Axolotl ambystoma mexicanum

 

Axolotl ambystoma mexicanum

Siamo abituati a vedere i classici pesci d’acqua dolce o salata popolare i nostri acquari,  piante di ogni genere e colore , anemoni e pietre,
mentre un ruolo importante sta assumendo sempre più il campo degli anfibi.

L’Axolotl ambystoma mexicanum , meglio conosciuto come AXOLOTL è una salamandra neotenica, che compie il proprio ciclo vitale da larva.
Nativa del lago Xochimilco, nei pressi di Città del Messico, è purtroppo oggi “specie in via di estinzione” a causa della pesca, l’inquinamento e la distruzione del loro habitat.
Con il termine neotecnico si intende la condizione larvale di una specie che raggiunge la maturità sessuale.

Gli Axolotl sono in grado di compiere una vera e propria metamorfosi, ritirando le branchie e essendo dotati di polmoni, anche se poco sviluppati riescono a respirare aria terrestre per il resto della loro vita,
questo accade solo e soltanto per la scarsa purezza della linea (troppi geni di tigrinum in mezzo) oppure mutazione genica rara.
Il più delle volte questa metamorfosi non avviene e l’axolotl preferisce continuare la propria vita in stadio larvale quindi rimanendo in acqua senza trasferirsi sulla terraferma, anche allo stadio larvale può raggiungere la maturità sessuale.

Le più comuni colorazioni sono: Wild (forma ancestrale) – Golden – Albino – Leucocisto , ma non è raro trovare anche esemplari Copper e Melanod, in aggiunta possiamo trovare anche il Chimera rarissimo esemplare di due colori per via della convivenza nello stesso animale di due genomi diversi quindi non riproducibile tramite accoppiamento.

 

In foto: una specie leucistico di ambystoma mexicanum

 

Un axolotl adulto può crescere fino a raggiungere un massimo di 25/30cm di lunghezza.

Se tenuto alla giusta temperatura (acqua ne troppo calda ne troppo fredda, dai 16 ai 18 gradi massimo) può vivere dai 15 ai 20 anni. Le temperature sopra i 24 gradi sono molto stressanti per gli Axolotl.

In estate con l’innalzare delle temperature bisogna studiare qualche sistema anche economico per poter refrigerare l’acqua della vasca per esempio con le classiche ventoline che favoriscono lo scambio dell’aria sulla superfice dell’acqua. Gli sbalzi termini non risultano essere un problema per animali adulti e in forma.

L’acquario deve essere molto spazioso (non inferiore ai 90 cm di lunghezza per un esemplare) viste le dimensioni che raggiungeranno da adulto.

Il fondo può essere composto da sassi grandi, grani arrotondati per evitare che possa ferirsi e poi semplicemente lasciarlo libero. E soprattutto da allevare in monospecifico.

L’Axolotl ambystoma mexicanum vive in acque dure con un Ph che va da 6,8 a 8. Il cambio parziale dell’acqua andrebbe fatto preferibilmente ogni 2 settimane possibilmente con acqua che non contenga cloro o altri inquinanti.

La vasca deve essere dotata sia di filtraggio meccanico che biologico perché le deiezioni sono molto corpose e sviluppa moltissima ammoniaca .

Gli Axolotl ambystoma mexicanum non amano la luce a tal punto che potrebbe stressarli quindi si consiglia di schermare la luce con piante galleggianti o altri sistemi.

Essendo animali con maggiore attività durante le ore notturne, preferiscono nascondersi in zone d’ombra.

Amano nascondersi tra le rocce e le piante quindi consiglio a chi voglia allevarlo di inserire in vasca moltissime piante e nascondigli che però non feriscano la loro cute.

Un segnale di condizioni non proprio perfette è quando il nostro amico nuota frequentemente sopratutto in sù e giù  e in modo molto agitato sotto la superfice per cercare di prendere più aria possibile perché magari quella disciolta è troppo poca, il ricircolo dell’acqua non deve essere troppo alto per evitare stress che ne debilita l’animale, quindi in questi casi cercare un giusto connubio per la risoluzione del problema magari utilizzando il ritorno del ricircolo dell’acqua in vasca facendo lambire meglio la superfice.

Nel caso di vasche senza filtro aumentare la frequenza dei cambi.

In foto: una specie leucistico di ambystoma mexicanum

                                                      

L’Axolotl ambystoma mexicanum si può ammalare di fungosi raramente (questo accade quando le temperature sono troppo alte)questo problema si può rilevare tramite una decolorazione delle appendici branchiali o di zone circoscritte della cute che può risultare cotonosa , in questi casi trattare l’intera vasca con dressamor oppure del blu di metilene.

Per evitare queste fungosi come descritto in precedenza evitare di toccare l’animale con le mani nude.

Altre malattie possono essere legate all’alimentazione, infatti una alimentazione errata e squilibrata porta non solo ad una anemia e quindi decolorazione della cute tutta con a seguito inappetenza e isolamento, le branchie perdono capillari infatti si sfoltiscono e si accorciano, la pinna caudale si assottiglia molto e le dita sono piccole e tozze , questo è il sintomo che l’animale sta consumando il suo stesso corpo per i nutrienti di cui necessita. In questo caso isolare l’animale in una vaschetta dedicata con cambi giornalieri e curare l’alimentazione con lombrichi e/o pesce.

Per altre info sulla fungosi cotonosa cliccare QUI

In caso di fungosi si può trattare l’animale con Gentamicina in quanto ben tollerato e consiglio di evitare il trattamento con altri antibiotici più pesanti o addirittura quelli appartenenti alla famiglia delle tetracicline perché risultano molto irritanti per la loro cute e quindi poco sopportati.

L’Axolotl è un vero e proprio predatore, mangia tutto quello che può passare dalla sua grande bocca. Il nome AMBYSTOMA significa “bocca a coppa”.

Si nutre di larve e molluschi, prede vive come pesci , lombrichi e lumache. In acquario possiamo nutrirlo principalmente con lombrichi , possiamo alternare con latterini di acqua dolce , filetti di trota e raramente cioè 1 o 2 volte al mese pollo e camole del miele ricchi di nutrienti e non dannosi se somministrati con parsimonia.

Gli Axolotl ambystoma mexicanum possono convivere con altri esemplari della stessa specie .

E’ sconsigliata la presenza di altri pesci perché diventerebbero facili prede , stresserebbero gli axolotl e mordendogli le branchie potrebbero ferirli anche in modo grave. Anche su questo argomento ci sono molti pareri discordanti infatti molti lo fanno crescere insieme a Guppy , Pesci rossi e tante altre specie ma bisogna curare molto l’alimentazione cercando di tenere a bada la sua indole predatrice che non tarderà a presentarsi nel modo che meno ce lo aspettiamo.

Determinare il sesso dell’Axolotl ambystoma mexicanum non è facile , ci vuole buon occhio e se non volete trovarvi con centinaia di uova nell’acquario , chiedete ad un esperto. In base alla grandezza del rigonfiamento che potete trovate dietro le zampe posteriori del vostro Axolotl ambystoma mexicanum si può determinare se il vostro animaletto è maschio o femmina e questo può avvenire più facilmente quando le dimensioni dello stesso sia di circa 20cm.

Axolotl
Axolotl femmina

Se è maschio solitamente il rigonfiamento è molto esteso e di grosse dimensioni. Per la femmina invece risulta più sgonfio e meno esteso quindi un rigonfiamento minino. Però per determinare il sesso con assoluta certezza bisogna attendere l’età adulta.

Axolotl
Axolotl maschio

La caratteristica più affascinante degli Axolotl ambystoma mexicanum è quella di avere la capacità di rigenerare i propri arti e organi qualora questi verrebbero danneggiati da urti in vasca oppure staccati in caso di lotte per la supremazia del territorio o in fase di riproduzione, dobbiamo però aggiungere che questa particolarità stressa parecchio l’animale perché vede un dispendio eccessivo di energia e può succedere che la parte rigenerata non sempre sia perfetta infatti può rigenerarsi incurvata o anche doppia quindi si esorta ad evitare situazione in cui potrebbe essere soggetto a morsi o amputazioni.

Quando l’ Axolotl ambystoma mexicanum galleggia immobile sulla superficie dell’acqua non sta male ma si sta semplicemente rilassando, lasciarsi andare sulla superfice è la posizione che più preferiscono.

Se invece non riescono ad andare a fondo e galleggiano con il posteriore in alto stanno soffrendo di meteorismo.

Non toccare mai con le mani il nostro Axolotl ambystoma mexicanum o se bisogna necessariamente farlo usare un guanto di lattice e toccarlo con delicatezza in quanto potremo danneggiare il loro sistema scheletrico e in più la loro pelle risulta permeabile a molte sostanze chimiche.

 

LA RIPRODUZIONE

La riproduzione in cattività è possibile ma bisogna osservare alcuni aspetti fondamentali che elencherò di seguito,

innanzitutto gli Axolotl ambystoma mexicanum raggiungono l’età riproduttiva intorno ai 20 mesi, ma già a circa 6 mesi di età sono in grado di riprodursi.

La femmina depone dalle 100 alle 1200 uova e questo ne scaturisce un forte stress che potrebbe debilitare parecchio la femmina infatti è buona norma curare in modo particolare l’alimentazione, per esempio fornire qualche camola del miele in pasto che sono molto energetiche, lo stesso risultato si ottengono con lombrichi o fegatini di pollo.

Un periodo riproduttivo stabilito e preciso non esiste tanto è vero che la riproduzione è stimolata da una variazione di temperatura perché si emula un cambio di stagione, la riproduzione avverrà sempre nel caso che la femmina sarà gravida e accetti il corteggiamento del maschio.

 

Axolotl ambystoma mexicanum
in foto: il momento della deposizione
Axolotl ambystoma mexicanum
In foto: il momento della schiusa

                                                                                  

La vasca deve essere allestita con pietre lisce e tante piante, il corteggiamento è molto particolare infatti il maschio nuota vorticosamente intorno alla femmina alzando la coda e avvicinandosi molto alla femmina la fecondazione avviene internamente, una volta accoppiati possono passare anche un paio di giorni per iniziare la fase della deposizione.

La schiusa si ha dopo circa 3 settimane,ma è dettato dalla temperatura l’importante è mantenere le uova a temperatura ambiente ,nessun flusso e nessun filtro ,molto importante dopo la fine della deposizione di cercare di spostare le uova in altra vasca oppure se si è fortunati nel vedere la femmina mentre depone spostare direttamente lei in un altra vasca in modo che possa deporre in piena tranquillità per poi riportarla nella sua vasca originale,in questo modo si eviterà di avere gelatina (quella che producono per fare da collante alle uova) sparsa in tutta la vasca dove vivono normalmente. naturalmente nella la vasca della deposizione dovrà essere dotata di legni, piante o altro per potersi aggrappare e utilizzare da supporto per le uova .

I piccoli una volta assorbito il sacco vitellino vanno alimentati con artemie o daphine e appena inizieranno a formarsi stare attenti perche’ potrebbero manifestarsi azioni di cannibalismo ,per evitare questo mantenere circa 100 baby in vasche 60×40 e curare l’alimentazione in modo che abbiano le stesse dimensioni ma comunque qualche episodio ci sarà sempre.

Per una buona crescita e salute dei piccoli occorre effettuare almeno 2 cambi totali con acqua declorata ,senza utilizzare prodotti che contengono aloe vera per eliminare il cloro,evitando anche sbalzi termici o chimici

Axolotl ambystoma mexicanum Axolotl ambystoma mexicanum

 

IN CONCLUSIONE

In natura a causa della mano dell’uomo si è avuto un forte calo della presenza degli Axolotl tanto da avviare degli studi per definirli a pericolo estinsione anche se oggi si hanno grandi successi di riproduzione in acquario e assume sempre più un interesse non solo verso chi li vuole studiare e riprodurre ma anche attraverso quei neofiti che si innamorano del loro musino buffo.

IMPORTANTE  ogni Axolotl deve essere accompagnato dal CITES in allegato B che deve essere fornito da chi cede l’animale sia esso un professionista o un privato, o che avvenga a titolo di regalo oppure vendita. Per chiunque riproduca questo bellissimo esemplare dovrà denunciare alla forestale della propria zona le avvenute nascite entro e non oltre 10 giorni e la stessa forestale provvederà a fornire il numero di protocollo CITES . Appena i piccoli verranno ceduti il privato dovrà effettuare delle dichiarazioni di cessione dell’animale attraverso dei moduli prestampati disponibili in rete dove vanno inseriti i dati del cedente e ricevente con il numero di protocollo CITES che ha rilasciato la forestale all’atto delle nascite.

Chiunque venga trovato in possesso dell’animale sprovvisto di CITES sarà soggetto ad una multa.

 

Axolotl ambystoma mexicanum

PS:E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili o del proprietario si ringrazia Davide Farruggia per averci concesso l’utilizzo delle foto.

©www.acquariofili.com

 

Brachydanio tinwini

Brachydanio tinwini

Nome scientifico: Brachydanio tinwini

Nome comune: Gold Ring Danio

Famiglia: Ciprinidi

Luogo di provenienza: Asia (Myanmar)

Valori ottimali di allevamento: Ph 6,5/7 , durezza tra 5 e 10 dgh , temp da 16 a 26°C

Dimensioni: 2,5-3 cm di lunghezza

 

Allevamento e caratteristiche: Questo piccolo ciprinide è molto particolare , ha un corpo affusolato che gli rende un nuoto agevole e veloce ,presenta delle striature puntinate orizzontalmente al suo asse su di un fondo bianco tendente al giallo.
Tra le varietà dei danio è quello più piccolo infatti difficilmente supera i 3cm , è arrivato sul mercato solo di recente ma sta trovando una grande approvazione tra gli appassionati.
Da allevare in gruppo di almeno 10 esemplari in modo da sviluppare gli istinti di gruppo e osservare tutte le sue caratteristiche.
Molto pacifico e necessita di una vasca di almeno 60 litri .
Meglio se allestiamo con molte piante e forte corrente appunto perchè proviene da ruscelli con correnti elevate dove ha sviluppato doti importanti per il nuoto.
Il Brachydanio tinwini è una specie molto tranquilla e per questo puo’ essere allevato in vasche di comunità.
Può quindi essere allevato senza problemi con poecilidi , tetra e ciprinidi

Riproduzione: In periodo riproduttivo il dimorfismo sessuale è molto evidente infatti le femmine risultano meno colorate dei maschi e con una conformazione del corpo più tondeggiante.
Il maschio risulta più snello e colorato.
Si riproducono spargendo le uova e il seme in vasca senza averne nessuna cura parentale.
Se si vuole rispodurre si consiglia una vasca a parte o allestire il fondo con ciotoli in modo che le uova si mimetizzino nelle intercapedini dei ciotoli.
La fitta vegetazione favorirà in seguito alla schiusa,in genere dopo 26/36 ore,la protezione dai piccoli da predatori.

Alimentazione:  Accetta qualsiasi cibo secco

Note: Sono degli abili saltatori quindi allevarli rigorosamente in vasche chiuse

Per approfondimenti sul biotopo di appartenenza clicca qui 

 

Adattabilità in acquario 90%
Difficoltà di allevamento 20%
Riproduzione in acquario 50%
Bacopa salzmanni purple

Bacopa salzmanni purple

Nome scientifico: Bacopa salzmanni purple

Genere: Bacopa

Famiglia: Scrophulariaceae

Struttura: Stelo

Luogo di provenienza: America centrale

Dimensioni: altezza 25-50cm larghezza 3-6cm

Temperatura: 15-30 ° C

Luce: alta

Ph: 5.0-7.5

Posizione: Laterale o posteriore

Crescita: Media

Difficoltà: Media

Riproduzione: Per talea

Note: La Bacopa salzmanni purple è una pianta molto particolare originaria del Messico dove la si trova sulle sponde di fiumi e ruscelli , molto conosciuta in America ma di scarsa reperibilità in Europa.

Molto simile alla Bacopa caroliana (solo leggermente più piccola) non solo in forma che in caratteristiche infatti la foglia risulta leggermente ondulata con la nervatura in bella evidenza , in presenza di una buona fertilizzazione,CO2 e luce intensa sviluppa il caratteristico colore rossastro/marrone altrimenti rimane verdognola,

La potatura della Bacopa salzmanni purple si effettua sempre tra gli internodi e la sua propagazione è molto semplice e veloce ,infatti nella zona del taglio presenterà dalle due alle quattro propagazioni dando vita a delle nuove piantine identiche alla pianta madre,

in emerso riesce a fiorire molto facilmente come tutte le bacopa sviluppando dei splendidi fiori violacei,

Questa pianta adeguatamente coltivata e potata regolarmente crea dei meravigliosi cespugli per offrire un bellissimo contrasto con il verde brillante delle altre piante in un acquascaping da sogno.

Non si conoscono fini officinali per questa pianta

 

Ludwigia inclinata var verticillata Whyte

Ludwigia inclinata var verticillata Whyte

 

Nome scientifico: Ludwigia inclinata var verticillata Whyte

Genere: Ludwigia

Famiglia: Onagraceae

Luogo di provenienza: Cuba

Dimensioni: Altezza 10-30cm Larghezza 10-15cm

Temperatura: 18 – 28°C

Ph: 5.0 – 7.5

Luce: Media – Alta

Posizione: Centrale

Crescita: Lenta

Difficolta’: Alta

Riproduzione Per talea

Note: La Ludwigia inclinata var verticillata Whyte tra le Ludwigie è molto particolare infatti si presenta con la classica forma delle ludwigie di foglie allungate ma di una colorazione biancastra con apici tendenti al rosa in particolari condizioni.

La colorazione bianca denota il fatto di non avere clorofilla che rendono difficoltoso alla pianta procurarsi l’energia necessaria per il suo sostentamente , tutto ciò la colloca tra le piante rare e difficili da coltivare.

Come tutte le ludwigie un fondo ricco di sostanze , una buona dose di CO2 e luce la faranno crescere in ottima salute .Si consiglia altresi’ di coltivarla in kh e conducibilità bassi e di non eccedere con i nutrienti in colonna perchè potrebbe andare in necrosi o distorsioni apicali irreversibili.

L’apparato radicale risulta imponente quindi predisporre un altezza di fondo necessario a mantenerle sempre coperte.

Cercare di posizionarla in modo da avere luce diretta per mantenere il bianco che nelle gemme future potrebbe andare via via a perdersi.La pianta viene spesso utilizzata come attrattiva e punto focale della vasca .

Come già detto è una pianta a stelo quindi potare tra gli internodi,ripiantare poi quello che si è ottenuto per riprodurla.

 

Ciclidi Malawi come riconoscerli

nPCiclidi Malawi come riconoscerli

 

“Premessa”

Questa spiegazione-informazione intitolata Ciclidi Malawi come riconoscerli è rivolta a chi approccia a questa parte dell’acquariofila per la prima volta, chi scrive non ha titoli accademici, ma è un semplice appassionato , che cerca di spiegare in maniera superficiale e comprensibile, come distinguere questi ciclidi gli uni dagli altri, e spiegarne le loro differenze.

 

“Come è avvenuta la speciazione nel lago Malawi”

Il lago Malawi è evolutivamente molto giovane, i diversi generi che occupano le sue acque, e le diverse specie, si sono sviluppate, alcune in areali geografici limitati, alcune in territori meno limitati, abitando più località geografiche, ed alcune anche solo una, in tutto il lago.

Spesso reef, isole, e località geografiche, sono distanti decine o centinaia di km le une dalle altre, con una conseguente impossibilità di contatto delle une con le altre, per le specie che le abitano, se non quelle immediatamente adiacenti, e anche la stessa specie in areali geografici diversi, ha sviluppato livree e colori caratteristici e differenti, località per località.

[pullquote-right]La differenziazione e la particolarità, è forse più accentuata negli mbunas, che abitano gli areali rocciosi che sono relativemente pochi (occupano meno del 20% delle coste) che negli haps che abitano i fondali sabbiosi più presenti in natura. [/pullquote-right]

Comunque esistono specie diffuse in tutto il lago o quasi, ed altre che si sono sviluppate, solo in particolari areali geogeafici.

Esistono poi reef o località che come estensione sono solo poche centinaia di metri ed altre molto più ampie di qualche km.

Le differenze nei colori e nelle livree, e anche nella morfologia, sono a volte molto evidenti, alcuni sono riconoscibili solo da occhi esperti.

Vediamo nel dettaglio Ciclidi Malawi come riconoscerli

 

“Come viene solitamente distinta ogni specie”

Premesso che il concetto di “specie” è ancora controverso e viene implementato con quello di “sottospecie” e quello di “varianti geografiche” per distinguere i ciclidi del lago Malawi si usa riportare in primo luogo il genere (ciclidi è la “famiglia”, che comprende decine di generi e centinaia di specie), ad esempio:

– Pseudotropeus, Labeotropheus, Metriaclima, Cynotilapia, ecc. sono generi fra gli mbunas, Aulunocara, Copadichromis, Protomelas, Otophatinx, Placidochromis, ecc. sono generi,

per gli haps, indicati con una iniziale maiuscola, di seguito si indica la specie, scolofi, johanni, trewavasae, fuelleborni, fainzilberi, aurora, ecc.

Per gli haps jacobfreibergi, steveni, ecc. con iniziale rigorosamente in minuscolo, seguiti dalla località geografica di provenienza, Likoma, Lion’s Cove, Lundo island, Taiwan reef, Otter point, Thumbi west, Thumbi point, ecc.

Sono diverse decine se non centinaia le località-isole-reef, e sono riportate in genere in maiuscolo.

“Esempio pratico”
Per distinguere una specie, o una specie e la sua variante geografica:
Labidochromis (genere), caeruleus (specie) Lion’s Cove (località geografica di provenienza)

“Alcuni esempi di specie con notevoli differenze cromatiche”
Una su tutte è il Labidochromis caeruleus che è presente in diverse località del lago ma con variazioni cromatiche incredibili, che vanno dalla livrea giallo-limone, a quella arancione, all’ azzurro e al bianco,altro esempio i Labeotropheus, sia i trewavasae che i fuelleborni, che a seconda della località di provenienza hanno livree diversissime fra loro, pur mantenendo logicamente una morfologia molto simile.

Labidochromis caeruleus Lion's Cove
Labidochromis caeruleus Lion’s Cove

Labidochromis hongi srt (super red top, selezione di cattività)
Labidochromis hongi srt (super red top, selezione di cattività)

“Cosa significa “sp.”
Alcune specie sono indicate con un “sp.” che precede il nome, semplicemente indica che la specie non è ancora stata descritta definitivamente, e può avere un nome provvisorio. Viste le centinaia di specie, non è difficile che capiti che con gli studi sempre più approfonditi, alcune specie vengano riclassificate, rinominate, o spostate di genere, questo per rendere la vita più facile a noi appassionati

“Selezioni e ibridazioni di cattività”
Oggi in commercio alcune specie, non hanno nulla di naturale e non hanno mai visto il lago Malawi, spesso sono chiamate con accattivanti nomi commerciali, che con la nomenclatura scientifica non c’ entrano nulla.

Due esempi su tutti, le Aulunocara calico od ob , è un ibrido creato dall’ uomo, per donare le macchie ad un Aulunocara che normalmente in natura non ne è dotata, incrociandola (ibridandola, già decenni fa) con gli attuali Metriaclima, per ricavarne la livrea a macchie, e il Labidochromis hongi, che a partire dalla variante geografica Puluu, ha subito selezioni su selezioni per incrementare in livrea sempre più la presenza del rosso, che in natura, fra i ciclidi del lago Malawi è meno presente di altri colori. Allo stato attuale, alcuni soggetti sembrano veri e propri pesci rossi.

“Il polimorfismo”
Presente sugli mbunas, è la differenza di livrea, che si può presentare negli individui che appartengono alla stessa specie, è molto diffusa in alcuni Metriaclima, in alcuni Labeotropheus ed in alcuni Tropheops.

Metriaclima aurora Likoma island
Metriaclima aurora Likoma island

Metriaclima fainzilberi Lundo island
Metriaclima fainzilberi Lundo island

 

In genere presenta tre tipi di livree differenti, quella “bb” (barrata), quella “ob” (a macchie), e quella “o”(uniforme o quasi), quest’ ultima, può essere per alcune specie monocolore e per altre con piccole macchie scure, poco diffuse, sicuramente molto meno che negli esemplari “ob”.

Metriaclima mbenji Mbenji island (ob-mc morph)
Metriaclima mbenji Mbenji island (ob-mc morph)

Metriaclima sp. zebra gold Kawanga
Metriaclima sp. zebra gold Kawanga

 

L’ indicazione “mc” invece può avere due interpretazioni diverse, dal punto di vista scientifico è così definito, un esemplare maschio “ob” indipendentemente dalla specie di appartenenza, per gli appassionati, invece, in gergo hobbistico, può indicare un maschio che ha presente in livrea, sia il morph barrato che quello a macchie contemporaneamente.

Metriaclima zebra Masinje (bb morph)
Metriaclima zebra Masinje (bb morph)

Metriaclima zebra Masinje (ob-mc morph)
Metriaclima zebra Masinje (ob-mc morph)

 

“Yellow top, red top, white top” Cosa indicano ???
Si usano soprattutto per le Cynotilapia, dove capita che nella stessa specie, e nella stessa località geografica sviluppino diverse colorazioni del bordo della pinna dorsale, e ne indica il colore, spesso “red top” indica più un arancione che un vero e proprio rosso, per la precisione, il rosso vivo è poco presente, negli mbunas almeno, anche se in un Tropheops da me avuto, nella dorsale è ben presente, il Tropheops chilumba Mphanga rocks, come lo hanmo anche alcuni Labeotropheus, nelle pinne appunto, più o meno brillante.

Cynotilapia zebroides Likoma island yellow top
Cynotilapia zebroides Likoma island yellow top

 

“Vecchi nomi, o nomi storici commerciali”
Purtroppo a complicare la vita agli appassionati ci sono pure questi, in genere presenti nelle stock list dei negozi non specializzati su questi ciclidi, o che non si sono aggiornati nel tempo, capita che molte specie abbiano i vecchi nomi “Pseudotropeus”, specie che ormai non hanno più niente a che fare con il genere.

Un tempo gran parte degli mbunas, venivano chiamati tutti appunto Pseudotropeus, prima di studi più approfonditi e successive riclassificazioni, per gli haps invece il nome vecchio e generalistico era forse quello di “haplochromini” o “haplos”, indicato un tempo per tante specie, da cui forse deriva il diminutivo “haps”.

Mi scuso per eventuali imprecisioni, ma ripeto sono solo un appassionato, come tutti voi, che cerca di condividere il suo sapere con altri , che seguono questa bellissima branchia dell’ acquariofilia dolce.
Qualche mia foto, correlata di nome scientifico della specie su Ciclidi Malawi come riconoscerli

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Melanochromis dialeptos Gome
Melanochromis dialeptos Gome

Pseudotropeus sp. polit Lion's Cove
Pseudotropeus sp. polit Lion’s Cove

 

Buon Malawi a tutti voi .

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili e del proprietario.

 

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