Alghe volvox

Le volvox sono un’alga unicellulare che si sviluppa in una serie di colonie sferiche ed è composta da numerose cellule biflagellate. Si sviluppano in acqua dolce e proliferano per alte concentrazione di nutrienti che unite ad una buona luce si sviluppano molto velocemente invadendo tutta la vasca in poco tempo.

Nei nosti acquari assistiamo dal primo giorno dell’avvio a una colorazione biancastra dell’acqua ma man mano svanisce quando il filtro si porta a regime ed è ben maturo e pronto a svolgere il proprio lavoro, la stessa cosa succede quando appaiono i primi sintomi delle alghe volvox, in questo caso possiamo notare che l’acqua diventa biancastra attribuendo a una esplosione batterica, per essere sicuri che si tratta della comparsa di volvox basta prelevare l’acqua e inserire in una boccetta di vetro quelle dei test a reagenti, guardando contro luce possiamo osservare se l’acqua ha una tonalità di colore verde molto chiaro e dall’odore di prati inglesi appena tagliati, se questo non si riscontra è una semplice esplosione batterica di cui non dovete preoccuparvi.

 

Questo è un primo sintomi classificato come “non visibile” appunto perchè puo’ essere confuso con altre situazioni , ma passiamo a quello visibile;
Come gia detto le alghe volvox sono colonie sferiche che si sviluppano molto velocemente è improvvisamente ci troveremo ad osservare il nostro acquario che presenta una colorazione verde dell’acqua. A questo punto possiamo confermare che si tratta solo di  alghe volvox.

La proliferazione di queste alghe si ha in genere per i seguenti motivi :
– Scarsa manutenzione ordinaria dell’acquario
– conducibilità alta dei sali disciolti in acqua
– illuminazione troppo alta (fotoperiodo lungo+intensità)
– eccesso di nutrienti in acqua (macro e micro elementi)
– carenza di co2
Come “scarsa manutenzione ordinaria” mi riferisco che non vengono effettuati cambi d’acqua regolari per eliminare gli eccessi di sostanze inquinanti o fertilizzanti che si accumulano nel tempo,

Come “conducibilità alta” mi riferisco a durezze dell’acqua molto alte (Kh Gh) che comportano un blocco di crescita da parte delle piante e i nutrienti presenti non vengono assimilati,

Come “illuminazione alta” mi riferisco a un parco luci potente o non idoneo per un acquario dolce perché alcuni presentano uno spettro di luce che ha il picco di tonalità blu che è la fonte primaria per loro,

Come “eccesso di nutrienti” mi riferisco a una fertilizzazione per le piante eccessiva o di un dosaggio sbagliato,

Come “carenza di co2” mi riferisco che e il motore per le piante è la quantità in ppm che stiamo erogando è insufficiente rispetto alla fertilizzazione che ne fa da benzina.

Una volta individuata la o le cause adoperarsi per correggerle eliminando cosi’ il problema scatenante alla base.

esplosione di volvox nella fase iniziale

 

Le risoluzioni per combattere questo tipo di alghe sono 2,:

  • la prima se siamo ancora in tempo per rimediare al primo cenno di esplosione come ho spiegato in precedenza, possiamo utilizzare la terapia del buio; consiste a schermare tutti i vetri dell’acquario con un panno scuro in modo da non ricevere nessuna fonte di luce dall’esterno, spegnere completamente l’impianto di illuminazione, aumentare leggermente l’erogazione della co2 , inserire nel filtro della lana o ovatta al posto delle spugne e dosare acqua ossigenata da 10 volumi (da acquistare in farmacia) nella dose di 20 ml ogni 100 litri, tale procedura deve essere effettuata con filtro spento per 30 minuti per poi riaccendelo, la lana o l’ovatta va sostituita ogni volta che si ripete lo stesso procedimento vale a dire ogni 24 ore per 5 giorni, al sesto giorno va effettuato il cambio d’acqua con un massimo del 50% e procediamo a riaccendere l’impianto di illuminazione partendo da 4 ore di fotoperiodo aumentando di 30 minuti alla settimana fino ad arrivare alle 8 ore consecutive.
  • La seconda risoluzione è l’utilizzo di lampade uv che possono essere aggiunte sul tubo di mandata del filtro o al parco luci, altro strumento utile per combatterle è il twinstar (potete leggerne l’articolo qui) ad ogni modo entrambi i dispositivi hanno la funzione di sterilizzare tutto quello che c’è in acquario. In questi casi non spegnere l’impianto di illuminazione ma ridurre le ore del fotoperiodo fermando però completamente la fertilizzazione finché la situazione non rientra alla normalità
volvox in fase piena

 

Dopo la settimana di buio le piante non saranno in splendida forma infatti si presenteranno con le foglie chiuse a ombrello, si consiglia di illuminare gradualmente settimana per settimana e portare pazienza,la loro ripresa non tarderà ad arrivare diventando più splendide di prima riprendendo una crescita sana e rigogliosa.

Avvertenze durante l’esplosione di volvox :
– Non sovradosare l’acqua ossigenata
– Non effettuare cambi d’acqua con acqua nuova perché non si fa altro che alimentare le alghe.
– Non versare direttamente l’acqua ossigenata in acquario ma va diluita in una bottiglia con l’acqua prelevata dell’acquario.
– Non fertilizzare se le piante non danno un cenno di ripresa della crescita (come cenno di ripresa si osseva la formazione di radici aeree e l’apice delle piante che presentano foglie distorte).
– Non utilizzare prodotti antialghe perché è presente una dose massiccia di rame cio potrebbe causare danni sia alla flora che la fauna
– Non versare l’acqua ossigenata nel filtro, cio potrebbe causare danni ai batteri insediati nel materiale biologico che ne è all’interno
– Non posizionare l’acquario in prossimità di fineste da cui può ricevere fonti di luce diretta

 

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Carboni attivi

Chiunque si avvicina al mondo acquariofilo ha sentito parlare dei carboni attivi ma spesso e volentieri ne trascura la sua reale motivazione di impiego cercando di riflettere sui pro e i contro. Ci ritroviamo questo sacchettino nero composto da scaglie o minuscoli cilindretti che le istruzioni ci dicono di inserire nel filtro per avere acqua limpida e cristallina e viene fatto senza pensarci.

In questa piccola guida cercherò di spiegare in modo semplice e intuitivo le motivazioni del suo utilizzo e in quali casi in modo da aver chiaro l’impiego evitando problemi che potrebbero sorgere da un utilizzo errato.

I carboni attivi hanno una grandissima proprietà che è quella di assorbire particelle solide sospese di una certa grandezza,di assorbire sostanze inquinanti o determinate sostanze e in piccola parte a fungere da supporto per insediamente batterico come tutti gli arredi o altro che sono presenti in vasca.Non bisogna intendere il carbone attivo come un filtro perchè non assorbe quello che gli diciamo o che gli indichiamo ma tutto cio’ che lo attraversa ed è per questo che bisogna impiegarlo in determinate situazioni particolari.La sua particolare struttura retinosa viene attraversata dal flusso dell’acqua e intrappola le molecole piu’ grandi.

I carboni attivi di qualità per uso acquariologico sono ricavati dalla corteccia di noce di cocco per avere maggior azione di assorbimento delle sostanze nocive in acquario. Si presentano a forma di scaglie o di piccoli cilindretti tipo pellet. In commercio possiamo trovare anche le spugne in carboni attivi ma sono di bassa qualità e non hanno la stessa efficacia di quelli descritti in precedenza.

La verifica della qualità dei carboni attivi è una cosa abbastanza semplice, basta prendere un chicco di carbone attivo e inserire in una boccetta per effettuare i test a reagente contenente 10 ml di acqua osmosi o demineralizzata, dopo 24 ore si effettua il test PO4 e se viene rilevato traccia di fosfati i carboni attivi sono di bassa qualità ricavati da legni non idonei o da truccioli di legno bruciati e pressati.

Il carbone attivo va rinchiuso in un sacchetto retinato, sciacquato sotto l’acqua corrente e inserito nel filtro. La quantità da utilizzare e di 1 o 2 grammi per ogni litro in base alla tipologia dei carboni e alle indicazioni del produttore. Il suo utilizzo non altera il Ph e ne le durezze (Kh e Gh).Il suo impiego e la durata del suo intervento dipende da che utilizzo ne vogliamo fare,nel caso viene impiegato per rimuovere sostanze medicinali rimaste viene inserito per 24/48 ore , nel caso di rendere l’acaua piu’ cristallina viene impiegato per 48/72 ore,dopodicche’ deve essere rimosso.

Il suo utilizzo e solo permanente non più di 72 ore,come detto in precedenza viene utilizzato per rimuovere resti di medicinale dopo trattamenti medici o eccessi di fertilizzanti e oligoelementi, ad esclusione dei macro elementi (azoto, potassio, calcio, ammonio, sodio, magnesio, fosforo e zolfo), non rimuove neanche silicati, batteri, metalli pesanti e eventuali virus di malattie. Viene anche utilizzato per rimuovere tannini ,acidi umici e cattivi odori che sono i responsabili dell’acqua ambrata. Questo ci lascia intendere che un utilizzo sproporzionato in vasca non rimuoverebbe solo quello che noi vorremmo ma anche sostanze utili all’ambiente.

Il carbone attivo una volta saturo non effettua piu’ la sua azione e quindi puo’ essere cestinato.Si sentono spesso  teorie dove una volta diventato saturo il carbone desorbe cio’ che ha assorbito ma questo avviene solo in piccola parte qualora l’ambiente fosse sottoposto a sbalzi di ph ma in ogni caso il carbone attivo va sostiutito e utilizzato solo all’occorrenza per piccoli periodi temporali .

 

IN CONCLUSIONE
– Non utilizzare i carboni attivi quando si fertilizza
– Non usare carboni attivi di altre provenienza al di fuori dell’acquariologia
– Non riutilizzare i carboni attivi dopo aver effettuato cicli di smaltimento parziali di medicinali, pesticidi o alghicidi
– Non usare i carboni attivi sfuso nel filtro, perché danneggerebbe la pompa
– Non utilizzare i carboni attivi come fondo primario in acquario

 

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Foglie di catappa

In questa piccola guida volevo brevemente spiegare cosa sono le foglie di catappa e il motivo del suo largo impiego in acquariologia,queste foglie provengono da un albero indiano chiamato Terminalia catappa o più comunemente Mandorlo indiano .

Foglie di catappa

Questo albero produce un frutto piccolo e commestibile e le sue foglie trovano largo impiego anche in medicina visto le proprietà antibatteriche e antiossidante in essa contenute che vengono rilasciate quando si trovano a contatto con un ambiente umido.

Foglie di catappaPer anni queste foglie sono state utilizzate in paesi asiatici come medicina tradizionale e veniva assunta tramite decotti. In alcuni paesi sono stati utilizzati per trattare le malattie del fegato, in altri prescritte da medici contro la dissenteria e la diarrea, si è persino giunti ad affermare che contengono agenti per prevenire il cancro, cosa che non è stata dimostrata a livello scentifico, ma di certo contiene agenti antiossidanti.

Foglie di catappa

La raccolta e la preparazione delle foglie per immetterle sul mercato passa attraverso varie fasi e cioè:
– Raccolta delle foglie : Essa avviene raccogliendo solo foglie cadute dall’albero naturalmente ed esclusivamente quelle che presentano il colore caratteristico giallo-rossastro, se venissero presi ancora verdi dall’albero non avranno gli stessi principi attivi di quelle cadute.

– Lavaggio e asciugatura: Le foglie passano attraverso un processo di lavaggio ed essiccazione senza l’ausilio di alcun prodotto (solo acqua priva di minerali) e nessun apparecchio per forzare l’asciugatura perché questo potrebbe alterare le proprietà benefiche contenute nelle foglie. In questa fase vengono scartate alcune foglie troppo sporche, colore inadeguato o che emettono un cattivo odore.

– Selezione: Quelle che vengono scartate sono foglie bucate, macchiate, rovinate e quelle di colore inadeguato,inoltre devono avere delle dimensioni definite comprese tra 6-12 cm (piccola) tra 12-17 (media) e da 17-22 (grande)

– Imballaggio: Una volta selezionate attentamente vanno disposte in sacchetti di plastica a chiusura ermetica pronti per essere immessi sul mercato.

Come già detto le foglie di catappa possiedono una serie di principi attivi come vari tannini, saponina, fitosteroli e acidi umici, è un ottimo biocondizionatore di acqua naturale in alternativa a quelli commerciali, il suo utilizzo previene le malattie batteriche come la corrosione delle pinne, funghi, malattia del buco ecc.

Innocuo nei confronti dei batteri che si insediano nei filtri,  rafforza la mucosa dei pesci che rappresenta una delle  prime protezioni naturali , ci aiuteranno quindi a curare pesci che presentano delle ferite da lotte territoriali, manipolazioni errate da parte dell’uomo, acclimatizzazione di nuovi esemplari, disintossica da composti ammoniacali, metalli pesanti e altre sostanze tossiche evitando morti improvvise e inspiegabili.

Foglie di catappain campo acquariofilo i benefici sono molteplici e li elenco di seguito:
– Favorisce la colorazione naturale dei pesci, molluschi e invertebrati
– Tiene lontano parassiti esterni comuni
– Mantiene il valore ph stabile
– Colorano l’acqua di un colore ambrato, rendendo le condizioni naturali del loro habitat
– Aggiungono diatomee, cosi vantaggiose nelle prime fasi di vita di alcuni dei nostri avannotti e baby caridine
– Aiuta l’insediamento dei batteri nel filtro facilitando il processo di nitrificazione.
– Ottimo nascondiglio e cibo per avannotti, caridine e molluschi

Per utilizzare queste foglie in acquario ci sono principalmente 2 modi ; il primo è quello di preparare l’infusione prendendo 3-4 foglie tritandole a secco e mettendole in un sacchetto retinato e successivamente inserirlo in 250ml di acqua calda e lasciare riposare per una settimana per estrarre il contenuto da versare direttamente nel nostro acquario (200 litri) o in alternativa inserire il sacchetto direttamente nel filtro (100 litri).

Il secondo modo e usare direttamente le foglie poggiate sul fondo dell’acquario che sarebbe il modo più naturale perché una volta che la foglia ha emanato tutte le sue proprietà si ammorbidisce e molluschi e caridine se ne nutrono rimanendo solo la venatura della foglia.

Con queste proprietà che sono state elencate, gli allevatori asiatici di betta li impiegano nei loro acquari nonostante è diventata una fonte di commercio esportando in tutto il mondo. Oltre ad essere utilizzato nell’allevamento dei betta le foglie vengono impiegate nell’allevamennto di altre specie di pesci quali discus, ramirezi, scalare, molluschi e invertebrati. Il loro uso relativamente nuovo in Italia, viene visto come indispensabile nei nostri acquari rendendo l’habitat naturale per la specie allevata.

IN CONCLUSIONE le foglie di catappa sono un aiuto naturale a mantenere un ambiente sano e confortevole per i pesci ma ovviamente non fa miracoli questo vuol dire che non sostituiscono le classiche e normali azioni di manutenzione della vasca quali sifonature e cambi periodiciì e neanche medicinali qualora fossero necessarie.

 

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Aglio in acquario

L’aglio è una pianta bulbosa di origine asiatica nota per le i suoi benefici alla salute da molto tempo,già dai tempi antichi veniva impiegata per integrare i cibi e con il suo sapore aspro e pungente veniva considerato un integratore di forza energetica e del sistema immunitario facendo in modo di rinforzare gli antichi lavoratori per le necessità che avevano di effettuare le loro prestazioni.Successivamente nel decenni è stato oggetto di studi di molte case farmaceutiche.

L’aglio è ricco di minerali ma povero di calorie e trova largo impiego anche in acquariologia infatti con questa piccola guida staremo a spiegare come integrare i suoi principi attivi e spiegheremo anche i suoi benefici allo scopo di migliorare la salute dei nostri pesci. Cerchiamo di capire meglio il perchè può essere un così valido alleato nella prevenzione delle malattie.

L’aglio contiene anche vitamine B1, B2, B3, B5, B6, B9, C ed E ed è stato accurato che anche nei pesci ne migliorano il sistema immunitario e aumentano la loro colorazione. Altri componenti minerali contenuti sono il calcio, ferro, magnesio, fosforo, potassio, rame, manganese, selenio sodio e lo zinco.
Inoltre contiene allicina, una sostanza utilissima per la prevenzione e la cura di numerose patologie. Tra i vari effetti terapeutici che ha sottoliniamo le sue proprietà come antisettico, antimicrobico e antiaterosclerotico anche nell’essere umano.Vanta infatti ottime proprietà contro alcuni batteri, virus, protozoi e parassiti.

L’aglio viene usato nelle nostre vasche per i seguenti motivi:
– aumenta l’appetito
– vivacizza la colorazione
– dà energia ai nostri pesci
Ma la sua miglior qualità è quella di prevenire le malattie.

Sul mercato esistono tantissimi prodotti che contengono estratto di aglio,dai mangimi arricchiti a proprio l’estratto liquido per poterlo utilizzare nel modo in cui si preferisce.Nel mondo acquariofilo italiano Seachem è stata la prima casa produttrice a mettere in commercio un prodotto contenente il principio attivo dell’aglio, utilissimo per l’eliminazione dei radicali liberi e quindi per la prevenzione delle malattie per i pesci d’acqua dolce e salata. Il nome del prodotto è GarlicGuard.

Puo’ essere somministrato direttamente in vasca senza nessuna controindicazione visto che non ne aumenta il carico organico però se ne hanno effetti piu’ consistenti se si inzuppa il cibo(meglio se congelato o in fiocchi).Ci tengo a precisare che il prodotto non è un semplice estratto di aglio altrimenti tenderebbe nel tempo a deteriorarsi ma è stato aggiunto solo il pricipio attivo dell’aglio per renderlo più durevole nel tempo.Inoltre è stato arricchito da acido ascorbico (Vitamina C) che oltre al suo potere antiossidante rappresenta una riserva di energia per il pesce aumentando le difese immunitarie dello stesso.

Altra azienda che ha messo sul mercato un prodotto molto valido è la Shg ,un prodotto prodotto da coltura biologica senza aggiunta di conservanti

Questo prodotto non produce il classico cattivo odore di aglio in quanto è stato prodotto estraendo direttamente e soltanto il principio attivo dell’aglio e quindi puo’ essere immesso direttamente in vasca oppure utilizzato per inzuppare il mangime qualche minuto prima di somministrarlo come indicato nella dimostrazione del video sotto.

https://www.youtube.com/watch?list=PLZI_lVgfne36aHhMhKScT4sGVV1i8GCTJ&v=bdMC5TeLS20

 

In commercio sono in vendita dei mangimi già arricchiti con succo di aglio come l’esempio riportato in foto sotto.

esempio di granulare arricchito con succo di aglio

 

Se invece si volesse agire autonomamente ad estrarre il succo d’aglio ne bastano 2 spicchi (dose per acquario di 30 litri) avvolti in un panno sottilissimo da spremere in prossimità dell’uscita del filtro.Attenzione a non sovradosare e a non versare anche la polpa nel nostro acquario perché potrebbe alterare i valori chimici dell’acqua (soprattutto i fosfati) arrecando non pochi effetti collaterali.
Si puo’ intingere il cibo spremendo uno spicchio d’aglio e inzuppando le varie gocce che si riescono ad estrarre somministrandolo poi ai pesci che ne ottenerranno un maggior beneficio anzichè somministrandolo direttamente in vasca,sopratutto all’intestino per la sua proprietà antibatterica e disinfettante.

Spremendo l’aglio in acquario introduciamo principalmente due sostanze :
– un aminoacido non proteico instabile chiamato cisteina;
– un enzima chiamato alliina
L’unione di queste due sostanze forma l’allicina, sostanza che penetra nei tessuti tanto è vero che maneggiando l’aglio ne resterà l’odore intinto sulle mani a lungo.Inoltre se ne percepirà anche un leggero odore in prossimità della vasca.

In conclusione l’estratto di aglio è molto benefico per la vita dei nostri amici pinnuti però facciamone buon uso e evitiamo di esagerare con il suo utilizzo per non arrecare danni.Si ringrazia per la collaborazione:

  • Andrea Ongaro che ci ha fornito nella descrizione del prodotto seachem autorizzandoci all’utilizzo di dette informazioni.
  • Rosa Nastri che ci ha fornito foto e informazioni sui prodotti Shg autorizzandoci all’utilizzo delle stesse.

 

 

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Rocce vive

Con questa breve guida cercherò di spiegare l’importanza delle rocce vive in un acquario marino tropicale.
Come ben sappiamo al giorno d’oggi grazie al continuo sviluppo di tecniche di gestione e nuovi accessori sempre più performanti in campo dell’acquariofilia marina, abbiamo la possibilità di ricreare dei veri e propri angoli di barriera corallina in acquario permettendoci appunto di allevare anche coralli esigenti come potrebbero essere i coralli duri di tipo sps (coralli duri a polipo corto ).

Non entrerò nei particolari del metodo di gestione dove appunto è previsto l’uso delle rocce vive,ma vi accenno che tale metodo viene chiamato metodo berlinese.

Perché le chiamiamo rocce vive? Semplicemente perché al loro interno conservano tutta quella microfauna molto importante per lo svolgimento dei processi biologici in acquario,e la loro provenienza deve essere tropicale, generalmente indonesiana o dalle isole fiji, dove ci sono dei veri e propri allevamenti.

Ma vi chiederete che funzione hanno all’interno dei nostri acquari; Vi dico subito che le rocce sono di vitale importanza per il funzionamento del sistema , una buona roccia viva deve essere ben popolata di microrganismi, leggera e molto porosa di seguito spiegherò il motivo.

Nelle nostre vasche alla base di un buon equilibrio del sistema occupa un ruolo fondamentale il ciclo azotato che non è altro che un processo atto a smaltire tutte quelle sostanze dannose per i nostri acquari.
Molto semplicemente le fasi di questo ciclo sono :
AMMONIO – AMMONIACA – NO2 – NO3 – AZOTO SOTTO FORMA DI GAS
Ma cosa c’entrano le rocce vive in tutto questo?
Ebbene le rocce vive fungono da supporto a tutti quei batteri aerobi e anaerobi atti a poter chiudere il ciclo azotato che sta alla base della vita in vasca, quindi le rocce essendo molto porose renderano possibile nelle aree interne e quindi in zone con carenza di ossigeno, l’insediamento di batteri anaerobi, mentre nelle aree più esterne quindi con quantità di ossigeno superiori quelli aerobi, oltre a fornire una biodiversità a livello di microfauna molto importante per le nostre vasche.

Brevemente i ceppi di batteri aerobi si occuperanno del processo di nitrificazione, quindi partendo dall’ ammonio ammoniaca, nitriti e nitrati, invece i ceppi anaerobi chiuderanno il ciclo dell’azoto con il processo di denitrificazione e cioè trasformare i nitrati in azoto sotto forma di gas che verrà espulso dalla vasca.
Riferendoci appunto al metodo berlinese che si basa sull’uso delle rocce vive, quando dobbiamo allestire una vasca dobbiamo calcolare un quantitativo di rocce pari a 1kg ogni 5-6 litri di acqua del nostro acquario.
Attenzione però perché questa non è una vera e propria regola il quantitativo di rocce in base ai litri può variare ed è influenzato dal tipo di attrezzature che si hanno, mi riferisco a schiumatoi, illuminazione e movimento, il mercato ci offre molto con prodotti qualitativamente superiori rispetto ad altri, quindi in definitiva se si hanno schiumatoi sovradimensionati ottima illuminazione e ottimo movimento il rapporto kg/litri può variare a 1kg ogni 7-8 litri anche se rocce in più non fanno mai male.

In conclusione mi sento di consigliare di informarsi sul luogo di provenienza delle rocce in fase di acquisto questo perchè le rocce devono essere accompagnate da un documento chiamato CITIES che ne certifica il luogo di provenienza. Questo per evitare spiacevoli inconvenienti magari di evitare l’acquisto di rocce non tropicali.

Spero con questa semplice e ristretta guida di aver dato l’impressione di cosa siano le rocce vive e della loro importanza in un acquario marino tropicale.

 

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