Acidi umici e Tannini

Quante volte abbiamo sentito parlare di Acidi umici e Tannini ? Le sostanze umiche costituiscono un gruppo di composti con diverse formulazioni chimiche , presenti nel terreno e nelle acque dolci.

La componente piu nota è data dagli acidi umici e dagli acidi fulvici , che sono sostanze organiche naturali derivanti dai processi biologici di decomposizione sopratutto di vegetali.Si tratta di macromolecole complesse formate sia da amminoacidi e carboidrati che da elementi inorganici come i silicati e da sostanze ad azione ormonale che sono molto reattive flucculano ,si agregano , formano complessi con altre sostanze , ed in acqua hanno parte attiva nelle modifiche della composizione ionica: ad esempio nella filtrazione tramite torba esse scambiano ioni riducendo il contenuto di soluti responsabili della durezza come il calcio.

Acidi umici e tanniniVisivamente la loro presenza è denunciata da una presenza di ” schiumetta” superficiale e da una colorazione scura dell’acqua di cui in massima parte sono responsabili gli acidi fulvici, queste sostanze,in quanto come detto derivanti dalla decomposizione di materiale organico , sono presenti in tutte la acque naturali ,tranne in quelle ipogee o sotteranee prive di organismi superiori e quindi poverissime di materia organica decomponibile, tuttavia nelle “acque nere” come quelle che danno il nome al “Rio negro” la loro concentrazione puo essere superiore di 10 a 100 volte rispetto alle acque normali .

In acqua da un ph neutro ad acido , la solubilita’ delle sostanze umiche e molto limitata : cosi’ nelle acque nere naturali(acidissime e con scarsa capacita’ di tampone ) in genere si ha una soluzione stabile di acidi umici e fulvici .

I benefici apportati ai pesci dalle sostanze umiche sono molteplici : agiscono sopratutto sulla superfice epiteliale dei pesci stimolando la moltiplicazione delle cellule mucipare delle pelle e favorendo cosi’ la produzione del muco epiteliale , che costituisce la prima barriera protettiva dei pesci contro i parassiti , ed altri agenti patogeni nell’organismo del pesce , le difese immunitarie cosi’vengono aiutate anche a livello degli anticorpi del sangue e dell’epitelio branchiale . In acqua le sostanze umiche si rendono utili limitando la tossicita’ di alcune sostanze legandole , grazie alla loro reattivita’ , e rendendole innocue per i pesci, di particolare importanza e la loro azione antimicotica e batteriostatica , sfruttata dagli allevatori per aumentare il tasso di schiusa nelle ovodeposizioni, e noto che le uova deposte sopra degli substrati “acidi” ( ad esempio legni di torbiera) sono meno sensibili all’atacco di muffe, funghi , e batteri , sempre in tema di riproduzione sembra accertato che in certe specie , le sostanze ormonali e preormonali , rinvenibili nelle sostanze umiche possano favorire anche la fertilita’ dei pesci.

Strettamente associati agli acidi umici sono i tannini , il termine tannino e stato coniato alla fine del settecento per indicare una sostanza presente negli estratti vegetali capace di combinarsi con le proteine della pelle animale in complessi indissolubili ,prevenendone la putrefazione da parte degli enzimi proteolitici e trasformandola cosi’ in cuoio.Itannini sono composti polifenolici costituiti prevalentemente da glucosidi , comuni nelle piante vascolari , in particolare sono associati ai tessuti legnosi (corteccia).

E’ evidente dunque che nell’acquario d’acqua dolce gli acidi umici e i tannini , possono fornire un valido contributo alla buona salute dei nostri pesci , limitatamente almeno a quelle vasche che devono tenere valori “medio bassi” quindi sono escusi gli acquari dove il ph e kh deve rimanere alcalino(ciclidi africani, carassi, ecc…).

Per utilizzare queste sostanze in vasca vi sono due alternative :

  1. introdurre in vasca materiali naturali che pian piano rilascino le sostanze
  2. ricorrere ai prodotti commerciali

Questi ultimi a loro volta sono suddivisi in:

  • estratti naturali di materiali organici( torba nera , estratti di foglie faggio , corteccia di quercia ecc…)
  • preparati sintetici , i tannini sintetici ad esempio si ottengono per la condensazione di formaldeide con acidi naftalinsolfonici.

Numerosi sono i materiali naturali che si possono introdurre in acquario per aumentare la concentrazione di tannini e sostanze umiche : pigne di ontano, foglie di faggio , foglie di quercia , il sughero , i legni di torbiera, e i gusci di noce di cocco con le fibre, il loro utilizzo pero’ ha dei potenziali inconvenienti , che ocorre conoscere e tenere sempre presenti per evitare spiacevoli sorprese.

Un filtraggio atraverso torba , una masiccia presenza di legni di torbiera, o ancora un sottofondo di torba , causa una lenta ma costante demineralizzazione dell’acqua , con abassamento di di durezza e ph che all’inizio puo essere graduale e quasi impercettibile , ma senza preavviso puo’ dare luogo ad un calo improvviso di ph con tutte le relative conseguenze ,cio’ si deve al fatto che le sostanze umiche cedute portano ad una netta diminuzione in pochi giorni della durezza dell’acqua , questo rischio e’ particolarmente elevato se’ l’acqua di partenza e gia’ neutra, (es. ph 6,5 / 7 e kh 2 / 3 ) mentre in un acqua molto dura ed alcalina gli effetti delle sostanze umiche sono meno insidiosi , almeno nel medio/breve termine , anche se ha poco senso introdurre un filtraggio su torba con acqua dai valori troppo alcalini ( es ph 8,5 e gh 25 / 30) , anche in questo caso bisogna fare attenzione perchè e possibile un brusco calo di durezza e ph, quindi non bisogna mai esagerare e tenere sempre sotto controllo i valori.

Vi e da tenere conto anche che non è possibile quantificare le sostanze umiche da introdurre in vasca perchè anche sui preparati commerciali le dosi sono indicative in quanto le varianti di cui si dovrebbe tenere conto nell’acqua di partenza sono troppe ,ad sempio: la durezza , il ph , l’abbondanza e il tipo di vegetazione, il tipo di fondo , il filtraggio , dall’aereazione, dal tipo di popolazione ittica , dalla presenza di un impianto co2, quindi e fondamentale tenere sotto controllo i valori durante l’uso , possibilmente il ph con un misuratore continuo.

Un altro inconveniente riguardo all’uso di materiali naturali riguarda la loro natura organica : in acqua si decompongono , del resto e propio dal processo di decomposizione che che derivano le preziose sostanze umiche da essi cedute , pultroppo pero’ cosi’ facendo si sovraccarica il filtro , avendo come risultato finale un quantitativo di nitrati superiore alla “normalita’ ” della vasca .

Un altro inconveniente riguardo all’uso di materiali naturali riguarda la colarazione dell’acqua , perchè per la coltivazione delle piante “eliofile”, l’acquario avrebbe bisogno di una luce superiore del 30 / 50 % in piu’ rispetto ad un acqua chiara e anche perchè a molte persone l’acqua color te’ non piace , pero’ bisogna anche vedere gli aspetti positivi di questa acqua che sono:

  • le livree dei pesci vengono esaltate sia direttamente che indirettamente grazie al fatto che sopratutto i pesci “acidofili” vi trovano condizioni di vita ottimali
  • le fosforescenze dei pesci di branco che vivono in natura in queste acque risaltano
  • la crescita di piante “ombrofile” giova della naturale filtrazione della luce e di conseguanza evita l’attacco da parte delle alghe infestanti sulle loro foglie
  • i pesci piu timidi e quelli con abitudini notturne , si ambientano molto piu facilmente , e sono spesso in attivita’ anche in pieno giorno . Per chi proprio non volesse un acqua” colorata ” senza pero’ rinunciare al prezioso apporto delle sostanze umiche e dei tannini ricordiamo che esistono in commercio diversi prodotti , sia naturali che sintetici , che che sono privi di qualsiasi proprieta’ colorante.

 

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La guida Acidi umici e Tannini è stata impaginata da Marco Ferrara

©www.acquariofili.com

bibliografia:

B.chin MIN k. e O-Y Chow Lin “1001 garden plant in singapore” (2003)-National park publis… Singapore

J Tetton “L’acquarium d’eau douce ” (1983) Aquarama

D. Vogt “nature et chimie”(1996) Acquarama

Da marte82, Venerdi’, 10 Gennaio 2010 17:00

Pterophyllum scalare

Pterophyllum scalare

Nome scientifico: Pterophyllum scalare

Nome comune: Scalare

Famiglia: Ciclidi

Luogo di provenienza: Sud America

Valori ottimali di allevamento: Temp. 27°C – Ph 6.5/6.8 – Gh 6°d – kh 3/4°d

Dimensioni : può raggiungere anche 25 cm in altezza

Allevamento e caratteristiche Lo Scalare è caratterizzato da un corpo alto, molto compresso ai fianchi. Il profilo dorsale è alto ma arrotondato, così come quello ventrale, più pronunciato. La pinna dorsale e quella anale sono molto alte, sorrette da lunghi raggi, che si riducono e diventano più sottili verso la parte terminale della pinna. Le pinne ventrali sono filiformi, formate da pochi raggi duri. La pinna caudale è a delta, molto ampia, con i raggi laterali allungati. La livrea selvatica presenta un fondo argenteo (con dorso giallastro e ventre tendente al bianco) con quattro strisce verticali bruno-nere (sette nella livrea giovanile).

Pterophyllum scalarePer determinarne il sesso fare riferimento alla foto sopra

Riproduzione Lo Scalare forma coppie monogame che rimangono fedeli tutta la vita: se uno dei due dovesse morire, difficilmente l’esemplare rimasto trova un altro compagno. Qualche giorno prima della deposizione la coppia inizia a ripulire accuratamente la foglia di una pianta sulla quale verranno fatte aderire le uova. Durante la deposizione la femmina e il maschio passano a turno sulla superficie della foglia: la femmina depone le uova e il maschio la segue nei suoi passaggi rilasciando gli spermatozoi. A deposizione avvenuta la coppia cura le uova e sorveglia il territorio finché queste non si schiudono. Le cure parentali consistono nella rimozione delle uova non fecondate e nell’ossigenazione, favorita dal ricambio dell’acqua, che i genitori assicurano tramite rapidi e ripetuti movimenti a ventaglio delle pinne pettorali. Una volta avvenuta la schiusa i genitori continuano a curare gli avannotti per alcuni giorni, abbandonandoli poi al loro destino.

Pterophyllum scalareIn foto Pterophyllum Scalare Gold

Alimentazione Lo Scalare è onnivoro e può essere alimentato sia con mangimi in scaglie sia con liofilizati e surgelato.

Note Si consiglia l’allevamento in piccoli gruppi in acquari alti almeno 50 cm che contengano 100 litri netti per coppia adulta.

Di seguito l’anatomia della specie

Per chi vuole approfondire l’argomento del suo biotopo consigliamo la lettura al seguente link : Clicca Qui

Adattabilità in acquario 90%
Difficoltà di allevamento 30%
Riproduzione in acquario 70%

Pistia stratoides

Nome scientifico: Pistia stratoides

Nome Comune: Cavolo d’acqua o cavolo del Nilo

Famiglia: Aracee

Luogo di provenienza: Cosmopolita

Dimensioni: Altezza 5-20cm Larghezza 5-20cm

Acqua: durezza media

Temperatura: 17-30°C

Ph: 5-8

Posizione: galleggiante

Luce: Alta

Crescita:veloce

Difficoltà: facile

Caratteristiche E’ una pianta da colore verde chiaro, molto semplice da coltivare, ha delle lunghe radici marroni, quindi ottima per assorbire nitrati, necessita di una luce molto forte e in età adulta nella pianta si può avere una infiorescenza veramente particolare perchè non ha assolutamente le sembianze di un fiore come si può vedere nella foto sotto.

Pistia fiore

Riproduzione: Avviene tramite piccoli stoloni che daranno vita a piantine proprio di fianco la pianta madre,potranno essere staccate per renderle completamente autonome.

Curiosità: La Pistia stratoides è una bellissima pianta che si consiglia di coltivare in laghetti dove trova un buon ambiente e condizioni tali per potersi svilupparsi e mostrare tutto il suo splendore, inoltre si ricorda di non immettere questa pianta in natura fiumi o laghi nostrani perchè si riproduce in modo molto semplice e veloce e potrebbe provocare danni ai nostri ambienti andando a infoltire intere superfici di fiumi e laghi.

La pistia è una pianta che viene utilizzata in acquari per il grande potere di assorbire nitrati e fornire allo stesso tempo riparo ad avannotti o piccola fauna sfuggendo cosi’ ai predatori

Limnophila hippuroides

Limnophila hippuroidesNome scientifico: Limnophila hippuroides

Genere: Limnophila

Famiglia:Scrophulariaceae

Luogo di provenienza: America

Dimensioni: Altezza 25-50cm Larghezza 2-4cm

Temperatura: 20 – 28°C

Ph: 6.0 – 7.0

Luce: Alta – Altissima

Posizione: Posteriore o laterale

Crescita: Veloce

Difficolta’:Media

Riproduzione Per talea

Note: La Limnophila hippuroides è una bellissima pianta quanto imponente infatti in buone condizioni , buona fertilizzazione , forte illuminazione e con somministrazione di CO2 si sviluppa con uno stelo molto robusto che in breve tempo tendera’ all’emersione quindi dovra’ essere soggetto ad una frequente potatura.

E’ una pianta abbastanza esigente ma che in breve tempo dara’ belle soddisfazione perche’ la sua colorazione rosso/violacea è favvero fantastica come perlatro il suo fiore che si presenta con la classica forma a calice di una colorazione giallo/violace abbastanza vivace.

 

Questa pianta viene utilizzata molto dagli acquascapers per dare impionenza all’allestimento visto i suoi steli che in condizioni favorevoli risultano molto robusti e con una rosetta di apice molto grande che tende a colorarsi di viola in base alla luce ricevuta.

Non è consigliata ai neofiti visto le eccessive esigenze sia in termini di luce che di fertilizzazione ,non gradisce molto gli sbalzi chimici sopratutto di ph infatti in quel caso tende a fermare la sua crescita che anzichè veloce risulta lenta e dando luogo anche a deformazioni apicali.

Interrare le piante ad una distanza di un paio di centiometri per evitare di farsi ombra a vicenda.

 

Hygrophyla polisperma rosanervig

Hygrophyla polisperma rosanervig

diNome scientifico: Hygrophyla polisperma rosanervig

Genere: Hygrophila

Famiglia: Acanthaceae

Luogo di provenienza: Asia

Dimensioni: Altezza 25-40cm Larghezza 10-20cm

Acqua: senza particolari pretese

Temperatura: 18 – 30°C

Ph: 5 – 9

Luce: Alta

Posizione: Centrale o posteriore

Crescita: Veloce

Difficoltà: Facile

Caratteristiche: La Hygrophyla polisperma rosanervig è una pianta essenziale per l’acquario perche’ essendo a crescita veloce circa 10cm ogni settimana favorisce l’equilibrio dell’azoto nella vasca .

Si distingue per la crescita veloce e foglie di un verde particolare soprattutto se aiutata con co2 e buona luce di almeno un rapporto di 0,5 Watt/litro.

Non è molto esigente ma soffre la carenza di potassio infatti le foglie basse in mancanza di luce e potassio tendono a bucarsi.

Hygrophyla polisperma rosanervigQuesta pianta in presenza di buona luce tenderà a sviluppare negli apici un colore che si avvicina molto al rosato da cui appunto prende il nome .

Invece in presenza di poca luce la crescita sarà lenta e con getti piccoli e scoloriti.

La fertilizzazione a cui fare particolare attenzione è quella in colonna perchè la pianta assorbe ciò di cui ha bisogno dalle foglie e si completa con l’apparato radicale il quale non si svilupperà molto ma resterà esile e pieno di capillari, per questo motivo può essere inserita in pochi cm di substrato.

Questa pianta è molto utilizzata negli allestimenti per ricreare un muro verde nella parte posteriore della vasca ,

crescendo e arrivando in superfice può fare da supporto ai pesci costruttori di nido di bolle per via delle grandi foglie che sviluppa.

Per la sua potatura tagliare tra gli internodi e ripiantare l’apice che continuerà a crescere , dalla parte restante la pianta emetterà delle gemme che ben presto diventeranno piantine autosufficienti da staccare e piantumare nel substrato.

Per la sua potatura tagliare tra gli internodi e ripiantare l’apice che continuerà a crescere , dalla parte restante la pianta emetterà delle gemme che ben presto diventeranno piantine autosufficienti da staccare e piantumare nel substrato.

Inoltre la pianta emetterà delle talee o getti laterali che le talee che si possono benissimo ripiantare e avere in breve tempo una piantina ben radicata.

Non si conoscono fini officinali per questa pianta.

Riproduzione: Per talea

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