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Allelopatia

Allelopatia

Allelopatia :da sempre la maggior parte di chi allestisce o crea un ambiente acquatico cerca di renderlo molto attraente e d’impatto infatti grazie ai colori nonché all’eleganza è entrato a far parte dell’arredamento dei nostri ambienti e non si realizza tenendo conto delle esigenze di flora e fauna quindi tante piccole indicazioni restano sempre e solo teoria poco applicata. Utilizzare piante di uno stesso biotopo o di stesse condizione chimico fisiche e magari far abitare l’ambiente a fauna proveniente dallo stesso biotopo diventa quasi una rarità.

Allelopatia

Ad ogni modo in questo articolo per quanto riguarda la flora volevo affrontare l’argomento allelopatia della quale,se ne sente timidamente accennare ma con poche certezze,è un argomento importantissimo poco trattato e con poca chiarezza visto che le testimonianze di allelopatia il più delle volte non vengono neanche notate e quindi non diffuse e discusse.

Con la parola allelopatia si racchiude una incompatibilità di alcune specie di piante ad essere coltivate nello stesso spazio per via di alcune sostanze chimiche chiamate allelochimici generati dalle piante a livello radicale o fogliare che vanno ad inibire la crescita degli altri organismi.Una vera e propria competizione tra specie.

Allelopatia

Questa inibizione può avvenire non solo a livello radicale ma anche in acqua,molte volte non viene evidenziato perché nelle vasche spinte con molta vegetazione si effettuano cambi ravvicinati e continui e quindi queste sostanze chimiche vengono inevitabilmente rimosse anche in parte.A livello radicale il fenomeno diventa più serio perché si assiste ad un continuo deperimento di una delle due specie con una scarsa crescita della stessa arrivando fino a marcire lasciando il posto alla sua rivale.

La produzione di sostanze allelochimiche da parte dalle piante avviene a scopo difensivo infatti con queste tossine cercano di autoimmunizzarsi da malattie e dall’attacco di specie animali e sopratutto per definire lo spazio vitale dove continuare la propria esistenza.

In vasca si può fare poco per limitare la produzione di queste sostanze ma si può fare qualcosa per limitarne la presenza,per la parte liquida basta effettuare cambi regolari a piccoli intervalli filtrando durante i cambi con carboni attivi che ne assorbono la presenza,per le radici basti lasciare dello spazio tra una pianta e l’altra oppure attenersi alle liste di allelopatie dimostrate e certe.

L’allelopatia dimostrata è indicata di seguito in un elenco mentre le alghe la sviluppano verso ogni altro componente vegetale proprio per garantirsi il sostentamento e il continuo proliferare.

Allelopatia

 

Allelopatia radicale

Cryptocoryne > Alternanthera
Cryptocoryne > Ludwigia Mini Red
Echinodorus > Vallisneria

Echinodorus > Cryptocoryne
Vallisneria > Cryptocoryne
Vallisneria > Alternanthera
Vallisneria > Bacopa
Vallisneria > Hygrophila

 

Allelopatia acquatica

Cabomba – Lemna minor
Ceratophyllum – Egeria densa
Ceratophyllum – Heteranthera
Ceratophyllum – Lemna minor
Egeria densa – Mayaca fluviatilis
Eichhornia crassipes – Ceratophyllum
Eichhornia crassipes – Lemna minor
Eleocharis acicularis – Hydrilla verticillata
Eleocharis parvula – Lemna minor
Heteranthera – Egeria densa
Hydrilla verticillata – Ceratophyllum
Juncus repens – Lemna minor
Limnophila – Egeria densa
Lilaeopsis – Cabomba
Myriophyllum – Lemna minor
Najas guadalupensis – Lemna minor
Sagittaria subulata – Potamogeton

Questo elenco è stato reperito in internet ed è stato stilato grazie alle testimonianze ed esperienze di utenti

Essendo poco trattato ho voluto affrontare questo argomento per far notare come questi processi metabolici non visibili ad occhio nudo possono essere determinanti nella vita vegetale nelle nostre vasche,in natura è molto diverso che in cattività perché in quel caso potrebbe essere utile il fenomeno allelopatia per cercare di continuare a svilupparsi e sostenere la propria convivenza limitando cosi’ l’infestazione da parte di altre specie essendo sottomessi ,invece in cattività diventa molto più difficile perché le specie vengono indotte dall’uomo e la rimozione delle tossine non avviene naturalmente ma con intervento mirato a tale scopo.

Spero che questa guida sia stata utile per approfondire molto semplicemente l’argomento inoltre esorto chiunque voglia approfondire con immagini o altre notizie o correggere delle inesattezze in merito a contattarmi personalmente e provvederò al più presto a modificare l’articolo.

 

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Guida redatta da Ferrara Marco
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Farlowella acus

Farlowella acus

Nome scientifico: Farlowella acus

Famiglia: Locaridi

Luogo di provenienza: Amazzonia

Valori ottimali di allevamento: Temp. 25-26°C – Ph 7 – kh5 – gh10

Dimensioni: fino a 15 cm

Allevamento e caratteristiche: Sono dei pesci che come tutti i locaridi amano starsene molto spesso immobili sopra una foglia,attaccati al vetro o a qualche legno,presentano un corpo molto allungato e non ama le acque con correnti molto alte e ambienti ben illuminati tanto è vero che staziona spesso in zone ombreggiate.Presentano un muso molto allungato chiamato rostro con una bocca a ventosa,la colorazione risulta sul marroncino con una linea nera che attraversa tutto il corpo.Evidenti come tutti i locaridi le placche ossee molto resistenti presenti sul suo dorso.

Riproduzione Il dimorfismo sessuale del Farlowella acus è evidente osservando la bocca come al quanto semplice visto che passano molto tempo della loro giornata attaccati anche al vetro,il maschio presenta una bocca carnosa con numerose setole che lasciano intravedere dei denti mentre la femmina risulta avere una bocca piu’ lineare senza setole ma sicuramente piu’ piccola. Riprodurre questa specie non è molto difficile in quanto le condizioni chimico fisiche dell’acqua non sono proibitive,oggi la maggio parte degli esemplari infatti vengono riprodotti e nopn importati.La difficoltà maggiore è alimentare i piccoli nelle prime fasi della nascita.La stagione della riproduzione ca dall’autunno alla primavera e depongono circa 60-80 uova che si schiuderanno dopo circa una dcina di giorni e sara’ il maschio a curare la ventilazione delle stesse,i piccoli si nutreranno del loro sacco vitellino per 4-5 giorni dopodicche’ inizierà il nuoto libero.

Alimentazione Il nutrimento di alghe in acquario rappresenta parte della sua dieta.

Crossocheilus oblongus Adattabilità in acquario 90%
Difficoltà di allevamento 30%
Riproduzione in acquario 20%
Hydrocotyle tripartita sp japan

Hydrocotyle tripartita sp japan

hydrocotyle tripartita sp japan

 

Nome scientifico: Hydrocotyle tripartita sp japan

Genere: Hydrocotyle

Famiglia: Apiaceae

Luogo di provenienza: Asia (Giappone)

Dimensioni: altezza 3-8cm larghezza 0,5-2cm

Temperatura: 22-28 ° C

Ph:6.0-8.0

Luce: Media

Posizione: epifita

Crescita: Media

Difficoltà: Facile

Riproduzione: Stolone

Note: E’ una bellissima pianta che prende il nome dal paese di origine e viene considerata una epifita in quanto può essere legata su arredi o legni e si aggrapperà da sola formando dei cespugli molto fitti e con foglie a tre stalli tutte indirizzate ad ombrello verso la luce formando una struttura altamente scenografica.

La Hydrocotyle tripartita sp japan è una pianta che anche con una luce media e con pochi nutrimenti cresce bene sviluppandosi in fretta stolonando verso ogni direzione, assorbe molti nitrati e sviluppa una rete fitta di radice che di tanto in tanto vanno sfoltite per evitare che soffochino la pianta.

Molto semplice da coltivare infatti si adatta anche alle più svariate condizioni chimico fisiche e per questo è consigliata anche ai neofiti. Gli acquascaper la utilizzano spesso ,anche se di difficile gestione perchè stolona tantissimo, per coprire arredi o spezzare le linee di forme e colori creati nei layout.

Per farla crescere bene ha bisogno oltre ad una buona luce buone concentrazioni di azoto e fosfati e di un fondo soffice (se si adagia sul substrato) in quanto dotata di radici piccole ma molto ramificate ,classiche delle epifite. Infatti nel suo paese d’origine la troviamo in zone con scarsa corrente.

Classificata anche come epifita la si può legare utilizzando fili di nylon o cotone facendo attenzione a non spezzare lo stolone oppure utilizzare delle colle cianoacrilate cercando di non coprire le zona dove si diramano le radici in genere negli internodi.

Non si hanno notizie su fini officinali per questa pianta

Ha una buona risposta in ambiente emerso (come si può vedere in foto sotto) ambientandosi velocemente.

Se vuoi saperne di più sulla coltivazione “clicca qui”

 

hydrocotyle tripartita sp japan2

Coltivazione emersa

 

Lilaeopsis carolinensis

Lilaeopsis carolinensis

Lilaeopsis carolinensis

 

Nome scientifico: Lilaeopsis carolinensis

Genere: Lilaeopsis

Famiglia:Apiaceae

Luogo di provenienza: America , Europa

Dimensioni: Altezza fino a 20cm

Temperatura: 22 – 28°C

Ph: 5.0 – 8.0

Luce: Media

Posizione: Frontale

Crescita: Lenta

Difficolta’:Media

Riproduzione Per stolonatura

Note: E’ una pianta paludaria che viene utilizzata nel mondo sommerso per ricreare dei pratini che non hanno bisogno di molte cure visto l’ottima crescita anche in condizioni non proprio favorevoli,basti pensare che viene coltivata anche in laghetti in paesi dove la temperatura invernale arriva anche sotto lo zero.La stolonatura fa si’ che la vasca ben presto sarà ricoperta da questa pianta che dà un bellissimo effetto con il suo verde intenso e le sue folgie lanceolate.La fioritura è qualcosa di stupendo infatti presenta un fiore bianco o rosso molto appariscente,di contro questa pianta è molto difficile da trovare in commercio essendo abbastanza rara e il più delle volte viene confusa con la Lilaeopsis brasiliensis essendo molto simile sia in forma che risposta alla vita sommersa ed emersa. relaxinfo.ch

 

Lilaeopsis carolinensis2pianta alla fine dell’inverno coltivata all’aperto