Rocce vive

Con questa breve guida cercherò di spiegare l’importanza delle rocce vive in un acquario marino tropicale.
Come ben sappiamo al giorno d’oggi grazie al continuo sviluppo di tecniche di gestione e nuovi accessori sempre più performanti in campo dell’acquariofilia marina, abbiamo la possibilità di ricreare dei veri e propri angoli di barriera corallina in acquario permettendoci appunto di allevare anche coralli esigenti come potrebbero essere i coralli duri di tipo sps (coralli duri a polipo corto ).

Non entrerò nei particolari del metodo di gestione dove appunto è previsto l’uso delle rocce vive,ma vi accenno che tale metodo viene chiamato metodo berlinese.

Perché le chiamiamo rocce vive? Semplicemente perché al loro interno conservano tutta quella microfauna molto importante per lo svolgimento dei processi biologici in acquario,e la loro provenienza deve essere tropicale, generalmente indonesiana o dalle isole fiji, dove ci sono dei veri e propri allevamenti.

Ma vi chiederete che funzione hanno all’interno dei nostri acquari; Vi dico subito che le rocce sono di vitale importanza per il funzionamento del sistema , una buona roccia viva deve essere ben popolata di microrganismi, leggera e molto porosa di seguito spiegherò il motivo.

Nelle nostre vasche alla base di un buon equilibrio del sistema occupa un ruolo fondamentale il ciclo azotato che non è altro che un processo atto a smaltire tutte quelle sostanze dannose per i nostri acquari.
Molto semplicemente le fasi di questo ciclo sono :
AMMONIO – AMMONIACA – NO2 – NO3 – AZOTO SOTTO FORMA DI GAS
Ma cosa c’entrano le rocce vive in tutto questo?
Ebbene le rocce vive fungono da supporto a tutti quei batteri aerobi e anaerobi atti a poter chiudere il ciclo azotato che sta alla base della vita in vasca, quindi le rocce essendo molto porose renderano possibile nelle aree interne e quindi in zone con carenza di ossigeno, l’insediamento di batteri anaerobi, mentre nelle aree più esterne quindi con quantità di ossigeno superiori quelli aerobi, oltre a fornire una biodiversità a livello di microfauna molto importante per le nostre vasche.

Brevemente i ceppi di batteri aerobi si occuperanno del processo di nitrificazione, quindi partendo dall’ ammonio ammoniaca, nitriti e nitrati, invece i ceppi anaerobi chiuderanno il ciclo dell’azoto con il processo di denitrificazione e cioè trasformare i nitrati in azoto sotto forma di gas che verrà espulso dalla vasca.
Riferendoci appunto al metodo berlinese che si basa sull’uso delle rocce vive, quando dobbiamo allestire una vasca dobbiamo calcolare un quantitativo di rocce pari a 1kg ogni 5-6 litri di acqua del nostro acquario.
Attenzione però perché questa non è una vera e propria regola il quantitativo di rocce in base ai litri può variare ed è influenzato dal tipo di attrezzature che si hanno, mi riferisco a schiumatoi, illuminazione e movimento, il mercato ci offre molto con prodotti qualitativamente superiori rispetto ad altri, quindi in definitiva se si hanno schiumatoi sovradimensionati ottima illuminazione e ottimo movimento il rapporto kg/litri può variare a 1kg ogni 7-8 litri anche se rocce in più non fanno mai male.

In conclusione mi sento di consigliare di informarsi sul luogo di provenienza delle rocce in fase di acquisto questo perchè le rocce devono essere accompagnate da un documento chiamato CITIES che ne certifica il luogo di provenienza. Questo per evitare spiacevoli inconvenienti magari di evitare l’acquisto di rocce non tropicali.

Spero con questa semplice e ristretta guida di aver dato l’impressione di cosa siano le rocce vive e della loro importanza in un acquario marino tropicale.

 

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Ambientamento pesci

 

Spesso compriamo pesci dal nostro negoziante o magari ci vengono regalati da qualche amico e nel momento in cui li inseriamo in vasca notiamo dopo poco tempo l’insorgere di sintomi strani o addirittura malattie , cio’ è dovuto sicuramente ad un ambientamento non svolto nel modo ottimale , un ambientamento effettuato nel modo scorretto fà abbassare le difese immunitarie e quindi lo rende vulnerabiole a malattie.

Per ambientamento si intende una procedura lenta e continua che fa abituare il pesce alle condizioni del nuovo habitat, I problemi che possono insorgere per un mal Ambientamento pesci svolto in maniera errato sono principalmente di due tipologie :

  1. IMMEDIATI  cioè rilevabili immediatamente o quasi all’inserimento del pesce in vasca e i sintomi piu’ comuni sono nuoto scoordinato,respirazione accelerata ,scatti improvvisi ,stazionamento sul pelo dell’acqua. Questi sintomi il piu’ delle volte sono dovuti a condizioni chimico/fisiche dell’ acqua differenti da dove il pesce è stato fino a poco tempo prima. Se proviene dal negoziante è impensabile che lo stesso abbia una vasca per ogni specie di pesce adattata per valori e arredi visto che da loro è solo un provvisorio passaggio, giusto il tempo di piazzarli sul mercato.
  2. RITARDATO In genere i sontomi compaiono dopo circa 24 ore e si nota isolamento,dondolamento,puntini bianchi sulla cute ,difficoltà al nuoto quindi a risalire e discendere sul fondo ,inappetenza. Questo puo’ essere dovuto a diversi fattori che scatenando una forma di stress che fa abbassare le difese immunitarie e quindi l’insorgere di malattie quali ictyo , batteriosi , colonnaria e tante altre che se prese in tempo possono essere facilmente risolvibile.

Ovviamente il pesce , nella maggior parte dei casi, una volta inserito in vasca si isolerà per non essere attaccato dagli altri inquilini e magari non manifesterà interesse al cibo,  questo non vuole essere un segno di malessere ma solo un naturale comportamento della specie,trascorsi pochi giorni tutto tornerà alla normalità.Una attenta osservazione in questo periodo è consigliata.

L’Ambientamento pesci è un’operazione importantissima da non sottovalutare ed è per questo che ho pensato di stilare questa guida in modo da spiegare come effettuarlo sia in tempi che in modalità evitando qualsiasi problema.

L’operazione è buona norma effettuarla al buio in modo da non suscitare la curiosità degli altri inquilini che magari potrebbero attaccare i pesci appena inseriti.

Prendiamo il sacchetto con dentro i nostri amici pinnuti, apriamolo e mettiamolo a bagno nel nostro acquario,

attendere almeno 15 minuti, cosicché la temperatura dell’ acqua nel sacchetto si eguagli a quella della nostra vasca.

Ambientamento pesci Ambientamento pesci

Passato questo tempo, preleviamo dell’ acqua del nostro acquario pari al 20% dell’acqua del sacchetto e mettiamola lentamente all’interno dello stesso.

Attendere 15 minuti e ripetere l operazione per un totale di 5 volte, in modo che l’ acqua nel sacchetto raddoppi.

Questa operazione serve per far abutuare il pesce alle condizioni chimiche della vasca che potranno essere differenti da dove proviene.

Ambientamento pesci Ambientamento pesci

Passati gli ultimi 15 minuti con il retino prendere i nostri pesciolini e inserirli in vasca, togliere il sacchetto e buttare via l’acqua al suo interno. Consiglio vivamente di lasciare le luci spente fino al giorno seguente in modo da non stressarli ulteriormente.

IMPORTANTE: non mettere mai l’acqua del sacchetto dentro la vasca perchè potrebbe provenire vache soggette a cure o magari additivate di prodotti chimici,inoltre con lacqua si possono veicolare batteri,parassiti o altro che andrebbero a contagiare il nostro acquario.

 

Non si ritiene responsabile nè il compilatore di questa guida ne’ la direzione di acquariofili.com per eventuali errati utilizzi o per comportamenti diversi da quanto indicato nella guida.

 

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Acqua

Acqua per il nostro acquario qual’è la più indicata ?
Con questa breve guida cercherò di illustrare le varietà di acque che generalmente si impiegano per i nostri acquari e elencando ovviamente anche i motivi per i quali alcuni tipi non posso assolutamente essere utilizzate , in questo modo cercherò di chiarire molti aspetti e trovare quindi risposte ai problemi che sorgono inspiegabilmente nelle nostre vasche perchè magari si è convinti che l’acqua è tutta uguale.

Le varietà di acque si distinguono principalmente dal luogo e dal processo di provenienza e possono essere classificate in base ai valori chimici. Prenderemo in esame ovviamente quelle più utilizzate nelle nostre vasche che sono:

 

Acqua di rubinetto

L’acqua di rubinetto varia la propria durezza a seconda della zona in cui viene prelevata . Una cosa importante da sapere è che quest’acqua viene additivata da cloro una sostanza disinfettante che elimina gran parte dei microrganismi presenti,e che allo stesso tempo è poco sopportata dai nostri pesci.

Allo scopo di neutralizzare l’effetto del cloro sono presenti in commercio dei prodotti chimici detti appunto “anti-cloro” o biocondizionatori , dosati secondo le indicazioni del produttore. Sono ormai tutti molto efficaci ma è sempre bene evitare allo stretto necessario l’utilizzo di sostanze chimiche in vasca .

Se si vuole evitare di acquistare questi prodotti,basta riempire delle taniche e lasciarle esposte all’aria per 48 ore in modo che il cloro evapori naturalmente . Una volta che il cloro si sarà rimosso possiamo utilizzare l’acqua per l’acquario. Ovviamente questa acqua deve avere i valori chimici (ph,Kh,Gh,cond,)adatti alla specie di fauna/flora ecc che vogliamo allevare/coltivare. Per correggere questi valori occorre effettuare dei tagli con altre tipi di acque che riportano dei valori differenti e quella più utilizzata e l’acqua osmosi .Anche i parametri chimici di quest’acqua variano da paese a paese.

 

 

 

 

 

Acqua osmosi

L’acqua osmosi è quella ideale per il nostro acquario infatti risulta essere la piu’ indicata perche’ tramite un impianto di filtrazione si ottiene un acqua pura e priva di sali e inquinanti e grazie a sali appositi possiamo ricostruirla secondo i parametri che a noi interessano rendendola idonea al nostro biotopo.

In questo tipo di impianti viene sfruttato il processo di filtrazione dell’acqua infatti grazie alla pressione della rete idrica l’acqua attraversa (nel caso di un impianto a tre stadi) un primo filtro per catturare impurità e solidi sospesi presenti dopodicche’ l’acqua passa in un altro filtro a carboni attivi per trattenere inquinanti e additivanti disciolti e infine viene fatta passare attraverso una membrana che viene classificata in base alla maglia, piu’ stretta è la maglia meno è la quantità di acqua prodotta. La membrana rappresenta proprio il cuore dell’impiantino infatti è proprio qui che vengono trattenuti i sali responsabili della sua durezza, l’acqua quindi in uscita recuperata per essere utilizzata nella nostra vasca. Dalla membrana fuoriesce un altro flusso di acqua detta di scarto e rappresenta tutta l’acqua non filtrata molto ricca di sali,questa viene eliminata e non utilizzata.

In genere il rapporto di produzione acqua è di 1:3 cioe’ 1 litro di acqua buona e 3 litri di acqua di scarto.L’acqua va periodicamente controllata tramite i test in genere Ph e durezza e i filtri sostituiti ogni qual volta di produce molta acqua o si iniziano ad avere innalzamenti dei valori chimici dell’acqua prodotta.

Gli impianti si classificano per la membrana utilizzata e dalla sua capacità di filtraggio , ogni filtro rappresenta uno stadio,ogni impianto puo’ essere additivato di altri filtri aumentandone la capacità di filtrazione e quindi la qualità dell’acqua rimuovendo impurità, minerali, metalli, clorammine, nitrati, fosfati e silicati tutti presenti in quantità variabili .

Alcune specie che ospitiamo in vasca sono molto sensibili all’acqua ricca di bicarbonati, carbonati di calcio e magnesio questo comporta solo indebolimento dei pesci rendendoli più vulnerabili alle malattie e sopratutto agli attacchi batterici e parassitari.Ecco perchè quando si apportano modifiche in acqua sia per abbassare o alzare i valori Gh e Kh,(magari con l’ausilio di acqua osmosi) non dovrà essere assolutamente eseguito in modo drastico (cambio massimo di acqua 30%) le durezze vanno corrette in modo graduale perché potrebbe comportare l’indebolismo degli abitanti in vasca dando cosi’ anche modo a funghi e virus di svilupparsi molto velocemente.

In caso di cambio d’acqua con acqua osmosi per poter rabboccare l’acqua con uguali parametri occorre utilizzare appositi sali per acqua osmosi seguendo le istruzioni del produttore.

 

Acqua demineralizzata

l’acqua demineralizzata viene prodotta con diversi metodi per poter rimuovere i sali disciolti.Ma non è un acqua priva di batteri.Questo tipo di acqua è utilizzata nei processi meccanici dove sono da evitare i depositi calcarei per esempio nei ferri da stiro.

I processi utilizzati sono per bollitura recuperando quella evaporata o miscelando sostanze chimiche che fanno precipitare i sali sul fondo recuperando solo una parte dell’acqua, una cosa simile la facciamo quando si usa l’acqua di rubinetto che lasciamo gli ultimi 5 cm nella tanica che utilizziamo.L’acqua ottenuta da questi processi viene poi filtrata ma con filtri che non sono adatti e impiegatio per produrre acqua da utilizzare in acquariologia.

L’acqua demineralizzata può anche essere prodotta tramite uno scambio ionico impiegando delle resine anioniche o cationiche allo scopo principale di ridurre la conducibilità,i sali vengono rimossi tramite un pretrattamento con dei filtri osmotici.

L’acqua demineralizzata risulterà priva di sali e minerali. Il prezzo è molto conveniente ma sulla etichetta possiamo leggere in evidenza ” NON USARE IN ACQUARIO”. Se si effettua cambi d’acqua settimanali si investono gli stessi soldi di quanto ne vale la pena per acquistare un impianto osmosi nuovo e utilizzare all’occorrenza.

Ne sconsiglio vivamente l’utilizzo in acquario di questa acqua .

 

Acqua piovana

L’acqua piovana in linea di principio può sembrare la più pura e più adatta per  la nostra vasca perché e l’acqua che si ha disponibile in modo naturale e peraltro ad un costo pari a zero.

La prima cosa da chiederci è se questa acqua è adeguata, ovviamente dipende da dove si vive e come la si recupera. Se si vive in una città mediamente popolata l’acqua sarà contaminata da inquinamento a livelli mortali per i pesci in quanto troveremo disciolti tutti quei risultati da smog,polveri sottili e altri inquinanti che sono presenti fluttuanti in aria e che con le piogge vengono intrappolati e veicolati a terra,immaginatevi nelle città nei pressi delle raffinerie o laddove sono presenti dei processi industriali che inevitabilmente emettono in atmosfera sostanze di scarti anche nei limiti consentiti dalla legge.

E’ altresi’ sconsigliato cimentarsi a raccogliere l’acqua dai tetti o con particolari attrezzature atte a convogliare l’acqua perchè risultera’ molto ricca di polveri e altro che magari si deposita su questi supporti,tuttalpiù si puo’ recuperare dell’acqua solo esponendo all’aria dei contenitori con una bocca molto larga ma questo impiegherà tantissimo tempo.

Ne sconsiglio vivamente l’utilizzo in acquario di questa acqua .

 

Acqua minerale

L’acqua minerale, acquistata in farmacia per neonati può essere usata in acquario perché la  mineralizzazione è molto bassa e ha un pH neutro. Essendo l’acqua trattata non ha batteri, parassiti, virus o funghi.

Il costo di quest’acqua è di 1-1,20 euro per litro quindi non proprio conveniente.Ad ogni modo si puo’ vedere la sua composizione chimica sul retro della bottiglia dove sono riportati tutti i parametri chimico/fisici

 

Acqua di sorgente

L’acqua di sorgente è quella acqua che fuoriesce spontaneamente da rocce,terreni,cavità siano esse in altura o pianura , indipendentemente dalla sua qualità o parametri chimico/fisici.L’acqua di sorgente è definita un acqua pura perchè viene filtrata naturalmente da strati di rocce,sabbia o quant’altro incontra nel suo cammino in natura pero’ dobbiamo fare i conti al giorno d’oggi con tutti gli inquinanti presenti che vengono utilizzati nelle campagne sopratutto quando questa acqua sgorga in pianura e non in altura.

L’acqua di sorgente può essere contaminata da parassiti, batteri e funghi il quale può distruggere sia la flora che fauna presente in vasca. Se proprio la si deve utilizzare va bollita per eliminare agenti patogni ed eventuali formazioni unicellulari.

 

 

 

In conclusione spero di aver spiegato in modo semplice e intuitivo le acque che in genere possono essere utilizzate in acquario e quelle che non devono essere usate sottolineandone il motivo. Ad ogni modo mi sento sempre di consigliare l’acquisto di un impianto osmosi perche’ verra’ ripagato nel tempo e anche i nostri pesci ringrazieranno.La filtrazione osmotica risulta essere il metodo piu’ remunerativo e sopratutto puo’ essere prodotta acqua nella piu’ totale indipendenza quando se ne avrà la necessità e nelle quantità più opportune.

 

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Platydoras costatus

Platydoras costatus

Nome scientifico: Platydoras costatus

Nome comune: Pesce siluro zebra

Famiglia: Catfish

Luogo di provenienza: Sud America

Valori ottimali di allevamento: temp. 24-30°C,pH 6.5 – 7

Dimensioni: Puo’ arrivare fino a 20cm di lunghezza.

Allevamento e caratteristiche: È un pesce molto robusto e pacifico che predilige acquari con luce attenuata e molti nascondigli. Durante il giorno passa i maggior parte del tempo in una zona scelta. È caratterizzato da una corazza molto dura formata da placche taglienti. Si può allevare sia come unico individuo, sia con altri della sua specie, non infastidisce neanche i pesci piccoli. Importante è che l’acqua sia ben ossigenata.

Riproduzione: Non si ha nessuna notizia in merito riproduzione in cattività del Platydoras costatus

Alimentazione: molto goloso e accetta un ampia gamma di alimenti, dalle pastiglie per il fondo al mangime congelato, al secco

Note: Sulla sua corazza sono presenti delle placche ossee molto affilate che terminano a punta allo scopo di difesa da predatori quindi a causa di questo bisogna fare molta attenzione se si introducono le mani in vasca.

Adattabilità in acquario 90%
Difficoltà di allevamento 30%
Riproduzione in acquario 10%
Megalechis thoracata

Megalechis thoracata

Nome scientifico: Megalechis thoracata

Nome comune:hoplosternum thoracantum

Famiglia:Callichthyidae

Luogo di provenienza: SudAmerica

Valori ottimali di allevamento:Temp. 23°-28°C-ph 6,5-7

Dimensioni:Puo’ arrivare fino a 13/15cm di lunghezza.

Allevamento e caratteristiche:Megalechis thoracata è un pesce non molto conosciuto. Il corpo è ricoperto da placche ossee. Il colore varia dal bruno al nero con macchie scure su tutto il corpo. le pinne sono arrotondate. Quando diventa adulto il maschio si riconosce dalla femmina tramite le pinne pettorali che assumono un colore rossastro. Non è un pesce difficile da mantenere. è un pesce molto agitato quindi sconsigliato per acquari con pesci calmi e per vasche molto piantumate perchè tenderà a scavare per trovare e cibo, è sconsigliato tenerlo in vasche con fondo molto grosso perchè visto che è un pesce che scava c’è il rischio che si ferisca i barbigli. Può vivere fino a 10 anni.

Riproduzione:La riproduzione non è molto difficile. Il maschio costruirà un nido di bolle sotto una foglia di una pianta galleggiante,a quel punto la femmina deporrà le uova che il maschio andrà successivamente a fecondare. Il tempo di gestazione delle uova varia dai 4 giorni alla settimana, il maschio resterà di guardia e scaccierà tutti i pesci che si aggirano vicino al nido. Il maschio si occuperà degli avannotti anche quando saranno nati per 2/3 giorni.

Alimentazione:Vegetariano,cibo di piccola dimensione che va a fondo, anche pasticche per pulitori

Adattabilità in acquario
Difficoltà di allevamento
Riproduzione in acquario