per evitare queste fungosi come descritto in precedenza evitare di toccare l’animale con le mani nude.

Altre malattie possono essere legate all’alimentazione, infatti una alimentazione errata e squilibrata porta non solo ad una anemia e quindi decolorazione della cute tutta con a seguito inappetenza e isolamento, le branchie perdono capillari infatti si sfoltiscono e si accorciano, la pinna caudale si assottiglia molto e le dita sono piccole e tozze , questo è il sintomo che l’animale sta consumando il suo stesso corpo per i nutrienti di cui necessita. In questo caso isolare l’animale in una vaschetta dedicata con cambi giornalieri e curare l’alimentazione con lombrichi e/o pesce.

Per altre info sulla fungosi cotonosa cliccare QUI

In caso di fungosi si può trattare l’animale con Gentamicina in quanto ben tollerato e consiglio di evitare il trattamento con altri antibiotici più pesanti o addirittura quelli appartenenti alla famiglia delle tetracicline perché risultano molto irritanti per la loro cute e quindi poco sopportati.

L’Axolotl è un vero e proprio predatore, mangia tutto quello che può passare dalla sua grande bocca. Il nome AMBYSTOMA significa “bocca a coppa”.

Si nutre di larve e molluschi, prede vive come pesci , lombrichi e lumache. In acquario possiamo nutrirlo principalmente con lombrichi , possiamo alternare con latterini di acqua dolce , filetti di trota e raramente cioè 1 o 2 volte al mese pollo e camole del miele ricchi di nutrienti e non dannosi se somministrati con parsimonia.

Gli Axolotl ambystoma mexicanum possono convivere con altri esemplari della stessa specie .

E’ sconsigliata la presenza di altri pesci perché diventerebbero facili prede , stresserebbero gli axolotl e mordendogli le branchie potrebbero ferirli anche in modo grave. Anche su questo argomento ci sono molti pareri discordanti infatti molti lo fanno crescere insieme a Guppy , Pesci rossi e tante altre specie ma bisogna curare molto l’alimentazione cercando di tenere a bada la sua indole predatrice che non tarderà a presentarsi nel modo che meno ce lo aspettiamo.

Determinare il sesso dell’Axolotl ambystoma mexicanum non è facile , ci vuole buon occhio e se non volete trovarvi con centinaia di uova nell’acquario , chiedete ad un esperto. In base alla grandezza del rigonfiamento che potete trovate dietro le zampe posteriori del vostro Axolotl ambystoma mexicanum si può determinare se il vostro animaletto è maschio o femmina e questo può avvenire più facilmente quando le dimensioni dello stesso sia di circa 20cm.

Axolotl
Axolotl femmina

Se è maschio solitamente il rigonfiamento è molto esteso e di grosse dimensioni. Per la femmina invece risulta più sgonfio e meno esteso quindi un rigonfiamento minino. Però per determinare il sesso con assoluta certezza bisogna attendere l’età adulta.

Axolotl
Axolotl maschio

La caratteristica più affascinante degli Axolotl ambystoma mexicanum è quella di avere la capacità di rigenerare i propri arti e organi qualora questi verrebbero danneggiati da urti in vasca oppure staccati in caso di lotte per la supremazia del territorio o in fase di riproduzione, dobbiamo però aggiungere che questa particolarità stressa parecchio l’animale perché vede un dispendio eccessivo di energia e può succedere che la parte rigenerata non sempre sia perfetta infatti può rigenerarsi incurvata o anche doppia quindi si esorta ad evitare situazione in cui potrebbe essere soggetto a morsi o amputazioni.

Quando l’ Axolotl ambystoma mexicanum galleggia immobile sulla superficie dell’acqua non sta male ma si sta semplicemente rilassando, lasciarsi andare sulla superfice è la posizione che più preferiscono.

Se invece non riescono ad andare a fondo e galleggiano con il posteriore in alto stanno soffrendo di meteorismo.

Non toccare mai con le mani il nostro Axolotl ambystoma mexicanum o se bisogna necessariamente farlo usare un guanto di lattice e toccarlo con delicatezza in quanto potremo danneggiare il loro sistema scheletrico e in più la loro pelle risulta permeabile a molte sostanze chimiche.

 

LA RIPRODUZIONE

La riproduzione in cattività è possibile ma bisogna osservare alcuni aspetti fondamentali che elencherò di seguito,

innanzitutto gli Axolotl ambystoma mexicanum raggiungono l’età riproduttiva intorno ai 20 mesi, ma già a circa 6 mesi di età sono in grado di riprodursi.

La femmina depone dalle 100 alle 1200 uova e questo ne scaturisce un forte stress che potrebbe debilitare parecchio la femmina infatti è buona norma curare in modo particolare l’alimentazione, per esempio fornire qualche camola del miele in pasto che sono molto energetiche, lo stesso risultato si ottengono con lombrichi o fegatini di pollo.

Un periodo riproduttivo stabilito e preciso non esiste tanto è vero che la riproduzione è stimolata da una variazione di temperatura perché si emula un cambio di stagione, la riproduzione avverrà sempre nel caso che la femmina sarà gravida e accetti il corteggiamento del maschio.

 

Axolotl ambystoma mexicanum
in foto: il momento della deposizione
Axolotl ambystoma mexicanum
In foto: il momento della schiusa

                                                                                  

La vasca deve essere allestita con pietre lisce e tante piante, il corteggiamento è molto particolare infatti il maschio nuota vorticosamente intorno alla femmina alzando la coda e avvicinandosi molto alla femmina la fecondazione avviene internamente, una volta accoppiati possono passare anche un paio di giorni per iniziare la fase della deposizione.

La schiusa si ha dopo circa 3 settimane,ma è dettato dalla temperatura l’importante è mantenere le uova a temperatura ambiente ,nessun flusso e nessun filtro ,molto importante dopo la fine della deposizione di cercare di spostare le uova in altra vasca oppure se si è fortunati nel vedere la femmina mentre depone spostare direttamente lei in un altra vasca in modo che possa deporre in piena tranquillità per poi riportarla nella sua vasca originale,in questo modo si eviterà di avere gelatina (quella che producono per fare da collante alle uova) sparsa in tutta la vasca dove vivono normalmente. naturalmente nella la vasca della deposizione dovrà essere dotata di legni, piante o altro per potersi aggrappare e utilizzare da supporto per le uova .

I piccoli una volta assorbito il sacco vitellino vanno alimentati con artemie o daphine e appena inizieranno a formarsi stare attenti perche’ potrebbero manifestarsi azioni di cannibalismo ,per evitare questo mantenere circa 100 baby in vasche 60×40 e curare l’alimentazione in modo che abbiano le stesse dimensioni ma comunque qualche episodio ci sarà sempre.

Per una buona crescita e salute dei piccoli occorre effettuare almeno 2 cambi totali con acqua declorata ,senza utilizzare prodotti che contengono aloe vera per eliminare il cloro,evitando anche sbalzi termici o chimici

Axolotl ambystoma mexicanum Axolotl ambystoma mexicanum

 

IN CONCLUSIONE

In natura a causa della mano dell’uomo si è avuto un forte calo della presenza degli Axolotl tanto da avviare degli studi per definirli a pericolo estinsione anche se oggi si hanno grandi successi di riproduzione in acquario e assume sempre più un interesse non solo verso chi li vuole studiare e riprodurre ma anche attraverso quei neofiti che si innamorano del loro musino buffo.

IMPORTANTE  ogni Axolotl deve essere accompagnato dal CITES in allegato B che deve essere fornito da chi cede l’animale sia esso un professionista o un privato, o che avvenga a titolo di regalo oppure vendita. Per chiunque riproduca questo bellissimo esemplare dovrà denunciare alla forestale della propria zona le avvenute nascite entro e non oltre 10 giorni e la stessa forestale provvederà a fornire il numero di protocollo CITES . Appena i piccoli verranno ceduti il privato dovrà effettuare delle dichiarazioni di cessione dell’animale attraverso dei moduli prestampati disponibili in rete dove vanno inseriti i dati del cedente e ricevente con il numero di protocollo CITES che ha rilasciato la forestale all’atto delle nascite.

Chiunque venga trovato in possesso dell’animale sprovvisto di CITES sarà soggetto ad una multa.

 

Axolotl ambystoma mexicanum

PS:E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili o del proprietario si ringrazia Davide Farruggia per averci concesso l’utilizzo delle foto.

©www.acquariofili.com

 

Cichlasoma Octofasciatum

Cichlasoma Octofasciatum

Nome scientifico: Cichlasoma octofasciatum

Nome comune: Jack Dempsey – “Rocio”

Famiglia: Cichlidae

Provenienza: America centrale – America del sud, Rio delle Amazzoni – Rio Negro

Dimensioni: 25 cm

Temperatura: 22-24°C
PH 6-7.5

KH 8-12 dGH

 

Descrizione:

Il Cichlasoma octofasciatum appartiene alla famiglia Cichlidae e viene comunemente chiamato Jack Dempsey. È un pesce abbastanza aggressivo, pertanto prende questo nome da un pugile statunitense campione di pesi massimi nella prima metà degli anni ’20, soprannominato “il massacratore”.

Questo ciclide assume anche la denominazione scientifica ”Rocio”, che significa ”rugiada del mattino”, con una esplicita attinenza ai riflessi argentei presenti sulla livrea.

Con l’aspetto classico di un ciclide, il Cichlasoma octofasciatum presenta pinne dorsali e anali appuntite e di grandi dimensioni e raggiunge i 25 cm di lunghezza.

Nella fase di crescita sulla livrea sono presenti delle strisce trasversali leggermente chiare che svaniscono durante la crescita. Da adulto, invece, è caratterizzato da una particolare livrea puntinata ed iridescente sopra uno sfondo verde unitamente ad un rosso molto scuro tendente al bordeaux.

Come in tante specie di pesci, a causa dello stress, i colori possono subire delle variazioni. In natura esiste anche un’altra varietà di Cichlasoma octofasciatum, di colore blu, che deriva da una mutazione genetica, il ciclide Electric blue Jack Dempsey, con dimensioni più ridotte e un pò meno turbolento dell’originale.

Inizialmente quest’ultimo veniva scartato dalle selezioni, ma successivamente venne rivalutato e riammesso in allevamento ed oggi è molto cercato dagli allevatori. Ha in linea di massima le stesse caratteristiche comportamentali e di allevamento del Cichlasoma octofasciatum originario.

Habitat:

Come già accennato nella scheda riassuntiva posta all’inizio, proviene dal Centroamerica e dal Sudamerica tra Messico, Guatemala, Yucatan e Honduras e abita acque calde, paludose, fangose e torbide, di canali e fiumi a scorrimento lento con fondi sabbiosi e/o fangosi.

Alimentazione:

In natura è un pesce che si nutre di alimenti sia di origine animale che vegetale. Si ciba di insetti, vermi che trova sul fondo, crostacei ed è anche predatore di piccoli pesci. In allevamento è preferibile alimentarlo prevalentemente con del cibo vivo e/o congelato. La dieta naturalmente può, e dev’essere variata con dei mangimi specifici a base vegetale per i ciclidi.

Dimorfismo sessuale:

Vi sono diverse caratteristiche evidenti che fanno si che il dimorfismo sessuale in questa specie sia ben percepibile.

Come prima caratteristica abbiamo il colore che nel maschio è più acceso rispetto a quello della femmina, che si accentua ancora di più nel periodo della riproduzione.

Anche la dorsale è diversa, infatti nel maschio è appuntita mentre nella femmina è più rotonda, nel maschio i contorni della suddetta pinna sono più accentuati, nella femmina di meno.

Il maschio sviluppa depositi di grasso sulla testa mentre la femmina presenta delle bande verticali lungo il corpo. La distinzione dei due sessi può essere fatta anche tramite la papilla genitale che nel maschio è più appuntita e nella femmina più rotonda.

Cichlasoma Octofasciatum
(Cichlasoma Octofasciatum – Maschio)

 

Cichlasoma Octofasciatum
(Cichlasoma Octofasciatum – Femmina)

 

Riproduzione:

Nel periodo riproduttivo sia il maschio che la femmina subiscono un cambiamento della livrea che diventa più scura rispetto alla loro classica brillantezza, nascondendo buona parte dell’iridescenza.

Il Cichlasoma octofasciatum è un pesce che forma delle coppie stabili.

Nel momento dell’accoppiamento e della deposizione delle uova, se si trovano in zone a rischio senza nascondigli, ripuliscono rocce, legni e radici sulle quali verranno riposte, in caso contrario scaveranno delle buche sul fondo sabbioso dove verranno custodite scrupolosamente.

La femmina può deporre dalle 500 alle 800 uova.

In questa specie, come tante altre, entrambi i genitori, hanno dunque meticolose cure parentali nei confronti delle uova e degli avannotti e nutrono questi ultimi con cibo premasticato per facilitarne l’ingestione.

La longevità del Cichlasoma octofasciatum, se allevati in maniera idonea, in media è di circa 10 anni che possono protrarsi anche fino a 15.

Cichlasoma Octofasciatum
(Coppia di Cichlasoma Octofasciatum – a sx la femmina a dx il maschio)

 

Comportamento, allevamento in acquario e convivenze:

Riguardo il comportamento del Cichlasoma octofasciatum, c’è da dire che durante la fase di crescita convive tranquillamente in banco con i suoi simili, ma da adulto diventa un pesce molto territoriale rivelandosi addirittura aggressivo, soprattutto nel periodo della riproduzione.

Infatti, a causa del suo comportamento, è consigliato, in età adulta, tenerlo isolato o con una compagna.

Predilige una temperatura dell’acqua tra i 22° e i 24°, mentre per facilitare l’accoppiamento e la riproduzione in vasca, è preferibile aumentare e mantenere la temperatura tra i 26° e i 28°C.

È un pesce non molto difficile da allevare grazie anche ai valori basici dell’acqua da mantenere e, pertanto, potrebbe essere anche consigliato ai neofiti che vogliono cimentarsi in un monospecifico con questi ciclidi.

La cosa che non bisogna assolutamente sottovalutare è che, vista la sua dimensione, necessita di un allestimento di vasche con litraggi di circa 200 litri a testa.

Eevitare l’inserimento di piante interrate per due motivi: la prima perché tende a sdradicarle soprattutto nel periodo della riproduzione in quanto tende ad essere più agitato del previsto e la seconda per favorire un notevole spazio per il nuoto.

È piuttosto consigliato creare, quanto più possibile, un habitat naturale con un flusso d’acqua lento, poca illuminazione, magari schermata da piante galleggianti, un fondo sabbioso, legni, radici, cocci, rocce ed anfratti dove potersi nascondersi.

Adattabilità in acquario 90%
Difficoltà di allevamento 50%
Riproduzione in acquario 50%

 

Si ringrazia Emanuele Boccia per la gentile concessione delle immagini dei propri esemplari presenti in questa scheda.

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini
senza l’autorizzazione dell’autore e dello staff di acquariofili.

 

©www.acquariofili.com

Malattia del neon o Pleistophora

Malattia del neon o Pleistophora
è una malattia che colpisce principalmente i neon o cardinali ed è dovuto ad un parassita chiamato Pleistophora
Questo parassita si incista nelle fasce muscolari dove crea una serie aggrovigliata di noduli dando luogo a sintomi molto evidenti che vedremo di seguito.

Pleistophora

SINTOMI: possiamo dire che il pesce colpito manifesta dapprima uno sbiadimento della fascia colorata per poi estendersi a contrazioni muscolari fino a deformazione della colonna vertebrale, questo succede a seguito di una necrosi muscolare causata dal progredire delle cisti.

Pleistophora

I pesci manifesteranno un nuoto agitato e scoordinato anche nelle ore notturne, quando dovrebbe riposare; è possibile notare anche un forte dimagrimento.
E’ bene sottolineare che i sintomi possono comparire singolarmente oltre che contemporaneamente, ma l’interruzione della fascia di colore con necrosi muscolare ed il nuoto agitato sono i sintomi più frequenti.

CAUSE: le cause di questa patologia sono da ricercasi nell’assunzione accidentale del parassita tramite cibo. Il parassita una volta giunto nell’intestino si insedia nelle fasce muscolari distruggendole

CURE: ad oggi non esitono rimedi che siano in grado di sconfiggere questa patologia, nonostante ciò si sono verificati casi di guarigione con l’ausilio dei seguenti medicinali:

  • Bactopur direct (prodotto per acquariofilia commercializzato dalla Sera), a riguardo della posologia vedere il foglio illustrativo.
  • Blu di Metilene nella concentrazione di 10 mg per litro (soluzione di base:0,2 gr in 100 ml di acqua.soluzione da richiedere in farmacia).
  • Furazolidone soluzione da miscelatre con il cibo, a riguardo della posologia vedere il foglio illustrativo.

PREVENZIONE: mantenere i pesci in buone condizioni, tenendoli in vasche adeguate con acqua pulita e parametri chimici adatti alla specie ed alimentare i pesci con mangimi vitaminici .

NOTE: Un Protozoo responsabile dello scurimento del corpo nei soggetti colpiti, oltre ad una maggiore difficoltà respiratoria dovuta alla infezione sulle branchie, è Chilodonella, che può favorire anche il formarsi di batteriosi secondarie del tipo, per esemplo, di Flexibacter columnaris che viene chiamata anche “falsa malattia dei Neon” dal momento che presenta una sintomatologia slmile a Pleistophora. In uesto caso è bene usare prodotti a base di verde di malachite e medicinali antibatterici.

Pastone vegetale per pesci

Pastone vegetale per pesci

 

Pastone vegetale per pesci

Con questa breve scheda, nata dall’idea di una mia esperienza personale, si guiderà l’utente alla preparazione di un pastone vegetale per pesci, cioè composto soltanto da verdure e ortaggi, alimenti sani che rappresentano una fonte ricca di fibre e vitamine adatti anche a quella categoria di pesci classificati come carnivori ai quali apportano i loro benefici.
Per saperne di più si invita l’utente a leggere anche questa guida: Verdure e ortaggi in acquario

 

Pastone vegetale per pesci

 

Ingredienti:

• 15 gr di piselli
• 30 gr di broccolo verde (cime e non foglie)
• 35 gr di peperone rosso
• 60 gr di zucchina
• 60 gr di carota
• 20 gr di spinaci
• 10 gr di ciuffetto tenero di finocchio
• 4 gr di aglio o 5 ml di estratto di aglio
• 5 gr di pastiglie di alga spirulina
• 2 fogli di colla di pesce

Se si possiedono, si possono anche aggiungere o sostituire gli ingredienti con del broccolo bianco e della zucca rossa.

 

Strumenti utili per la preparazione:

• bicchiere di vetro
• coltello
• cucchiaio
• mixer ad immersione
• pentolino
• recipiente per frullare
• vassoio per cubetti di ghiaccio

 

Preparazione:

Prendete un pentolino con circa 200 ml d’acqua e mettetelo sul fuoco, e nel frattempo date una sciacquata a verdure e ortaggi e iniziate a tagliuzzarle evitando di lasciare parti dure, come i gambi dei broccoletti e del finocchietto, la parte superiore della zucchina ecc., pelate anche la carota. Appena l’acqua nel pentolino inizia a bollire è il momento di inserire dentro tutte le verdure. Una volta messe a sbollentare lasciatele a fuoco medio per circa 20 minuti. Potrebbe sembrare un controsenso con ciò che si consiglia solitamente nello sbollentare per soli 5 minuti le verdure prima di darle ai pesci, ma in questo caso abbiamo la presenza di alcuni ortaggi come carote e peperoni che richiedono un tempo maggiore di sbollentata.
Nel frattempo che le verdure e gli ortaggi sbollentano, munitevi di mixer ad immersione e di un recipiente dove frullare il tutto. Allo stesso tempo prendete le pastiglie di alga spirulina e frantumatele per ridurle in polvere (si può utilizzare un bicchiere per schiacciarle ruotandolo su di esse, non importa se non vengono ridotte perfettamente in polvere).
Passati i 20 minuti togliete ortaggi e verdure dal pentolino senza buttare l’acqua e riponeteli dentro il recipiente dove andranno frullati. Aggiungete l’alga spirulina frantumata e l’aglio sminuzzato (in mancanza di quest’ultimo anche un estratto di aglio liquido può andar bene) dentro il recipiente.

 

(In mancanza dell’aglio si può usufruire di un estratto di aglio liquido)

 

Passiamo ora alla fase finale, affondate il mixer ad immersione nel recipiente e iniziate a frullare per amalgamare tutto finché non otterrete una pappetta omogenea. A questo punto, con l’acqua utilizzata precedentemente per sbollentare verdure e ortaggi, sciogliamo bene 2 fogli di colla di pesce, che servirà a mantenere compatto per qualche minuto il composto del pastone una volta somministrato in vasca, quindi riversiamo dentro il recipiente con la pappetta e frulliamo ancora una volta. Naturalmente la pappetta non deve diventare liquida, deve appunto rimanere di una consistenza molle, quindi attenzione alla quantità d’acqua con colla di pesce che versate, se ci si rende conto che l’acqua rimasta è troppa, nonostante l’ebollizione precedente, bisognerà buttarne un po’, prima di sciogliere la colla di pesce.
Adesso è giunto il momento di riporre il nostro pastone dentro a dei recipienti.

I recipienti che spesso vengono utilizzati sono i vassoi per cubetti di ghiaccio, precisamente quelli riportati nell’immagine che segue.

(Vassoi per cubetti di ghiaccio)

 

Bene, con un cucchiaio iniziate a prendere il pastone e riponetelo nei vari vani del vassoio. Terminata quest’ultima operazione lasciate riposare e raffreddare per circa 10 minuti e successivamente richiudete e riponete nel freezer.

Pastone vegetale per pesci
(Riempire con un cucchiaio, lasciare riposare circa 10 minuti prima di inserire in freezer)

 

Per la somministrazione si consiglia di dosare con parsimonia in quanto con un’eccessiva quantità, si rischia di inquinare l’acqua, quindi è opportuno tagliare il necessario con un coltello e riporre in freezer il resto, un po’ come si fa per il chironomus e l’artemia salina congelata.

 

Pastone vegetale per pesci
(A sx un cubetto di pastone vegetale, a dx il cubetto diviso nella quantità adeguata per la somministrazione)

 

Purtroppo il risultato del pastone non darà certamente un buonissimo odore per i nostri gusti, soprattutto per la presenza del peperone e dell’aglio che è un antibatterico e antibiotico naturale, ma da quello che ho potuto constatare personalmente, i nostri amici pinnuti gradiranno di sicuro!.

Per ulteriori approfondimenti, invece, sull’utilizzo dell’aglio in acquario, vi indirizzo a quest’altra utile guida:  Aglio in acquario.

N.B.
La quantità di ingredienti da me utilizzati per realizzare questo pastone vegetale per pesci, mi ha permesso di riempire un vassoio per cubetti di ghiaccio. Non sono quantità obbligate, quindi le quantità possono essere spostate tra ortaggi e verdure al di fuori dell’aglio, dell’alga spirulina e della colla di pesce che devono rimanere tali poichè non devono prevalere sul resto degli altri ingredienti.

 

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dell’autore e dello staff di acquariofili.

©www.acquariofili.com

Carnegiella strigata

Carnegiella strigata

Nome scientifico: Carnegiella strigata
Nome comune: Pesce accetta
Famiglia: Gasteropelecidae
Luogo di provenienza: Bacino Orinoco (America meridionale)
Valori ottimali di allevamento: Ph da 5,5 a 7 , durezza tra 5 e 16 dgh , temp 26°C
Dimensioni : 4/4,5 cm
Allevamento e caratteristiche: Questo piccolo pesce è veramente particolare a partire dalla sua morfologia che risulta essere molto assottigliata e con un ventre molto pronunciato che gli assegna l’appellativo di “Pesce accetta” .

Ppresenta dei colori non molto accesi infatti su di un fondo grigiastrio/beige prevale una striatura scura marrone/nera.
Inoltre a seconda della luce si possono notare dei riflessi che vanno dal blu al verde.
Occupa prevalentemente la superfice dove bisogna inserire delle piante galleggianti per non farlo stressare.
Si consiglia di allevare questa specie in acquari chiusi in quanto ama di tanto in tanto fare dei balzi fuori dalla vasca resi possibili grazie al suo pinnaggio pronunciato e alla forma del suo corpo assottigliato che diminuisce tantissimo l’attrito durante il nuoto e quindi gli spostamenti.
Ideale per acquari di comunità o allestimenti amazzonici appunto perchè è la sua provenienza,inquilini non molto territoriali e grandi in quanto è un pesce timido e si espone molto visto che staziona in superfice,inoltre è da allevare in gruppo di almeno 8/10 esemplari.
Acqua ambrata e acquario chiuso per non dare sbalzi di temperatura e quindi esporlo a malattie.

Riproduzione: Per quanto riguarda la riproduzione della Carnegiella strigata non è molto semplice farla avvenire in vasca tanto è vero che ci sono pochissime testimonianze di eventi andati a buon fine.
La coppia non si prende cura della prole.
Gli avannotti una volta schiusi (dopo circa 24h ) sono veramente piccoli e non si riescono a nutrire a dovere.
Il dimorfismo sessuale non è semplice da identificare ma in genere si può stabilire solo nella fase o periodo riproduttivo.
La femmina presenta un corpo più tozzo con il ventre molto più arrotondato del maschio appunto per la presenza della sacca ovarica.
Per la deposizione occorre ovviamente una buona quantità di piante galleggianti che faranno da supporto alle uova nonchè una vasca dedicata dove lasciare solo i piccoli una volta tolti i genitori.

Alimentazione: In natura si nutre di piccolissimi crostacei o insetti che si poggiano sulla superfice ma in vasca accetta secco e liofilizzato senza particolari problemi

Adattabilità in acquario 90%
Difficoltà di allevamento 30%
Riproduzione in acquario 20%