FAQ CHIMICA

Faq Chimica

Quali sono i valori dell’acqua per un acquario di comunità ?

  • I valori medi dell’acqua per un acquario di comunitá in genere sono pH 7 – GH 10 – KH 5 – Nitriti assenti  Nitrati < 25mg/l, temperatura intorno a 26 gradi. Questi valori vanno bene per la maggior parte dei pesci ma non per tutti. Ricordarsi di informarsi sempre, quando si acquista un pesce, sulle sue esigenze.

 

Quali test ho bisogno per poter mantenere efficente l’acquario ?

  • Innanzitutto utilizzare i test a reagente liquido e quelli più utili sono quelli per il pH, GH, KH , nitriti e nitrati. Per essere completi utilizzare anche i test per rilevare la conducibilitá e il ferro. Attenzione al tipo di luce che adoperi per confrontare il colore del liquido nella provetta, e’ consigliabile fare queste misurazioni alla luce del giorno, la luce artificiale potrebbe falsare il confronto tra il liquido e il colore di riferimento.

 

Come posso sapere se la mia acqua di osmosi è buona ?

  • Una buona acqua di osmosi presenta kh e Gh a zero , ph intorno a 5 e la consucibilità deve essere quanto più prossima allo zero ma fino a 20 µS/cm è accettabile.

 

Come incrementare il K in vasca con sali singoli  ?

  • Per incrementare il K non va usato il KNO3 perchè rischiamo di sballare il contemuto degli NO3. Usiamo il K2SO4.

 

Decalcificazione biogena cosa è e come si presenta ?

  • In genere accade con delle macchie o depositi biancatri sulla lamina fogliare delle piante in mancanza di CO2 e scarsa illuminazione e questo accade perchè la pianta per metabolizzare cerca le fonti di carbonio nei carbonati e bicarbonati.

Alghe nere o alghe a pennello

Alghe nere o alghe a pennello con questi termini si identificano una varietà di alghe dove alla base ci sono tantissime cose da dire e con questo mio articolo cercherò di chiarire le cause della loro comparsa e i rimedi.

Le alghe nere o chiamate più comunemente BBA sono il terrore della maggior parte degli acquariofili, si presentano in piccoli ciuffetti di colore nero, marrone scuro e a volte di colore verde intenso, si riproducono con frammentazione delle spore intaccando altre parti dell’acquario trasportati dalla corrente. Sono alghe molto resistenti e occorre uno studio accurato della proprio vasca per poterle eliminare definitivamente e questo non avviene in tempi brevi.

 

Cause

  • Scarso riciclo di acqua nella zona colpita
  • Durezza dell’acqua troppo alta
  • Eccessiva presenza di calcio
  • Eccesso di fosfati (PO4)
  • Eccesso di micro elementi
  • Illuminazione non adeguata o lampade vecchie
  • Fotoperiodo molto lungo
  • Sostituzione impianto luci
  • Utilizzo di carboni attivi di scarsa qualità

 

 

Per ricercarne le cause bisogna partire dalle cause sopra riportate quindi:

  • Controllare che ci sia abbastanza circolazione d’acqua per tutto l’acquario o se viene ostacolato da piante o arredi
  • Abbassare la durezza dell’acqua (Ph) se superiore a 8-8,5
  • Abbassare la quantità di sali disciolti in acqua riportandolo a giusto rapporto di 3:1 o 4:1 (calcio:magnesio) utilizzando acqua osmosi correggendo con gli appositi sali
  • Controllare le quantità di ferro con il test (fe) che non sia superiore a 0,25mg/lt
  • Controllare che le lampade siano di gradazione kelvin non superiore a 6500-6800
  • Sostituire le lampade se hanno più di 9-12 mesi di vita.
  • Alcuni carboni attivi di bassa qualità contengono fosfati, per evitare di incorrere in questo tipo di inconveniente prendere un chicco di carbone immergerlo in una provetta del test contenente acqua osmosi 10ml e effettuare il test dopo un giorno.

 

 

Risoluzioni:

  • Correggere quanto detto precedentemente
  • Aumentare l’erogazione della co2 portandola al limite della sopportazione da parte della fauna presente in acquario
  • Inserire per 48 ore carboni attivi di qualità per eliminare tracce di micro elementi
  • Utilizzare acqua ossigenata da 10 volumi spruzzando con l’aiuto della siringa direttamente sulle alghe a filtro spento (quantità consigliata di 20 ml su 100 litri) e effettuare un cambio del 10% tale procedura deve essere effettuata ogni 24 ore in modo da non abbattere la colonia batterica che colonizza fondo e filtro
  • Sostituire 1 neon o una lampadina per volta a settimana o ogni 10 giorni in modo da far abituare le piante alla nuova luce, se è presente solo 1 elemento illuminante ripartire con un fotoperiodo di 5 ore e aumentare di mezz’ora a settimana fino ad arrivare alle 8 ore consecutive
  • Inserire piante a crescita rapida o alleloopatiche con questo tipo di alghe

 

Attenzione:

  • Non utilizzare prodotti antialghe (contengono alte concentrazioni di rame nocivi per la fauna)
  • Non sovradosare l’acqua ossigenata
  • Dimezzare la fertilizzazione
  • Non inserire pesci, invertebrati o molluschi perché nessuno se ne nutre
  • In acquari con ciclidi africani non vanno alterati i valori chimici e non dovrà essere erogata co2
  • Utilizzare fertilizzanti di qualità e possibilmente dosaggio a elementi singoli

 

 

Un altro metodo molto proficuo e naturale è quello di inserire delle piante antagoniste che assimilano macroelementi (quali i PO4) che ne scaturiscono la proliferazione delle alghe nere ,ne riassumo di seguito un semplice elenco:

 

 

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili o del proprietario per averci concesso l’utilizzo delle foto.

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Guida impaginata da Marco Ferrara

 

 

Alghe filamentose

Alghe filamentose

in queste due piccole paroline si racchiude un argomento veramente vasto e difficile da affrontare , chi di noi non le ha mai avute nel nostro acquario ? Cercheremo con questo piccolo articolo di capirne il motivo della loro comparsa e come combatterle.

Le alghe filamentose sono di colore verde ma con tonalità diverse infatti ce le possiamo ritrovare di un verde chiaro o verde scuro e lucido, la sua struttura varia di poco e può essere a cespugli tondi con filamenti corti oppure presentarsi come filamenti molto lunghi e sottili che ricordano i capelli,la loro riproduzione è assessuata cioè framentandosi dando luogo a nuovi individui e andando a depositare e ancorare su piante, vetri e arredi ecc.

Alghe filamentose
Alghe filamentose

Filamentose dovute ad un eccesso di fertilizzazione o fertilizzazione precoce

 

Le cause che possono favorire la comparsa di queste alghe sono molteplici ma prima di andare ad elencarle ci tengo a precisare che nei primi mesi di vita dell’acquario è normale che si assista ad una loro comparsa anche se di bassa intensità in quanto ancora l’ambiente non è biologicamente equilibrato.

  • Come spiegato in precedenza la loro comparsa è favorita da :
    – Illuminazione troppo precoce(illuminare con 4-5 ore di fotoperiodo e aumentare di mezz’ora a settimana fino ad arrivare alle 8 ore consecutive)
    – Filtro non maturo o materiale biologico insufficiente
    – Presenza di composti ammoniacali
    – Assenza di nitrato
    – Ph troppo acido
    – Durezza carbonica bassa (Kh)
    – Fertilizzazione errata
    – Troppi cambi d’acqua

Ovviamente per cercare di risolvere il problema ne va ricercata la causa perchè solo cosi’ si riuscirà a risolvere il problema che oltre a disturbare l’equilibrio biologico risulta anche fastidioso esteticamente quindi :
– Mai partire con un fotoperiodo di luce di 8 ore o superiore perché l’acqua che si è utilizzata per riempire l’acquario è ricca di nutrienti e le piante per un periodo di adattamento non assimilano tali sostanze che restano a disposizione delle alghe velocissimi a svilupparsi e approfittarne della situazione,
– Il filtro deve essere composto da un buon 75-80% da materiale per supporto biologico (cannolicchi in vetro sinterizzato) dove si insedieranno i batteri aumentando il processo di nitrificazione e rendendo l’acqua cristallina, nel restante spazio vanno inserite delle spugne di grana grossa e fine. Se il filtro è sottodimensionato o non composto come descritto in precedenza darà luogo a una massiccia presenza di composti ammoniacali che ne disturberà la chiusura del ciclo azotato.
– Nei primi mesi di avvio mai acidificare l’acqua con una eccessiva erogazione di co2 facendo precipitare di colpo il Ph, meglio mantenere un ph neutro (7)
– La durezza carbonica (Kh) non deve essere al di sotto dei 5-6° perché i batteri hanno difficoltà a insediarsi nel filtro e in tutte le superfici dell’acquario dei primi 2 mesi di vita, quindi se e basso vanno aggiunti degli appositi sali o corretto con acqua di rubinetto
– Fertilizzazione precoce o eccessiva alimenta questo tipo di alghe, partire con una somministrazione dimezzata perche’ come detto in precedenza le piante attraverseranno un periodo di adattabilità e non assorbiranno quello che gli metteremo a disposizione ma consumeranno le proprie scorte.
– Il cambio va effettuato per eliminare eccessi di fertilizzante o squilibrio tra no3 e po4

Alghe filamentose
Alghe filamentose

Filamentose dovute ad un eccesso di fertilizzazione o fertilizzazione precoce

 

Nel caso in cui nell’acquario assistiamo alla comparsa delle alghe filamentose,per eliminarle i rimuoverle possiamo intervenire in 2 diversi modi, cioè sia in modo meccanico che naturale aiutandoci con l’inserimento di flora e fauna nonché antagonisti mangia alghe sempre scegliendo in base a che tipo di biotopo si vuole creare e eventuali scelte e convivenze in base al litraggio.
La rimozione meccanica può essere effettuata utilizzando uno spiedino di legno avvolgendo le alghe su se stesso o in altermativa se sono come dei piccoli cespugli si può usare uno spazzolino da denti, altra alternativa che possiamo utilizzare è il tubo per effettuare il cambio di acqua aspirandole ma non le elimineremo del tutto
La rimozione in modo naturale (se l’acquario ha gia più di 40 giorni di vita) consiste nell’inserire in acquario piante a crescita rapida, pesci, invertebrati o molluschi, quest’ultimi mangiano proprio le alghe e ci aiuteranno a eliminarle definitivamente perché fanno parte della loro dieta in habitat naturale.
– I cambi d’acqua vanno allungati se no3 e po4 non sono presenti con riduzione della fertilizzazione portandola a un dosaggio di 1/4 di quella totale.

Una cosa è certa che la rimozione meccanica o l’inserimento di flora e fauna sono sempre dei metodi non risolutivi ma solo temporanei ,infatti dobbiamo curarci di regolarizzare i vari rapporti NO3/PO4 e tutti i valori della vasca cercando anche di non esagerare con i fertilizzanti,anche la luce dovrà essere secondo indicazioni sia di qualità che in quantità.

Alghe filamentose
Alghe filamentose

Alghe filamentose dovute a carenza d’azoto e ciclo biologico non attivo

 

Un altro metodo per cercare temporaneamente di non far proliferare troppo le aghe è utilizzare l’H2O2 ovvero la classica acqua ossigenata 10 volumi in due diversi modi:
HOT SPOT cioe’ spruzzando un determinato quantitativo sul ciufetto di alga che in breve perderà la propria consistenza cambiando colore e sfaldandosi,
COMPLESSIVA spruzzando sul getto della pompa tramite una siringa e effettuando il cambio dopo due ore dalla somministrazione (40ml ogni 100litri)
Attenzione:
Si può optare per la risoluzione naturale SEMPRE E SOLO sulla base del biotopo creato e nel rispetto dei pesci. Vale a dire che se il litraggio, biotopo e fauna non lo consentono.

Piante antagoniste a crescita rapida che consumano molti nutrienti sottraendoli alle alghe:
– Hygrophila polisperma
– Limnophila Sessiflora
– Ceratophyllum Demersum
– Rotala rutondifolia
– Heteranthera zosterifolia
– Didiplis diandra
– Egeria densa

Pesci che si nutrono di alghe:
– Ancistrus
– Crossocheilus siamensis
– Gyrinocheilus aymonieri
– Otonciclus affinis
– Garra ruffa

Invertebrati che spiluccano alghe:
– Caridine

Mollusch che mangiano alghe:
– Neritina
– Ampularia
– Planorbarius
– Tubercolata
– Physa

 

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Carboni attivi

Chiunque si avvicina al mondo acquariofilo ha sentito parlare dei carboni attivi ma spesso e volentieri ne trascura la sua reale motivazione di impiego cercando di riflettere sui pro e i contro. Ci ritroviamo questo sacchettino nero composto da scaglie o minuscoli cilindretti che le istruzioni ci dicono di inserire nel filtro per avere acqua limpida e cristallina e viene fatto senza pensarci.

In questa piccola guida cercherò di spiegare in modo semplice e intuitivo le motivazioni del suo utilizzo e in quali casi in modo da aver chiaro l’impiego evitando problemi che potrebbero sorgere da un utilizzo errato.

I carboni attivi hanno una grandissima proprietà che è quella di assorbire particelle solide sospese di una certa grandezza,di assorbire sostanze inquinanti o determinate sostanze e in piccola parte a fungere da supporto per insediamente batterico come tutti gli arredi o altro che sono presenti in vasca.Non bisogna intendere il carbone attivo come un filtro perchè non assorbe quello che gli diciamo o che gli indichiamo ma tutto cio’ che lo attraversa ed è per questo che bisogna impiegarlo in determinate situazioni particolari.La sua particolare struttura retinosa viene attraversata dal flusso dell’acqua e intrappola le molecole piu’ grandi.

I carboni attivi di qualità per uso acquariologico sono ricavati dalla corteccia di noce di cocco per avere maggior azione di assorbimento delle sostanze nocive in acquario. Si presentano a forma di scaglie o di piccoli cilindretti tipo pellet. In commercio possiamo trovare anche le spugne in carboni attivi ma sono di bassa qualità e non hanno la stessa efficacia di quelli descritti in precedenza.

La verifica della qualità dei carboni attivi è una cosa abbastanza semplice, basta prendere un chicco di carbone attivo e inserire in una boccetta per effettuare i test a reagente contenente 10 ml di acqua osmosi o demineralizzata, dopo 24 ore si effettua il test PO4 e se viene rilevato traccia di fosfati i carboni attivi sono di bassa qualità ricavati da legni non idonei o da truccioli di legno bruciati e pressati.

Il carbone attivo va rinchiuso in un sacchetto retinato, sciacquato sotto l’acqua corrente e inserito nel filtro. La quantità da utilizzare e di 1 o 2 grammi per ogni litro in base alla tipologia dei carboni e alle indicazioni del produttore. Il suo utilizzo non altera il Ph e ne le durezze (Kh e Gh).Il suo impiego e la durata del suo intervento dipende da che utilizzo ne vogliamo fare,nel caso viene impiegato per rimuovere sostanze medicinali rimaste viene inserito per 24/48 ore , nel caso di rendere l’acaua piu’ cristallina viene impiegato per 48/72 ore,dopodicche’ deve essere rimosso.

Il suo utilizzo e solo permanente non più di 72 ore,come detto in precedenza viene utilizzato per rimuovere resti di medicinale dopo trattamenti medici o eccessi di fertilizzanti e oligoelementi, ad esclusione dei macro elementi (azoto, potassio, calcio, ammonio, sodio, magnesio, fosforo e zolfo), non rimuove neanche silicati, batteri, metalli pesanti e eventuali virus di malattie. Viene anche utilizzato per rimuovere tannini ,acidi umici e cattivi odori che sono i responsabili dell’acqua ambrata. Questo ci lascia intendere che un utilizzo sproporzionato in vasca non rimuoverebbe solo quello che noi vorremmo ma anche sostanze utili all’ambiente.

Il carbone attivo una volta saturo non effettua piu’ la sua azione e quindi puo’ essere cestinato.Si sentono spesso  teorie dove una volta diventato saturo il carbone desorbe cio’ che ha assorbito ma questo avviene solo in piccola parte qualora l’ambiente fosse sottoposto a sbalzi di ph ma in ogni caso il carbone attivo va sostiutito e utilizzato solo all’occorrenza per piccoli periodi temporali .

 

IN CONCLUSIONE
– Non utilizzare i carboni attivi quando si fertilizza
– Non usare carboni attivi di altre provenienza al di fuori dell’acquariologia
– Non riutilizzare i carboni attivi dopo aver effettuato cicli di smaltimento parziali di medicinali, pesticidi o alghicidi
– Non usare i carboni attivi sfuso nel filtro, perché danneggerebbe la pompa
– Non utilizzare i carboni attivi come fondo primario in acquario

 

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Foglie di catappa

In questa piccola guida volevo brevemente spiegare cosa sono le foglie di catappa e il motivo del suo largo impiego in acquariologia,queste foglie provengono da un albero indiano chiamato Terminalia catappa o più comunemente Mandorlo indiano .

Foglie di catappa

Questo albero produce un frutto piccolo e commestibile e le sue foglie trovano largo impiego anche in medicina visto le proprietà antibatteriche e antiossidante in essa contenute che vengono rilasciate quando si trovano a contatto con un ambiente umido.

Foglie di catappaPer anni queste foglie sono state utilizzate in paesi asiatici come medicina tradizionale e veniva assunta tramite decotti. In alcuni paesi sono stati utilizzati per trattare le malattie del fegato, in altri prescritte da medici contro la dissenteria e la diarrea, si è persino giunti ad affermare che contengono agenti per prevenire il cancro, cosa che non è stata dimostrata a livello scentifico, ma di certo contiene agenti antiossidanti.

Foglie di catappa

La raccolta e la preparazione delle foglie per immetterle sul mercato passa attraverso varie fasi e cioè:
– Raccolta delle foglie : Essa avviene raccogliendo solo foglie cadute dall’albero naturalmente ed esclusivamente quelle che presentano il colore caratteristico giallo-rossastro, se venissero presi ancora verdi dall’albero non avranno gli stessi principi attivi di quelle cadute.

– Lavaggio e asciugatura: Le foglie passano attraverso un processo di lavaggio ed essiccazione senza l’ausilio di alcun prodotto (solo acqua priva di minerali) e nessun apparecchio per forzare l’asciugatura perché questo potrebbe alterare le proprietà benefiche contenute nelle foglie. In questa fase vengono scartate alcune foglie troppo sporche, colore inadeguato o che emettono un cattivo odore.

– Selezione: Quelle che vengono scartate sono foglie bucate, macchiate, rovinate e quelle di colore inadeguato,inoltre devono avere delle dimensioni definite comprese tra 6-12 cm (piccola) tra 12-17 (media) e da 17-22 (grande)

– Imballaggio: Una volta selezionate attentamente vanno disposte in sacchetti di plastica a chiusura ermetica pronti per essere immessi sul mercato.

Come già detto le foglie di catappa possiedono una serie di principi attivi come vari tannini, saponina, fitosteroli e acidi umici, è un ottimo biocondizionatore di acqua naturale in alternativa a quelli commerciali, il suo utilizzo previene le malattie batteriche come la corrosione delle pinne, funghi, malattia del buco ecc.

Innocuo nei confronti dei batteri che si insediano nei filtri,  rafforza la mucosa dei pesci che rappresenta una delle  prime protezioni naturali , ci aiuteranno quindi a curare pesci che presentano delle ferite da lotte territoriali, manipolazioni errate da parte dell’uomo, acclimatizzazione di nuovi esemplari, disintossica da composti ammoniacali, metalli pesanti e altre sostanze tossiche evitando morti improvvise e inspiegabili.

Foglie di catappain campo acquariofilo i benefici sono molteplici e li elenco di seguito:
– Favorisce la colorazione naturale dei pesci, molluschi e invertebrati
– Tiene lontano parassiti esterni comuni
– Mantiene il valore ph stabile
– Colorano l’acqua di un colore ambrato, rendendo le condizioni naturali del loro habitat
– Aggiungono diatomee, cosi vantaggiose nelle prime fasi di vita di alcuni dei nostri avannotti e baby caridine
– Aiuta l’insediamento dei batteri nel filtro facilitando il processo di nitrificazione.
– Ottimo nascondiglio e cibo per avannotti, caridine e molluschi

Per utilizzare queste foglie in acquario ci sono principalmente 2 modi ; il primo è quello di preparare l’infusione prendendo 3-4 foglie tritandole a secco e mettendole in un sacchetto retinato e successivamente inserirlo in 250ml di acqua calda e lasciare riposare per una settimana per estrarre il contenuto da versare direttamente nel nostro acquario (200 litri) o in alternativa inserire il sacchetto direttamente nel filtro (100 litri).

Il secondo modo e usare direttamente le foglie poggiate sul fondo dell’acquario che sarebbe il modo più naturale perché una volta che la foglia ha emanato tutte le sue proprietà si ammorbidisce e molluschi e caridine se ne nutrono rimanendo solo la venatura della foglia.

Con queste proprietà che sono state elencate, gli allevatori asiatici di betta li impiegano nei loro acquari nonostante è diventata una fonte di commercio esportando in tutto il mondo. Oltre ad essere utilizzato nell’allevamento dei betta le foglie vengono impiegate nell’allevamennto di altre specie di pesci quali discus, ramirezi, scalare, molluschi e invertebrati. Il loro uso relativamente nuovo in Italia, viene visto come indispensabile nei nostri acquari rendendo l’habitat naturale per la specie allevata.

IN CONCLUSIONE le foglie di catappa sono un aiuto naturale a mantenere un ambiente sano e confortevole per i pesci ma ovviamente non fa miracoli questo vuol dire che non sostituiscono le classiche e normali azioni di manutenzione della vasca quali sifonature e cambi periodiciì e neanche medicinali qualora fossero necessarie.

 

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