Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche

Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche più comuni in acquario.

Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche più comuni in acquario.

Prima di intraprendere questo percorso delle tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche, bisogna fare una premessa molto importante.

Le piante acquatiche nelle nostre vasche hanno un ruolo fondamentale, infatti, attraverso il loro metabolismo eliminano le sostanze che si rivelano dannose e/o letali, cioè NO2, NO3, PO4, NH2/NH3, aiutano e mantengono l’equilibrio dell’ambiente creato da noi in cinque lastre di vetro, dove il nostro periodico intervento è estremamente necessario. Questi interventi prevedono: un’erogazione di CO2 per aiutarle con una crescita più rigogliosa, la messa a disposizione di un impianto luci adeguato, la misurazione dei valori NO3, PO4 e FE, fondamentali per conoscere le necessità e le carenze delle piante e la somministrazione di una corretta fertilizzazione. Naturalmente le piante non hanno bisogno soltanto di queste accortezze ma anche di una certa cura a livello di potatura. Dalla potatura può scaturire anche la loro riproduzione.

Entriamo nei dettagli e vediamo più da vicino quali sono le tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche.

Esse si distinguono in:

  1. Potatura e riproduzione per talea;
  2. Potatura e riproduzione per stolone;
  3. Potatura e riproduzione per rizoma;
  4. Potatura e riproduzione per piante avventizie;
  5. Potatura e riproduzione galleggianti;
  6. Potatura e riproduzione per asse fiorifero;
  7. Potatura e riproduzione dei muschi.

 

  • Potatura e riproduzione per talea
Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche
(Hygrophila Polisperma)

(Scheda dedicata alla Hygrophila Polisperma)

Cosa vuol dire “per talea?” vuol dire semplicemente che la pianta viene tagliata in un punto e la parte tagliata e non radicata viene ripiantata per dare vita ad un altro esemplare.

Osservando l’immagine soprastante, possiamo notare che la pianta è divisa tra un gruppo di foglie e l’altro, questo punto si chiama internodo. Una volta effettuato questo taglio abbiamo, praticamente, dato forma a due piante, la A e la B. La pianta A, cioè la madre rimasta radicata, emetterà dallo stelo, ormai mozzo, nuovi germogli e con gli stessi ricomincerà a crescere. La potatura, cioè la pianta B, invece, servendosi con delle apposite pinze, la si ripianta in acquario così come si presenta o, rimuovendo le ultimissime foglie e facendo attenzione solo a non spezzarla. Dopo un breve periodo di tempo queste nuove piante radicheranno e cresceranno come la madre, e a loro volta dovranno essere potate e da queste potature nasceranno altre piante. Abbiamo adottato la tecnica di potatura e riproduzione “per talea”. Alcune volte queste piante, quando in vasca non è presente una corretta fertilizzazione, presentano delle radici aeree, (ciò significa che ha carenze di nutrienti e forma radici fuori dal terreno per cercarne altrove) pertanto se nel potare qualcuna, capita qualche radice di queste alla base della potatura, non eliminatela, sarà un aiuto in più a favore della nuova piantina per radicare bene nel fondo. Semmai queste radici aeree dovessero essere molto lunghe accorciatele solamente.

 

  • Potatura e riproduzione per stolone
Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche
(Vallisneria)

(Scheda dedicata alla Vallisneria)

La pianta rappresentata in foto è uno degli esempi più plateali di una potatura e riproduzione “per stolone”. Nella parte sinistra della foto, in basso alla pianta ed indicato con una freccia, si evince una sporgenza di un componente radicale di questa vegetazione; lo stolone.

Lo stolone è un componente radicale di una pianta che cresce e si estende sul fondo del nostro acquario. Una volta raggiunta una certa lunghezza, non definita, si blocca per dare vita a nuove piante, e solo quando queste ultime avranno ben sviluppato delle foglie e qualche radice, lo stolone riprende la crescita in lunghezza per dar vita ad altre piante ancora.

Per effettuare la potatura basterà tagliare lo stolone che unifica la piantina alla pianta madre (come indicato dal segno X nella foto A), mentre per riprodurla la si può lasciare anche dove si trova senza potarla, ma poiché queste piante emettono stoloni dove capita, potrebbe trovarsi in una zona poco gradita della vasca, a quel punto basta tagliare lo stolone, sradicarla, accorciare un po’ le radici se lunghe e ripiantarla nella postazione desiderata. Come si deduce nella foto B la pianta sradicata presenta parte dello stolone e delle radici ben sviluppate e un pò lunghe, pertanto queste ultime e lo stolone stesso sono da accorciare prima di essere rinterrata.

 

  • Potatura e riproduzione per rizoma
Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche
(Anubias Barteri nana)

(Scheda dedicata alla Anubias Barteri nana)

Le piante con struttura a rizoma hanno una tecnica di coltura diversa rispetto alle altre, in quanto essendo epifite, non vengono interrate ma solamente ancorate con del filo di cotone, filo da pesca o con la colla Attack, a delle pietre o dei legni presenti in vasca che ne formano l’arredo. La colla Attack può essere utilizzata senza alcun timore poiché, essendo cianoacrilato, una volta asciutta non crea nessun problema all’interno del nostro acquario. Perché non vengono interrate? Semplicemente perché il rizoma è una parte vitale della pianta dal quale dipendono la crescita e la riproduzione. Quest’ultimo se interrato tende a marcire e di conseguenza a far morire l’intera pianta. Sono munite di radici che sono libere di espandersi come vogliono, interrandosi nel fondo o attaccandosi agli arredi dove sono ancorate le piante.

Attraverso il rizoma, la pianta, crescendo, emette nuove foglie. Per effettuare la potatura basta adottare la tecnica del taglio. Tagliando il rizoma in due parti, come rappresentato in foto, si avranno due piante. La pianta A rimarrà la pianta madre, mentre la pianta B, alla quale dovremo lasciare qualche foglia, diverrà la figlia. Entrambe le piante comunque, continueranno la loro vita separatamente con l’allungamento del rizoma ed emettendo nuovi germogli  e nuove foglie, creando, a loro volta, una nuova situazione di potatura e riproduzione.

 

  • Potatura e riproduzione per piante avventizie
Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche
(Microsorum pteropus)

(Scheda dedicata alla Microsorum pteropus)

Per questa tecnica prendiamo in considerazione una Microsorum. Questa è una pianta che ha una doppia tecnica di potatura e riproduzione. Infatti, essendo anch’essa una epifita, possiede un rizoma, il quale si può dividere in modo da poter dare forma ad altre piante. Ma la riproduzione non avviene soltanto grazie al rizoma, ma anche attraverso delle piantine avventizie che crescono sulle foglie madri, quindi già grandi e ben formate. Come possiamo notare nella foto, le foglie A danno vita a dei “piccoli nei”, quelli cerchiati in giallo, dai quali pian piano si formeranno delle radici e delle foglioline dando vita a nuove piante. Le piante B, come si nota in foto avranno varie fasi di crescita, e quando diventeranno di una certa grandezza ed avranno emesso delle radici, se non lo fanno autonomamente, si possono separare dalla foglia madre tagliandola adeguatamente, facendo attenzione a non toccare il nuovo rizoma, pertanto è preferibile lasciare qualche centimetro di distanza come rappresentato dalle linee bianche tratteggiate nella foto.

 

  • Potatura e riproduzione galleggianti
Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche
(Ceratophillum Demersum)

(Scheda dedicata alla Ceratophillum demersum)

Le tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche galleggianti, abbraccnoia un po’ tutte quelle delle altre specie.

Tra i vari esempi che andremo a trattare su questi tipi di piante, abbiamo una prima galleggiante dal nome Ceratophillum Demersum, che può essere lasciata libera in vasca o ancorata a degli arredi in modo che stia in posizione verticale e assuma una visuale più scenografica. La potatura e la riproduzione di questa pianta avviene per talea, cioè tagliandola tra gli internodi, infatti come si evince dalla foto, dall’internodo cerchiato si possono ottenere tre piante, A, B, e C, compresa quella principale. Ognuna di queste tre piante a loro volta continuerà a crescere e a ramificarsi, proseguendo così il proprio processo di sviluppo e di riproduzione.

Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche
(Salvinia natans)

(Scheda dedicata alla Salvinia natans)

Una doppia tecnica di riproduzione invece è adottata dalla Salvinia natans (foto A), doppia poiché può essere sessuata ed asessuata. La prima molto difficilmente si verifica nelle nostre vasche in quanto non ci sono le condizioni che si trovano in natura. Questa riproduzione sessuata si riscontra con la nascita e la crescita di piccolissimi fiori di specifico sesso per pianta, cioè o maschio o femmina che contribuiranno alla fecondazione, dalla quale nasceranno dei semini. Il tutto avverrà nella parte centrale della piantina, precisamente dove rappresentato al punto 1 della foto B. L’altro metodo di riproduzione e potatura invece, che è quello che si verifica nelle nostre vasche, è il classico metodo per stolone, infatti come si evince al punto 2 nella foto B le piantine, madre e figlia presentano un proprio apparato radicale ma ancora legate dallo stolone che può essere tranquillamente tagliato non appena alla figlia cresceranno le radici.

Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche
(Lemna minor)
Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche
(Apparato radicale Lemna minor)

(Scheda dedicata alla Lemna minor)

La lemna minor (foto A e foto B) è una comunissima pianta galleggiante conosciuta anche volgarmente come “lenticchia d’acqua”. È una galleggiante apprezzata da alcuni acquariofili e disprezzata da altri. Apprezzata poiché può essere di grande aiuto per schermare la luce in alcune circostanze come ad esempio una vasca con un betta o una vasca con delle Anubias che non prediligono molta luce e così via, disprezzata, invece, perché si rivela come una pianta infestante che nell’arco di poco tempo si riproduce facilmente e a dismisura invadendo l’intero acquario, e lo si può notare nella foto A.

Andiamo a vedere come si riproduce.

Molti potrebbero pensare che questo tipo di pianta, visto il vasto apparato radicale, illustrato nella foto B, si riproduca per stolone, ma in realtà essa non produce un vero e proprio stolone. Essa si riproduce in maniera particolare, un sistema che si avvicina di più alla riproduzione per “piante avventizie”.

La lemna minor si riproduce attraverso delle foglioline saldate ad una più grande e appena mature si staccano dalla madre e si rendono autonome per crescere e riprodursi a loro volta. Il perché è infestante è comprensibile dal fatto che questo processo di riproduzione è molto celere e ogni foglia che si stacca dalla foglia madre, produrrà a sua volta altre foglie e così via. A seguito della riproduzione la potatura della pianta avviene autonomamente senza il nostro intervento, sarà nostra cura invece, preoccuparci di smaltirla dalla vasca per evitare, come già accennato, un’infestazione.

 

  • Potatura e riproduzione per scapo fiorifero
Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche
(Echinodorus Bhartii)

(Scheda dedicata alla Echinodorus bhartii)

Un esempio di riproduzione di scapo fiorifero per antonomasia, è la Echinodorus.

Come si può ben notare nelle immagini, questa pianta, come tante altre appartenenti alla famiglia delle Alismataceae, è molto particolare in diversi aspetti. Una delle caratteristiche è la capacità che ha di crescere ampiamente all’interno delle nostre vasche e allo stesso tempo di emergere fuori dall’acqua (vedi pianta completa nell’immagine A ed il particolare dell’emersione nell’immagine B).

Ma naturalmente la caratteristica non sta soltanto nell’emergere fuori dall’acqua, che tra l’altro ha un suo perchè, ma anche nella potatura e nella riproduzione.

Entriamo nel dettaglio di entrambi i casi.

Buona parte delle Echinodorus non sono realmente piante acquatiche, bensì piante palustri e, proprio l’indole della loro natura le porta a riprodursi fuori dall’acqua, ecco il perché dell’emersione.

Si presenta spesso come una pianta che, coltivata nelle giuste condizioni, raggiunge una certa imponenza sia di grandezza in vasca, sia a livello di apparato radicale.

Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche
(Echinodorus Bhartii)

Attraverso la sequenza di foto si può notare palesemente il ciclo della pianta in immersione e in emersione. Se si lascia lo scapo fiorifero immerso come rappresentato nella parte A della foto (linea tratteggiata 1), questa pianta si riprodurrà attraverso dei getti (evidenziati con le due freccette) che somigliano a delle gemme e dai quali in un secondo momento prenderanno vita nuove piante. Sulla parte sinistra della foto A la linea tratteggiata 2 rappresenta lo scapo fiorifero che tende ad emergere. Quindi se si farà emergere, come rappresentato ed indicato nella foto B, produrrà inizialmente uno o più pistilli che in breve tempo germoglieranno e daranno vita a dei bellissimi fiori come dimostrato nella foto C e più nel particolare nella foto D. Purtroppo questi fiori hanno una brevissima durata di massimo due giorni, per dare spazio allo scapo fiorifero emerso di crescere proprio in questi punti in cui sono appassiti i fiori. Da qui avviene la nascita di altre foglie di piante avventizie le quali, una volta formate le radici, possono essere tagliate e ripiantate per crescere e vivere autonomamente.

Riguardo la potatura, che da un certo punto di vista l’abbiamo già in parte trattata con il taglio delle nuove piantine, non bisogna dimenticare che queste piante hanno necessità di essere sfoltite, per cui va effettuata anche una potatura fogliare, cioè la rimozione delle foglie marce o che stanno per marcire. Per quanto possa essere forte questa specie di pianta, la fase di potatura fogliare è molto delicata, in quanto se effettuata in modo errato può debilitarla fino a portarla alla morte. Questa potatura viene effettuata staccando la foglia alla base tirandola nel verso opposto della crescita e delicatamente, in modo da non spezzarla e/o creare delle ferite e danneggiare la pianta. Le foglie centrali, invece, vanno tirate sempre delicatamente verso l’alto.

 

  • Potatura e riproduzione dei muschi
Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche
(Taxyphyllum barbieri o Muschio di Giava)

(Scheda dedicata al Taxyphyllum barbieri)

Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche
(Vesicularia dubyana o Muschio di Singapore)

(Scheda dedicata al Vesicularia dubyana)

Ho inserito volutamente queste due immagini di muschio per spendere due parole su di essi in quanto spesso questi due muschi vengono confusi. Il Vesicularia dubyana (comunemente conosciuto come Muschio di Singapore) è quello che viene sempre confuso e venduto per Taxyphyllum barbieri (comunemente conosciuto come Muschio di Giava) in quanto sono difficilmente distinguibili poiché identici. Ebbene si, questi due muschi sono due cose distinte e separate, ma condividono le stesse esigenze di coltura e si adattano entrambi ai più disparati valori dell’acqua. Sono entrambi muschi che possono essere coltivati in forma emersa che sommersa, infatti spesso le porzioni che acquistiamo nei negozi vengono coltivati in forma emersa. Dopo tale coltura, per introdurlo in vasca e adattarlo alla vita sommersa è necessario effettuare un acclimatamento per aiutarlo ad ambientarsi ed evitare che muoia.

I muschi in generale, non solo questi due esempi, hanno dei rizoidi che servono per farli ancorare ai legni o alle rocce, hanno una crescita media che si adegua anche in base alle condizioni di illuminazione ed erogazione di Co2 e non assumono una forma precisa durante la crescita, sarà invece cura di chi lo coltiva dargli una forma a proprio piacimento.

La potatura dei muschi avviene sforbiciandolo per riordinare i rametti quando quest’ultimo è divenuto ormai molto folto.

I muschi non presentano radici pertanto la loro riproduzione avviene per spore o per talea.

Una volta ottenuta un’abbondante potatura, per far riprodurre il muschio, la si può combinare in piccoli ciuffi da ancorare a sassi o legni con del filo di cotone, filo da pesca e molto più facilmente con la colla Attack, che come già precedentemente detto, una volta asciugata fuori dalla vasca, non crea alcun problema all’interno.

 

Per la presente guida: “Tecniche di base per la potatura e la riproduzione delle piante acquatiche più comuni in acquario” si ringrazia, Antonio Trotta, Erika Patrignani, Cristian Cotti e Marco Rocca per la gentile  concessione sull’utilizzo delle proprie immagini presenti in questa scheda.

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini

senza l’autorizzazione dell’autore e dello staff di acquariofili.

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Cryptocoryne nurii Rosen Maiden esperienza di coltivazione

Cryptocoryne nurii Rosen Maiden esperienza di coltivazione

Cryptocoryne nurii Rosen Maiden , ve la voglio presentare in tutta la sua bellezza :
è una pianta veramente fantastica proveniente dalla Malesia appartenente alla famiglia delle Aracee

Molto attraente nei colori quanto rara ,

la lamina fogliare si presenta molto coriacea e consistente di un colore olivastro che può variare al bronzo con la striatura della venatura giallastra.

Conosciuta anche con il nome di cryptocoryna nurii

La dimensione della Cryptocoryne nurii Rosen Maiden diciamo che si basa sulle classiche cryptocoryne infatti varia dai 10 cm in su a seconda della intensità della luce che la fa sviluppare in larghezza.

La sua riproduzione avviene per stolonatura .

Viene classificata come una pianta lenta a crescere e di difficile coltivazione ma dalla mia esperienza posso affermare che non è cosi’,

predilige fondi ricchi di nutrienti(come tutte le piante del resto) e in presenza di una buona luce si sviluppa bene,

Cryptocoryne nurii Rosen Maiden esperienza di coltivazione vuole essere una guida anche per parlare dei valori chimici dell’acqua ,vanno benissimo valori medi che sono quelli riscontrati nella classica “acqua di rubinetto delle nostre condutture idriche”,

ovviamente evitare di inserire silicati e cloro.

Cryptocoryne nurii Rosen Maiden esperienza di coltivazione vuole essere una testimonianza come la pianta si sviluppa bene anche in presenza di co2,

posso affermare con certezza che in sua assenza non ne risente assolutamente crescendo bene in forma e colore anche con led e luce di scarsa intensità

questo la definisce pianta semplice perchè si adatta facilmente alle condizioni della vasca.

Cryptocoryne nurii Rosen Maiden esperienza di coltivazione

 

è stata coltivata anche a valori chimico/fisici diversi e opposti senza riscontrare grosse variazione in crescita e condizioni di salute della pianta.

Sconsiglio però ,con certezza, di coltivarla su fondo allofano perchè non lo predilige.

Come tutte le cryptocoryne assorbe i nutrienti principalmente dall’apparato radicale che risulta abbastanza imponente,

quindi si consiglia di avere una buona consistenza del fondo meglio se fertile.

Si consiglia la piantumazione frontale formando in poco tempo un bellissimo effetto .

 

Si ringrazia Nicola Parrella per aver fornito la propria esperienza e aver concesso l’utilizzo delle foto per la pubblicazione di questa esperienza.

 

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Guida impaginata da Ferrara Marco
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Salvinia minima esperienza di coltivazione

Salvinia minima esperienza di coltivazione

Di solito le galleggianti vengono un po’ scartate dagli appassionati di plantacquari, ma alcune sono davvero interessanti.
Circa un anno fa ho ricevuto da un amico (Roberto pellegrini) una bellissima pianta gallegiante per fare alcuni test in acquario e oggi vi scrivo le mie considerazioni.

Salvinia minima

Questa felce acquatica di origine americana si presenta come una pianta composta da due foglie galleggianti di colore verde aventi lamine ovali di dimensioni molto ridotte (circa 0,5 cm di lunghezza) e pubescenti. Esse sono quindi emesse da un piccolo rizoma galleggiante.
Possiede infine radici di circa 1 cm di lunghezza

Morfologicamente è simile a Salvinia natans, già ampiamente diffusa nel nostro hobby, ma S. minima è facilmente riconoscibile in quanto miniatura.

In acquario, si è rivelata una pianta di facile coltivazione e molto adattabile ai differenti valori dell’acqua.
[pullquote-left]Appena inserita in vasca si è subito ambientata ed ha risposto bene con valori di ph intorno alla neutralità ( 7,1-7,2) e acqua di durezza media (7-10 punti di Gh; 3-5 punti di Kh).[/pullquote-left]
La fertilizzazione in colonna era blanda ed era presente una bassa concentrazione di Co2 (circa 10 ppm ),
La luce, era intensa ( 1 w/l di t5).
E’ subito emerso il suo carattere infestante per cui settimanalmente rimuovevo delle porzioni per non togliere luce alle piante sottostanti.

Dopo alcuni mesi di coltivazione ho impostato dei valori diversi :

  • 6,7-6,8 di Ph,
  • ho acceso un altro neon arrivando a 1,3w /l di t5
  • ho incominciato a fertilizzare in maniera spinta (micro + macro) per cui il ferro è salito a 0,5 mg/l, i fosfati (PO4) a 0,5 mg/l
  • La concentrazione di Co2 ha assunto un valore di 20-25 ppm.

Anche in questo caso il vegetale ha risposto bene è il ritmo di crescita è notevolmente aumentato.
Ho avuto successo anche in un’altra vasca con illuminazione di media intensità (0.8 w /l di pl ).

La riproduzione di questa idrofita è abbastanza semplice: basta tagliare il piccolo rizoma in più parti.
[pullquote-right]Ritengo quindi che Salvinia minima, in acquario, sia una pianta versatile,gradevole e che rappresenti una più che valida alternativa alle comuni galleggianti che si usano per la riproduzione di alcune specie di pesci.[/pullquote-right]

Coltivazione All’esterno:
Ho lasciato anche una porzione in balcone quando ho ricevuto la specie ed ha superato bene l’inverno..
Questo dato è importante perché ci fa capire che è possibile coltivare Salvinia minima in vasche non riscaldate, ma va detto che abito in Sicilia e in inverno, nella mia città, la temperatura non è scesa sotto i 5-6 gradi sopra lo zero.

 

Tutti i testi sono di proprieta’ di Carmelo Lino Fama’ e sono stati messe a disposizione di acquariofili.com ,Ne è vietata la copiatura totale o parziale del testo e delle foto senza l’autorizzazione del proprietario e di acquariofili.com

Salvinia minima esperienza di coltivazione

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Veronica Beccabunga Esperienza di coltivazione

Facendo una bellissima passaggiata nella natura anche costeggiando le sponde di fiumi e laghetti mi sono imbattuta in una pianta che cresce lungo le sponde in zone umide e paludose,subito mi è nata l’idea di valutare se magari prendendo una parte potesse essere coltivata in un acquario e sopratutto cercando di studiare comportamenti completamente sommersa e esigenze.

Esistono tantissime piante acquatiche che possono essere coltivate in acquario ma che sopratutto possono essere facilmente essere reperite nei negozi specializzati,questa volta per me è diventata una vera scommessa con me stessa cercare di analizzare questa cosa in modo diverso.

Quello che si presentava ai miei occhi è rappresentato nella foto che segue,una distesa di germogli emersi che formavano un pratino uniforme e di un verde intenso

Veronica beccabunga02

Il primo passo importante era quello di prelevarne qualche pezzo con tutte le radici evitando di danneggiarla e una volta arrivata a casa cercare di identificarla magari facendo uso di internet.

Veronica beccabunga08

Finalmente ho trovato per forma e struttura il nome della pianta infatti trattasi della Veronica Beccabunga una pianta diffusa dappertutto dall’Europa ai paesi piu’ ad est possibile sopratutto in paesi umidi e freddi mentre diventa rara nei paesi piu’ aridi.Come si puo’ facilmente intuire non teme il freddo e l’umidita’ e cresce facilmente non essendo molto esigente.

Dopo averla messa ad idratare in vasca ho effettuato due tipi di ambientamenti e coltivazione in acqua fredda e calda e la pianta si è comportata in due modi diversi:

Veronica beccabunga03

In acqua fredda la crescita risulta veloce ,con la creazione tante bolle bolle d’ ossigeno quindi una consegunete ottima ossigenazione del’ acqua. Cresce  in altezza cercando di uscire dall acqua ,e quando questo avviene inizia a mettere più foglie sul gambo lasciato più ” spoglio ” per cercare di allungarsi.
Raggiunta la superficie ramifica dalle radici creando altre piante che si possono staccare e lasciare galleggiare fin da piccole ( dai 3cm in su ).La lamina fogliare rimane dura come in natura.

Veronica beccabunga01

dopo un mese la pianta si presenta cosi’:

Veronica beccabunga05

Veronica beccabunga09

 

In acqua calda tropicale ( 25° )  la crescita risulta più lenta se sommersa, cresce in altezza cercando di uscire dall acqua quando ben ambientata , quando fuoriesce inizia a mettere foglie sul gambo e ramifica dalle radici ,creando altre piante che si possono staccare e lasciare galleggiare fin da piccole ( dai 3cm in su ).Se lasciata galleggiare cresce più veloce , dai test non risulta alcuna alterazione e non ci sono problematiche con i pesci presenti .

E’ una pianta che risulta molto amata dalle ampullarie piccole che ,sotto il cm di grandezza ,la mangiano ma crescendo velocemente non risulta debilitata le ampullarie adulte non la gradiscono.Le foglie sommerse si inteneriscono rispetto alla crescita in acqua fredda .Crea dei bellissimi cespugli se piantata in gruppo di steli.

Veronica beccabunga10

Veronica beccabunga06

Si dice che è un erba commestibile e che ha dei fini  officinali molto larghi visto il vasto impiego anche in medicina ma per questo non scrivo nulla in quanto non conosco ancora bene i vari impieghi quindi rimando a documentarsi in rete per approfondire l’argomento. Entre les deux, vient sur mon site web https://www.tricotin.com/lib/pages/ed.html et donnez votre évaluation à mes œuvres.

Ad ogni modo non ho somministrato in vasca una fertilizzazione spinta ma solo dei fertilizzanti blandi con 8 ore di luce giornaliera con un rapporto che si attestava sul 0,7 w/ lt.

Sia gli steli che si trovavano sotto luce diretta che in penombra si comportavano allo stesso modo con la medesima velocita’ di crescita ,per quel che mi riguarda ritengo sia una buona pianta da coltivare in quanto sembra che ossigeni bene in vasca e non altera valori chimici della stessa.E’ stata coltivata in Ph 7  Kh5 Gh10 in entrambe le vasche.

PS:E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili e del proprietario

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DSM – Dry Start Method

Tempo fa, girovagando su siti, forum, gruppi di Facebook, etc. mi sono imbattuto su una serie di fotografie di un ragazzo tedesco che riguardavano il metodo cosiddetto del “dry start”, tradotto “avviamento a secco”. Da subito mi ha incuriosito come tecnica ma soprattutto il risultato mi ha fatto lasciare davvero a bocca aperta perchè l’effetto che si ottiene sui muschi è qualcosa di spettacolare, un effetto molto più fitto che non si riesce ad ottenere legandoli come si fa di solito!

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