vescica natatoria

Vescica natatoria infiammata

Prima di parlare dell’infiammazione alla vescica natatoria vediamo di spiegare come è composta e il ruolo che occupa nella vita quotidiana dei nostri amici pinnuti.

la vescica natatoria è un organo indispensabile che permette ai pesci di galleggiare o affondare e quindi potersi muovere in altezza molto facilmente senza che vengano impiegati in modo eccessivo le fasce muscolari soprattutto delle pinne ,questo è possibile grazie a delle sacche(poste di fianco alla colonna vertebrale o nella cavità addominale) che riempite o svuotate di aria permettono la salita e la discesa in modo più semplice agevolando i movimenti del pesce, possiamo quindi definire la vescica natatoria come un organo di galleggiamento.

Il suo funzionamento è molto semplice infatti è simile ad un palloncino che venendo riempito di aria, che essendo più leggera dell’acqua, tende a salire e quindi far galleggiare il corpo, più  sarà riempita più alta sarà la zona raggiunta, viceversa se il pesce dovrà muoversi verso il basso cioè la vescica natatoria verrà svuotata dall’aria contenuta facendo prevalere il peso del corpo e quindi lo sprofondamento verso il fondo.

Come è facile capire la vescica natatoria dei pesci da fondo come per esempio i locaridi risulta più  piccola appunto perché il loro stazionare sul fondo non impiega l’utilizzo della vescica natatoria in modo eccessivo.La vescica natatoria è poco vascolata ma è rivestita da una sostanza tipo guaina che la rende impermeabile ai gas e quindi non influenza altri organi.

La maggior parte dei pesci appartenenti alla categoria dei fisostomi hanno la vescica natatoria collegata all’intestino tramite un condotto chiamato pneumocistico attraverso il quale la vescica natatoria viene riempita e svuotata una volta che l’aria viene ingurgitata dall’esofago, altri pesci appartengono invece alla categoria dei fisoclisti dove l’aria viene impiegata grazie ad una ghiandola che ne favorisce la scissione dall’emoglobina e il riempimento della vescica ,il collegamento con l’intestino in questo caso è assente.

Ma è anche utile sapere che la vescica natatoria svolge un altra funzione e cioè quella di recepire suoni infatti estendendosi fino alla scatola cranica comunica molto facilmente con il cervello dato che il gas presente all’interno della vescica natatoria funge da cassa armonica amplificandone i suoni. Oltre ai recepire i suoni il pesce sfrutta la vescica natatoria anche per emettere vibrazioni soprattutto nel periodo riproduttivo o nelle lotte territoriali ,inoltre alcuni pesci grazie alla fuoriuscita del gas da orifizi collegati alla vescica natatoria riescono ad generare dei suoni e sibili atti a dissuadere eventuali predatori.

Come abbiamo facilmente descritto nei paragrafi precedenti la vescica natatoria è un organo semplice ma che svolge diverse funzioni molto importanti e quando non fa bene il suo lavoro porterà il pesce a nuotare fuori asse, dondolando o muovendosi in modo scoordinato e goffo. Il nuoto ottimale è con il corpo in asse orizzontale quindi se la coda risulta più alta o più bassa del corpo capiremo facilmente che qualcosa non va e la causa più frequente è la vescica natatoria infiammata.

I pesci più colpiti da questa patologia sono i pesci rossi e i betta  splendens o labirintidi in genere perché atti a salire in superfice a respirare aria e che presentando un corpo piccolo si ha tendenza da parte degli organi interni a pressare sulla vescica natatoria limitandone il suo lavoro.

 

 

I SINTOMI della Vescica natatoria infiammata possono essere diversi ,proviamo ad elencarli di seguito:

  • Difficoltà nel muoversi con nuoto scoordinato e non in asse
  • Stazionamento sul fondo con difficoltà a risalire
  • Stazionamento in superfice con testa verso il basso e difficoltà a andare in profondità
  • Ventre gonfio

 

LE CAUSE della Vescica natatoria infiammata possono essere svariate e cioè:

  • Ritardi di crescita , gli altri organi continuano a crescere nonostante le dimensioni esterne e andranno a comprimere la vescica natatoria non facendola espandere e contrarre in modo corretto
  • Somministrare troppo cibo , questo fara’ espandere l’intestino che andrà a comprimere la vescica natatoria
  • Somministrare troppo fioccato, questo fa aumentare la fermentazione nello stomaco e misto ad aria andrà a ostruire il condotto pneumocistico non favorendo lo svuotamento e il riempimento della vescica natatoria
  • Stato di pulizia della vasca in generale che fa insorgere una infiammazione di natura batterica
  • Concentrazione delle sostanze azotate (NO2,NO3,Ammonio) in vasca elevate che ne destabilizzano l’equilibrio gassoso

 

LA CURA per la Vescica natatoria infiammata varia in base alle condizioni:

Innanzitutto spostare il pesce in una vasca dedicata di quarantena con areatore al massimo e termoriscaldatore ,inserire poca acqua in altezza in modo che il pesce non si affatichi molto per salire e scendere in colonna, bastano circa 10cm.

In genere quando il pesce presenta un gonfiore è dovuto al cibo quindi praticare un digiuno per 3gg in modo da far smaltire il cibo in eccesso o far liberare da eventuali blocchi intestinali, al quarto giorno(se il gonfiore è diminuito) somministrare dei piselli leggermente sbollentati privi di buccia schiacciandoli tra le dita inserire in vasca il quantitativo che viene consumato,questo perchè i piselli regolarizzano la mozione intestinale e aiutano a ripulire l’intestino. Al quinto gg riprendere l’alimentazione normalmente.

Ovviamente in questo periodo controllare le feci che siano scure, formate e corpose.

Se tutto questo non fa riprendere il pesce sicuramente avrà contratto una infezione alla vescica natatoria quindi occorre curare con un antibiotico , sempre in vasca di quarantena inserire il Bactrim forte (da reperire in farmacia)nella quantità di 1cp ogni 40 litri e lasciare il pesce per 3gg dopodicchè fare un cambio del 30% ridosando acqua in soluzione con bactrim e lasciare fino ad 8gg , fare un cambio del 40% rabboccando acqua pulita e controllare il pesce,se si è ripreso dopo altri 5gg possiamo rimetterlo in vasca previo adattamento.

Possiamo eventualmente ripetere il ciclo 2 volte e somministrare cibo medicato cioè inzuppare quello da somministrare un paio di minuti prima di dare in pasto.

 

 

IN CONCLUSIONE evitare di somministrare cibo che resta in superfice per non far ingurgitare anche molta aria quindi reidratare eventualmente per farlo affondare , non esagerare con il cibo ma magari aumentare la frequenza giornaliera ,osservare la crescita dei pesci per evitare ritardi, mantenere la vasca pulita evitando accumuli di sostanze azotate , in poche parole solo rispettando queste poche e semplici indicazioni il vostro pesciolino avrà meno probabilità di ammalarsi.

 

 

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alghe

Debellare le alghe

Debellare le alghe……… almeno ci proviamo

Tempo addietro abbiamo cercato di conoscere le varie tipologie di alghe grazie all’articolo Conoscere le alghe scritto dall’amico Mario Mandici.

Nella letteratura moderna le alghe sono sempre considerare dei veri e propri nemici da combattere, tralasciando quasi sempre i veri motivi della loro comparsa.Partiamo dal presupposto che esse vivono, anche se non le vediamo, in tutti gli acquari, anche in quelli apparentemente privi.

Alga non sempre vuol dire “disastro”!

Dal punto di vista biologico le alghe sono semplici piante. Le spore delle alghe, che sono le loro cellule germinali, appaiono naturalmente nell’acqua sugli elementi decorativi o sulle piante e inizialmente non sono così allarmanti. Un leggera copertura di alghe, in effetti, è sinonimo di una buona qualità dell’acqua ed è assolutamente normale che appaia nelle prime settimane di vita di un nuovo acquario. Generalmente tendono a scomparire dopo un breve periodo. Se, invece, le alghe appaiono in un acquario già avviato da tempo e crescono su altre piante, rischiano di nuocere alla qualità dell’acqua e all’equilibrio biologico dell’habitat. Un’apparizione improvvisa e massiccia, poi, è spesso un chiaro segnale di un ambiente acquatico già inquinato da un eccesso di mangime per pesci o altri scarti organici (come pesci o lumache morti). Bisogna agire subito per non avere conseguenze che possono portare, oltre a un acquario poco attraente, anche alla morte dei pesci. Una graduale apparizione di alghe può anche significare un eccesso di fosfati e nitrati nell’acqua e suggerire un presenza eccessiva di pesci rispetto alla capacità della vasca.

Le Black Brush Algae italianizzate come alghe a pennello

La rimozione meccanica è difficile per la loro resistenza, impossibile da attuare sulle piante, piuttosto tagliate la foglia colpita. Aumentate i livelli di CO2 intorno ai 30 ppm, aumentate la circolazione dell’ acqua nella zona colpita con una pompa se vi sembra troppo ferma, sostituite il neon se troppo vecchio, verificate PO4 e Fe con test a reagente e se alti fate piccoli e frequenti cambi per abbassarli se non usate la CO2 per evitare grosse fluttuazioni della stessa.

La madre di tutte le battaglie ? Il trattamento chimico! Spruzzare acqua ossigenata al 3% nella misura di 20 ml ogni 100 lt avendo cura di spegnere il filtro per poi riaccenderlo dopo una decina di minuti dal trattamento. Oppure potete usare Excel di Seachem o Carbo di EasyLife ma attenzione alle dosi per evitare danni alle piante. Come sempre l’ attenta osservazione, l’ intervento alle prime presenze, pulizia, pulizia e pulizia sono le armi migliore per prevenirle.

Parliamo delle GDA, green dust algue ovvero quelle alghe che ricoprono i vetri degli acquari colorandoli di verde, dall’ aspetto polveroso, e che si tolgono con il semplice passare di un dito. Pulendo i vetri interni esse vanno in sospensione e come tante piccole particelle vengono trasportate dal movimento dell’ acqua per depositarsi sul fondo, sugli arredi e sugli stessi vetri.

Un trattamento “estremo” è quello che prevede l’ uso di acqua ossigenata al 3% dosata a 25 ml ogni 50 litri lordi. Per tre o quattro giorni viene aggiunta questa quantità inserendola lentamente vicino all’ uscita del filtro in modo che venga diluita rapidamente. Attendere altre due o tre giorni dalla fine del trattamento e provvedere successivamente ad un cambio del 50% di acqua. Si tratta di un trattamento “energico” che personalmente considero di ultima spiaggia perchè può interferire con le colonie batteriche riducendole e quindi, depotenziando il filtraggio biologico, può esserci il rischio di assistere ad un innalzamento dei nitriti (tenere a disposizione una attivatore batterico). Alcune piante potrebbero risentirne (riccardia e riccia). Primum non nŏcērequindi cerchiamo sempre di privilegiare il trattamento che abbia meno contro indicazioni e sopratutto armiamoci di pazienza.

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Allestimento amazzonico

 

[dropcap]P[/dropcap]rima di addentrarci sulla presentazione di quanto in oggetto dobbiamo spiegare cosa è un “Biotopo” , tenendo presente che potremo discutere per giorni posso affermare che per Biotopo si intende una regione geografica o una porzione di essa abitata da una determinata flora e fauna. Voler realizzare fedelmente uno specifico biotopo significa allestire una vasca con le medesime necessità che rispecchi le condizioni chimico fisiche e che sia popolata da specie proveniente da quell’area geografica ,non meno importante risulta anche la parte vegetativa e cioè la flora che dovrà risultare anch’essa fedele alla zona da emulare.

Font foto:http://www.viaggioergosum.com/viaggiare-rio-delle-amazzoni-suggerimenti/

Per effettuare o realizzare un allestimento di un determinato biotopo bisogna studiarlo a fondo , analizzare le caratteristiche chimico fisiche ,necessità di flora e fauna nonchè la parte biologica per avere acque piu’ o meno pulite,acque poco mosse o viceversa , illuminazione non troppo intensa magari da schermare con delle piante galleggianti ,proprio per tutte queste informazioni ho pensato di stilare questa piccola guida facilitandone il lavoro.

Un allestimento amazzonico ,come lo dice la stessa parola deve rispecchiare l’habitat delle acque delle foreste amazzoniche del Sud America che si presentano molto scure per via della presenza massiccia di acidi umici e tannini dovuti alla presenza notevole di radici sommerse e foglie, quindi è facile intuire che l’allestimento deve vedere l’impiego di molte radici che pur dando riparo a molte specie di pesci timidi forniscono tannini per ambrare l’acqua in modo naturale,qualora si utilizzano dei legni privi di queste sostanze o che non ne contengono in notevoli quantità si possono impiegare pignette di ontano,foglie di catappa o infusi vari presenti in commercio in varietà e concentrazioni differenti.

Font foto: http://www.viaggioergosum.com/viaggiare-rio-delle-amazzoni-suggerimenti/

Per quanto riguarda i valori chimico fisici faremo riferimento a valori approssimativi in quanto essendo la zona molto vasta si avranno valori differenti a seconda della zona esaminata quindi :

  • temperatura dai 23 ai 26 °C
  • Ph in genere da 6 a 6,5 ma alcune specie particolari voglio acque più acide tra 5 e 5,5
  • Kh intorno a 2/3 e il Gh circa 4

Una volta deciso quale specie si vuole allevare si ricostruiscono le condizioni più favorevoli

Ovviamente in vasca ,a differenza che in natura si hanno notevoli difficoltà infatti l’effetto tampone (del Kh) in presenza di valori cosi’ bassi deve sempre essere sempre tenuto sotto controllo perché sbalzi di ph andranno sicuramente ad incidere sulla salute dei pesci e non solo. Eviteremo cosi’ diversi problemi che ci vedranno a volte prendere delle decisioni anche drastiche, mi riferisco a cure effettuate in vasca che debiliteranno la flora batterica del filtro compromettendone la parte biologica e quindi il suo equilibrio.

E’ inutile puntualizzare che qualsiasi tipo di inquinante deve essere tenuto lontano dalla vasca,  acque non molto mosse evitando quindi forti correnti e cercare di mantenere il classico rapporto no3/Po4 = 10/1 per una buona salute delle piante.

Per quanto riguarda l’allestimento bisogna fin da subito decidere e scegliere la fauna da allevare e in base a quello fare tutto il contorno cioè valori chimico/fisici dell’acqua ,allestimento e quant’altro possa far star bene i nostri amici pinnuti ,quindi allestire con molti nascondigli e zone meno illuminate per le specie timide in modo da potersi appartare e stare tranquilli , dedicare uno spazio al nuoto libero delle specie più abili o per le più ingombranti causa la particolare forma del proprio corpo. Nel dettaglio:

  • nell’allestimento i legni più utilizzati sono legni di torbiera, mopano ,castagno e ontano,
  • Per le pietre da utilizzare vanno tutte bene ma le dragon stone sono le più suggestive,
  • Per il fondo si consiglia un fondo fertile circa 7cm (per piante con apparato radicale imponente quali le echinodorus) e sopra 2 o 3cm di sabbia fine bianca . Bisogna fare particolare attenzione a non eccedere con la sabbia per evitare problemi di anossia e marciscenza delle radici delle piante ma qualora si voglia aumentare lo spessore della sabbia dotare il fondo di cavetto riscaldante sottosabbia e inserire lumache tipo le melotenia per smuovere continuamente il fondo.
  • Per le piante varie tipologie della famiglia delle echinodorus,eleocharis , la pianta più utilizzata è la Echinodorus bleheeri che con le sue foglie larghe oltre che da riparo ai pesci più timidi funge anche da supporto per eventuali deposizioni
  •  La fauna utilizzata ha una scelta veramente ampia e può andare dagli Apistogramma (cacatuoides,agassizi) ,Microgeophagus ramirezi , Hypessobrycon (serpae ,robertsi) , corydoras , Ancistrus ,Paracheirodon (Axelrodi , innesi) Pterophyllum scalare ,ovviamente scegliere anche in base alla dimensione della vasca e a cosa si vuole realizzare.

 

In conclusione voglio ricordare che emulare un biotopo non è cosa semplice, proprio per la sua complessità e equilibrio naturale che tra 5 vetri è difficile da mantenere , a questo punto spero che questa piccola e semplice guida sia utile a chi voglia provare ad allestire un biotopo amazzonico e che stimoli sempre ad uno studio e sforzo costante verso un miglioramento continuo.

 

 

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Conoscere le alghe

Esempio di alga
Esempio di alga,foto dal web

Conoscere le alghe

[dropcap]C[/dropcap]onoscere le alghe è una delle principali prerogative per risolvere uno dei problemi che colpisce tutti gli acquariofili o meglio le loro vasche: le alghe!
Anche le vasche dei più esperti sono a volte vittime di questi organismi appartenenti al mondo vegetale, fatta esclusione per i ciano che pur trattati nel contesto algale sono in realtà dei batteri.Molto è stato detto su questo argomento, lo stesso portale di Acquariofili contiene articoli dedicati ma nonostante ciò le richieste di aiuto continuano ad essere sempre tante.[hr]

Diciamo la verità . è più semplice lanciare un S.O.S che cercare per risolvere.
A volte la difficoltà principale è una corretta identificazione dell’alga.Negli acquari le piante svolgono un ruolo importante che va ben oltre l’ estetica. Le piante ossigenano l’acqua nella fase diurna assorbendo CO2, assorbono sostanze derivanti dal catabolismo (principalmente nitrati e fosfati) degli escrementi, foglie morte, avanzi di cibo ed eventuali pesci morti , in misura molto minore i metalli pesanti, offrono nascondiglio ai pesci più timidi e agli avanotti e col tempo diventano un importante substrato per la colonizzazione di quei batteri utili aiutando il nostro sistema acquario a raggiungere una buona maturazione globale (filtro + vasca).

Questo è il motivo per cui spingiamo tutti ad avere vasche piantumate e ad evitare piante di plastica che non sono di nessuna utilità anzi fanno più danno.Le piante richiedono per crescere bene i giusti nutrimenti (fertilizzazione NPK ovvero azoto, fosforo e potassio), micro e oligo elementi (Fe, Mn, S, B, Cu, etc) possibilmente una fertilizzazione con CO2 non sempre necessaria ma sempre auspicabile, e la giusta dose di luce sia in termini quantitativi che qualitativi.

Solo un buon equilibrio di questi elementi permetteranno alle piante di crescere sane e belle ma soprattutto di essere competitive con le alghe sempre presenti anche se non visibili nella nostra vasca.

Le alghe sono dei vegetali opportunisti, pronte a prendere il sopravvento ogni qual volta questo equilibrio salta. Qualcuno potrebbe pensare che allora sarebbe meglio non mettere le piante, niente di più errato perché non solo perderemmo tutti i vantaggi che queste offrono ma ci ritroveremo ugualmente col tempo con le alghe in vasca.[pullquote-left] Quindi piantumate i vostri acquari, fornite alle piante tutto ciò di cui esse hanno bisogno senza eccedere ma … non dimenticate che anche una costante e buona manutenzione dell’ acquario [/pullquote-left](pulizia del fondo con una leggera sifonatura solo per aspirare i rifiuti senza toccare il fondo, pulizia del materiale filtrante non biologico ovvero spugne e lana perlon e cambi parziali periodici per ridurre sia l’ accumulo di carbonio organico, spesso responsabile della comparsa delle alghe che quello derivante da una fertilizzazione) vi aiuterà a tenere lontano questi vegetali indesiderati.
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