Alghe GDA

Alga GDA foto dal web
Alga GDA ,foto dal web

Parliamo delle GDA, green dust algue ovvero quelle alghe che ricoprono i vetri degli acquari colorandoli di verde, dall’ aspetto polveroso, e che si tolgono con il semplice passare di un dito. Pulendo i vetri interni esse vanno in sospensione e come tante piccole particelle vengono trasportate dal movimento dell’ acqua per depositarsi sul fondo, sugli arredi e sugli stessi vetri.

Le GDA non vanno confuse con le “Spot algue” che iniziano a formarsi sui vetri come tanti puntini che nel tempo si allargano sino a unirsi gli uni agli altri formando una incrostazione tenace e quindi più difficile da rimuovere rispetto alle GDA.

Queste alghe compaiono spesso dopo modifiche radicali della vasca, cambiamento della potenza radiante dell’ illuminazione (aumento non progressivo nel tempo), drastiche potature in vasche molto piantumate e soprattutto da picchi di nitrati durante la fertilizzazione. Insomma siamo al solito discorso … squilibri dei nutrienti NPK (azoto, fosforo e poassio) come eccessi o scarsità/assenza di CO2 rientrano tra le cause principali della comparsa di alghe, GDA comprese.

Alcune correnti di pensiero suggeriscono di non rimuovere queste alghe ma di attendere tre o quattro settimane durante il quale il ciclo di vita si esaurisce e queste tendono quindi a scomparire. Passato questo periodo eventuali presenze rimaste sui vetri andrebbero eliminate abbassando il livello dell’ acqua per poi asportarle con della carta assorbente come i rotoloni che si usano in cucina. Questa metodica serve ad evitare che eventuali spore possano fare da starter.

Un trattamento “estremo” è quello che prevede l’ uso di acqua ossigenata al 3% dosata a 25 ml ogni 50 litri lordi. Per tre o quattro giorni viene aggiunta questa quantità inserendola lentamente vicino all’ uscita del filtro in modo che venga diluita rapidamente. Attendere altre due o tre giorni dalla fine del trattamento e provvedere successivamente ad un cambio del 50% di acqua. Si tratta di un trattamento “energico” che personalmente considero di ultima spiaggia perchè può interferire con le colonie batteriche riducendole e quindi, depotenziando il filtraggio biologico, può esserci il rischio di assistere ad un innalzamento dei nitriti (tenere a disposizione una attivatore batterico). Alcune piante potrebbero risentirne (riccardia e riccia). Primum non nŏcēre quindi cerchiamo sempre di privilegiare il trattamento che abbia meno contro indicazioni e sopratutto armiamoci di pazienza.

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Author: Mario Mandici

Mi sono avvicinato a questa passione da ragazzo e di strada credo di averne fatta tanta. Un percorso costellato da errori su cui ho consolidato il mio bagaglio di esperienze ma ho avuto anche molti successi. Allora non c'era internet, non c'erano gruppi con persone dotate di esperienza che potessero aiutarmi. Ho riprodotto diverse specie dal betta al danio rerio, scalari e haplochromis burtoni. Oggi mi sto dedicando alle caridine ma soprattutto alle piante altra mia passione, piante in vaso e piante in acquario.