entralina alba tramonto3

Centralina alba/tramonto per barre led

[dropcap]C[/dropcap]on questa guida andremo a vedere passo dopo passo come costruire una centralina per ricreare l’effetto alba – tramonto nei nostri acquari.

Prima di procedere è necessario conoscere esattamente le specifiche della plafoniera che andremo ad utilizzare, nello specifico è necessario conoscere Watt ed amperaggio.

Materiale occorrente:

  • Centralina tc420 o tc421
  • Alimentatore per barre led (per interni o esterni)
  • Cavi elettrici
  • Spina 10 A
  • Jack per connessioni (opzionale)

In questo esempio andremo a collegare 5 barre Easyled da 24V 28W 1,5A ciascuna.

Per capire quale alimentatore scegliere è necessario calcolare il totale dei Watt e Ampere della nostra plafoniera e la tensione di alimentazione (12V o 24V solitamente per i LED).

In questo caso otterremo:

  • 28W×5=140W
  • 1,5A×5=7,5 A

A questo punto dovremo prendere un alimentatore che supporti almeno 140W e 7,5 A.

È buona norma maggiorare l’alimentatore in modo che esso non lavori costantemente al massimo della sua potenza, in questo caso basterebbe un alimentatore da 150W, ma per garantire una resa migliore e permettere all’impianto di lavorare in totale sicurezza, installerò un alimentatore da 200W e 8.3A.

centralina alba tramonto1

 

Cablaggio:
L’installazione è davvero molto semplice, andremo a collegare la spina negli ingressi dell’alimentatore negli appositi spazi L, N ed il cavo di terra, ed i cavi di alimentazione in uscita verso la centralina negli spazi V+ e V-.

Successivamente ogni cavo positivo in uscita dalla centralina e diretto alle nostre lampade andrà collegato nello spazio V+ mentre i cavi negativi andranno collegati singolarmente nelle uscite CH1, CH2, CH3 e così discorrendo fino ad un massimo di 5 plafoniere.

centralina alba tramonto2

 

entralina alba tramonto3

Programmazione WiFi (solo per TC421) :

Per iniziare è necessario scaricare dal nostro store l’app Smart WiFi Timer

centralina alba tramonto4

Una volta installata, procediamo collegando il nostro smartphone alla rete della centralina come se fosse una normale rete Wi-Fi.

Dopo aver stabilito la connessione, è possibile sincronizzare l’orologio della centralina a quello del nostro smartphone dalla pagina principale premendo su “time setting”

centralina alba tramonto6

Dopo aver sincronizzato gli orologi, passeremo alla schermata successiva premendo l’icona in basso a destra affianco a quella a forma di lampadina:

centralina alba tramonto7

Nel caso la programmazione giornaliera non comparisse in automatico, è sufficiente toccare l’icona in alto a sinistra con simbolo “+”.

Toccando poi su ogni singola riga, andremo ad impostare la percentuale di potenza erogata dalle nostre plafoniere in modo da regolarne l’intensità.

Ad ogni canale corrisponde una plafoniera perciò ognuna è indipendente dalle altre.

Una volta effettuata la regolazione della nostra Centralina alba/tramonto per barre led, andremo a salvare il nostro programma personalizzato sulla centralina premendo l’icona in alto a destra.

La Centralina alba/tramonto per barre led regolerà in automatico l’aumento e la riduzione di potenza in modo graduale di mezz’ora in mezz’ora.

 

Programmazione via PC (per TC421 e TC420) :

Per chi non disponesse della modalità Wi-Fi, all’interno della confezione sono presenti un cavetto per collegare la centralina al nostro PC ed un CD dove è installato il programma per la regolazione dell’accensione delle nostre lampade molto simile a quello indicato per la modalità Wi-Fi.

 

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malattia del buco1

Flagellati

Flagellati questi sconosciuti, tante volte abbiamo sentito questo termine e ci chiediamo cosa siano.

Andiamo a vedere nel dizionario della lingua italiana per trovare la definizione esatta:

I flagellati sono degli organismi unicellulari, riconosciuti come protozoi.

Sono caratterizzati da uno o più prolungamenti mobili chiamati flagelli; il numero e la posizione dei flagelli non sono tutti uguali, bensì cambiano in base alla specie. Ci sono specie con un solo flagello, altre con due o più flagelli.

Molte specie di flagelli sono parassiti ed interessano sia la patologia umana sia quella veterinaria.

I flagellati si trovano in più ambienti, in acque dolci , salmastre e anche in acqua di mare. Molte specie vivono nel terreno umido, altre invece si trovano anche su sostanze organiche in decomposizione.

Le specie di flagellati più comuni sono:

  • l’Hexamita
  • Spironucleus
  • Trichomonas
  • Bodomonas.

Nei pesci quando parliamo di flagellati intestinali; come dice la stessa parola si trovano nell’intestino , in alcuni casi non risultano invadenti, pertanto non lo danneggiano e ci convivono tranquillamente.

Tra i pesci che spesso convivono con questi parassiti e che se ne manifesta la loro presenza sono gli Scalari e i Discus.

Naturalmente non solo queste due specie di ciclidi sono coinvolte nelle infezioni parassitarie ma anche tante altre come Ramirezi; Gourami, Carassi, Carpe Koi e anche i poecilidi, in modo più particolare i Guppy.

La malattia scaturita da questi protozoi; oltre ai pesci d’acqua dolce, può colpire anche i pesci d’acqua salata come le specie dei “pesci angelo” e dei “pesci chirurgo”.

Vediamo comunque nel particolare i flagellati siopra mensionati:

Hexamita: flagellato resposnsabile della o malattia del buco. È composto da sei flagelli posteriori e due anteriori ,ha una misura compresa tra i 6 micron e i 12 micron, (1 µm = un milionesimo di metro o meglio un millesimo di millimetro).

Spironucleus: responsabile della Spironucleosi questo flagellato si presenta con una forma un po’ più assottigliata, presenta sei flagelli posteriori e due anteriori. Ha una misura  che va dagli 8 µm ai 14 µm.

Hexamita e Spironucleus  sono morfologicamente molto simili ed entrambi attaccano il sistema digestivo e l’intestino dei pesci.

La presenza di questi protozoi può riscontrarsi anche nelle feci di soggetti sani che non danno alcun segno di malanno. In pesci più debilitati per stress o altre causa attaccano anche altri organi interni oltre all’intestino, causando alla lunga il decesso del pesce.

I pesci affetti da Hexamita e/o Spironucleus, inizialmente possono mostrarsi sani e con appetito. Successivamente con il progredire della malattia si possono presentare dei buchi sulla testa o zone corrose come indicato nell’articolo “malattia del buco“.

I sintomi sono: un aspetto di forte debilitazione, tende ad isolarsi e nascondersi dagli altri esemplari, tende a posizionarsi a testa in giù, tende a nuotare all’indietro, rigetta il cibo, potrebbe mostrare un leggero gonfiore sull’addome, presenta delle feci di colore biancastro e mucillaginose e la livrea tende a diventare scura, a volte anche nera.

Come detto inizialmente la malattia porta il pesce a mangiare poco o addirittura a rifiutare il cibo, privandolo di diverse vitamine necessarie, e tutto ciò causa carenze nutrizionali che a loro volta peggiorano la situazione del pesce.

Le cause dell’insorgere di queste malattie intestinali possono essere tante, ad esempio una cattiva igiene in vasca o anche una errata alimentazione poco curata e varia.

Trichomonas: Sotto questo nome si raggruppano diverse specie di flagellati che fanno parte della famiglia delle Trichomonidida.

Li possiamo riscontrare tra la cavità orale e tutto l’apparato intestinale, possono attaccare il sistema di riproduzione femminile umano e quello animale. La malattia causata da questo protozoo è denominata Tricomoniasi.

Ha una struttura che si sviluppa in forma ovoidale e raggiunge delle misure fino a 20 µm. Possiede dai 3 ai 6 flagelli anteriori ed un unico flagello collocato posteriormente che funge da ancora.

Anche questi flagellati li troviamo nei pesci in forma latente e in casi di stress attaccano varie parti del pesce e a volte lo portano inevitabilmente alla morte.

Il pesce affetto da questa malattia parassitaria presenta dei sintomi uguali alle altre ,cioè inizia a dimagrire ad assumere un nuoto non consueto e ad isolarsi dal branco. Non mancano nella lista dei sintomi anche le feci mucillaginose.

Purtroppo i pesci attaccati da questi flagellati non hanno tantissima speranza di sfuggire al crudele destino poiché tale malattia sopraggiunge dopo che sono già stati affetti da altre patologie.

La risoluzione di questa malattia può essere effettuata utilizzando medicinali a base di Metronidazolo,al quale il flagellato risulta sensibile.

Bodomonas: ha una forma allungata e appiattita. Presentano due flagelli anteriori e uno dei due è rivolto verso dietro attaccato al corpo, mentre l’altro è libero. Le loro misure si aggirano tra i 16 µm e i 24 µm.

Non molto conosciuti in acquariologia, alcuni di questi parassiti, in particolar modo i Cryptobia che vivono nell’intestino, hanno sterminato una gran quantità di pesci del Malawi. I pesci affetti presentano addome gonfio e feci bianche. Dopo pochi giorni i pesci affetti sono destinati a morire.

Per la cura utilizzare medicinali a base di Metronidazolo. È consigliato di isolare il pesce affetto e seguire la cura per almeno 10 giorni. Per la somministrazione dei medicinali riporto, una parte di guida già presente nel link https://www.acquariofili.com/malattia-del-buco-hexamitosi/ . Di seguito l’estratto della scheda.

 

RIMEDI E CURE “

Generalmente per il trattamento della malattia vengono utilizzati in accoppiata il Flagyl (1cp ogni 40 litri) o il Flagellol, quest’ultimo non reperibile in Italia, e la crema antibatterica Gentalin Beta applicata sulla zona colpita 1 volta al giorno.

Qualora il pesce non abbia smesso di alimentarsi è consigliabile somministrare del cibo imbevuto con soluzione a base di Metronidazolo (Flagyl) in modo che il principio attivo del farmaco arrivi il prima possibile nell’intestino luogo da cui è scaturito il tutto.

In contemporanea è fondamentale la termoterapia ovvero portare gradualmente la temperatura della vasca a 32/34°C (qualora il pesce la sopporti) temperatura al quale l’Hexamita ovvero il protozoo flagellante interrompe il ciclo vitale.

malattia del buco1

Nella foto il particolare del cratere causato dai flagellati, in questo caso è strettamente necessario eseguire il trattamento in vasca di quarantena per via dello stadio avanzato della malattia e per evitare ulteriori problemi e ripercussioni su altri abitanti della vasca non infetti.

Qualora altri abitanti fossero stati contagiati dai flagelli si consiglia di trattare l’intera vasca principale.

Nel particolare della foto sopra feci gelatinose, qualora il trattamento fosse eseguito in vasca di comunità è preferibile a fine cura eseguire un cambio del 60% e filtrare l’acqua con carboni attivi per le successive 72 ore per rimuovere eventuali tracce di medicinali.

Inoltre per un approfondimento in più sul Flagellol, vi indirizzo al bugiardino presente sul nostro portale che potete anche scaricare e consultare quando ne avete bisogno: https://www.acquariofili.com/download/sera-flagellol/ .

ATTENZIONE:

Nel caso in cui si dovesse trattare la vasca principale, è molto importante mettere al sicuro il materiale filtrante per evitare eventuali danni alla colonia batterica, e far innalzare inevitabilmente i valori di ammoniaca. E’ stato segnalato che, al contrario di quanto riportato sul bugiardino e nonostante attenendosi strettamente alle dosi corrette e consigliate, l’impiego del Flagellol nella vasca principale con sistema di filtraggio, può causare la perdita della colonia batterica. 

 

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neoamprologus caudopunctatus

Neoamprologus caudopunctatus

Nome scientifico: Neoamprologus caudopunctatus

Famiglia: Ciclidi

Luogo di provenienza: Africa (lago tanganika)

Valori ottimali di allevamento: Ph da 8 a 9,5 ; durezza 14-22° dGH; Temperatura: 22°a 26°

Dimensioni: Puo’ arrivare fino a 5cm di lunghezza il maschio mentre la femmina fino a 4cm

Allevamento e caratteristiche: E’ un pesce molto particolare dal corpo allungato compreso la testa presenza una bellissima livrea argentata con riflessi bianco/azzurri e il contorno della pinna dorsale giallastra. Date le loro dimensioni lo collocano tra i ciclidi più piccoli in commercio e possono quindi essere allevati in vasche piccole anche di soli 50 litri .

Neoamprologus caudopunctatus in natura vive in zone rocciose e sabbiose in modo che possa scavare alla ricerca del cibo formato principalmente da plankton

Riproduzione: instancabili scavatori allestire con sabbia che sposteranno in continuazione con la bocca e non solo,inserire dei gusci di conchiglia vuoti che utilizzeranno come rifugi e per deporre le uova in periodo riproduttivo ,questo li inserisce nella categoria dei conchigliofili.

Inserire in vasca un gruppetto di almeno 8 esemplari e nel tempo si formeranno le coppie che manterranno andando a difendersi una parte di territorio pur non essendo molto aggressivi

Alimentazione: Carnivoro quindi da nutrire con del vivo, ma non disdegna il granulato e congelato

Note: Si consiglia di allevarlo in monospecifico eventualmente può benissimo convivere con inquilini sempre di piccole dimensioni anche ciclidi sempre del lago di tanganika.

 

Adattabilità in acquario 90%
Difficoltà di allevamento 30%
Riproduzione in acquario 70%
aridarum mini blue

Aridarum mini blue

Nome scientifico: Aridarum mini blue

Famiglia: Araceae

Luogo di provenienza: isola di Borneo

Dimensioni: altezza 3-5cm  larghezza 5-8cm

Temperatura: 22-28 ° C

Luce: Media

Ph: 6.0-7.0

Posizione: Frontale , epifita

Crescita: Lenta

Difficoltà: Facile

Note Aridarum mini blue è una bellissima pianta molto rara che per le sue minute dimensioni e definizione della lamina fogliare la colloca tra le piante più affascinanti e belle .

Ha una crescita lenta e sotto una media illuminazione , presenza di co2 (non essenziale ma consigliata) e potassio avrà una crescita sana e robusta.

In immersione può essere collocata sotto luce diretta ma bisogna stare attenti alla formazione di alghe sulla lamina fogliare che ne compromette la formazione di clorofilla.

Essendo classificata come epifita può essere legata con filo di nylon , cotone o utilizzando delle colle specifiche cianoacrilate a radici,legni o arredi porosi ,poi sarà lei stessa ad ancorarsi con le sue radici che presentano molti peduncoli ramificati.

Per ammirare la sua bellezza si consiglia di piantumarla nella zona frontale della vasca.

Ci tengo a sottolineare che questa è una pianta non adatta alla coltivazione in sommerso o meglio si adatta e emette foglioline nuove ma alla lunga tende a regredire fino a morire completamente, per una buona riuscita della sua coltivazione la situazione migliore è il semiemerso rispecchiando il suo luogo di origine che sono le sponde dei fiumi.

Si evidenzia inoltre che questa tipologia di pianta vista la sua rarità è difficile da reperire in negozio.

Non si conoscono fini officinali per questa pianta

Riproduzione Per separazione rizoma