Legge del minimo

Nella formulazione originale, la legge di Liebig diceva:
“La crescita dei vegetali è determinata dall’elemento che è presente in quantità minore rispetto ai fabbisogni”.

Successivamente la legge è stata ampliata estendendola alle modalità di crescita di qualsiasi popolazione vivente in un ecosistema:
“La crescita di un essere vivente in un ecosistema è determinata dal fattore ecologico che è presente in quantità minore rispetto alle necessità”

Tale fattore è detto “fattore limitante” perché di fatto determina il limite massimo di crescita delle popolazioni.

legge del minimo
fonte immagine : http://www.scienze-naturali.com/ambiente/15319

Il fattore limitante è quella sostanza o quel parametro ambientale la cui presenza, assenza o sovrabbondanza, risulta determinante per lo sviluppo degli individui e quindi delle popolazioni di un ecosistema.Nel nostro caso il fattore limitante è la Luce in quanto senza di essa la pianta muore.

La legge del minimo è molto importante perchè consente di determinare le condizioni ambientali migliori per lo sviluppo di una popolazione. Allevatori e agricoltori devono tenerla in considerazione se vogliono ottenere il massimo di produttività dai loro allevamenti e dalle loro coltivazioni

La legge di Liebig, nella sua accezione più generale, è universalmente accettata in campo ecologico ed e conosciuta anche come “Teoria del Minimo”

Gli elementi che determinano lo sviluppo delle piante sono:temperatura, parametri dell’acqua, la luce, il nutrimento, sono fra loro strettamente interdipendenti, nel senso che se uno di essi aumenta devono aumentare, beninteso entro determinati limiti.Tuttavia, se qualche elemento è al di sotto del minimo, tutta l’attività vegetativa si blocca, perché la pianta non può utilizzare nessuno degli altri elementi che pure ha a disposizione.Occorre tenere presente che molte piante hanno limi ti alquanto ampi e risultano tolleranti (cosiddette piante facili), mentre altre lo sono pochissimo (piante difficili).Da qui è quasi un obbligo ,cercare di conoscere l’habitat di provenienza delle piante, senza per questo risultare necessario ricreare perfettamente quelle condizioni, cosa peraltro quasi impossibile.

Temperatura: è il fattore che determina la crescita in quanto condiziona le funzioni vitali, regolandone l’intensità. Lo step quasi logico (tranne per alcuni specifici casi) di temperatura da tenere è 20-25°(anche se di norma le temperature standard delle nostre case vanno piu che bene) .

Parametri dell’acqua: i parametri dell acqua che serve conoscere per una coltivazione ottimale sono :

No2: L’ammonio viene trasformato dai batteri (Nitrobatteri) in nitriti (NO2) e questa è la seconda fase di trasformazione nel ciclo dell’azoto. La presenza di 0,02 mg/l fino a 0,10 mg/l indica un buon funzionamento del filtro, un valore che supera il 0,50 mg/l è pericoloso per i pesci (acqua inquinata), fare un cambio parziale dell’acqua e controllare il filtro(diminuire la portata litri all’ora potrebbe aiutare).

No3: I nitrati (NO3) sono il risultato della terza ed ultima fase del ciclo dell’azoto e hanno una tossicità non pericolosa per i pesci. Per allevare pesci molto delicati è consigliabile una concentrazione fino a 20 mg/l. Un valore che si aggira intorno ai 50/l è buono per la maggior parte dei pesci, ma può favorire la crescita delle alghe. Se viene riscontrato un valore che supera i 50 mg/l è necessario un cambio parziale dell’acqua.

Fosfati: la loro importanza in acquario è legata soprattutto alle piante. Una concentrazione tra 0,2 mg/l e 0,50 mg/l è l’ottimale per la crescita delle piante, mentre un valore superiore, anche se non tossico, può favorire la crescita delle alghe.

Ph: ( potenziale dell’idrogeno) è una scala di misura dell’acidità di una soluzione acquosa, questa varia da 0 a 14 e come parametro neutrale viene usato il 7 con valore ottimale per la coltivazione compreso tra 6,5 e 7,5.

Kh: misura il contenuto in carbonati dell’acquario , anzi si puó dire che misura la capacita’ tamponante dell’acquario nei confronti degli acidi.
Il Kh è importante perché il suo valore influenza direttamente il valore di pH. Valore ottimale per la coltivazione risulta compreso tra 5° e 6°.

Gh: è la durezza dell’acqua si intende un valore che esprime il contenuto di sali di calcio e magnesio oltre che di eventuali metalli pesanti presenti nell’acqua , tanto piú il GH è alto tanto piú l’acqua è dura. Il valore ottimale per la coltivazione risulta compreso tra 6° e 10°

Luce: l’illuminazione è il comune denominatore con cui dovremo confrontarci quotidianamente se vorremo ottenere una crescita sana e rigogliosa delle nostre piante.

La luce è l’elemento indispensabile alla funzione clorofilliana cioè alla formazione delle sostanze organiche a partire da anidride carbonica e acqua, per effetto dell’energia luminosa. In altre parole trattasi di quel processo attraverso il quale i vegetali sono in grado di catturare ed immagazzinare l’energia solare che verrà liberata al momento opportuno al fine di attivare numerose e complesse reazioni chimiche.Ma non tutte le piante richiedono una stessa quantita di luce, alcune specie gradiscono il la luce diretta per tutto l’arco del fotoperiodo, altre la luce filtrata da piante o schermature, a imitazione di quanto arbusti e torbidità dell acqua fanno in habitat, altre infine prediligono l’ombra come si evince nel genere delle epifite. da qui viene l esigenza di scegliere un rapporto watt-luce in base alle caratteristiche delle piante.

Le specifiche da ricercare e riscontrare nelle nostre lampade sono:

Watt: potenza elettrica assorbita da una lampada.

Flusso luminoso: indica quanta luce c’è su un piano di riferimento,si misura in lumen.

Efficienza luminosa: è il grado di economicità con il quale la potenza elettrica assorbita viene trasformata in luce. Viene misurata in lumen per watt.

Temperatura colore: si misura in gradi KELVIN (K),ndicativamente si possono classificare le temperature-colore in questo modo:

< 3500K: tono caldo

3500-6000K: tono neutro

> 6000K: tono freddo

a parità di colore le lampade possono avere rese di colore diverse

Resa del colore:indicato con RA , indica quanto una lampada riesce a non “falsare” i colori di un oggetto. Più è alto migliore è la resa cromatica

Le tipologie di lampade atte all’uso acquariofilo sono:

Fluorescenti: fanno parte di questa famiglia le T8 le T5 e le PC.I tubi T8 sono stati i primi ad essere utilizzati e ancora oggi molti acquari vengono venduti dalle ditte con l’impianto luci predisposto per loro, ma nel corso degli ultimi anni, visto il successo riscontrato nell’uso domestico e lavorativo, i moderni tubi T5 sono sempre più richiesti dagli appassionati per diverse ragioni: diametro e quindi ingombro minore, efficienza luminosa più elevata, risparmio di energia e maggiore durata nel tempo, anche a livello “luminoso”.le PC (power compact)comunemente conosciute come PL non sono altro che T5 piegati a parita di wattaggio abbiamo un mino ingombro.Questa famiglia di lampade è la piu utilizzata pechè permette una più varia personalizzazione del colore delle lampade(2500-12000K)

HQL: a vapori di mercurioavendo picchi sullo spettro d’emissione riguardanti la zona arancione(4000-5200K), unite risultano ottimali per la coltivazione di pianteQHI: ad alogenuri di metallo spettro d’emissione con picchi di blu e giallo(4200-18000K), questo tipo di lampade ha un alto coefficente di penetrazione della colonna d’acqua.Sia le HQL che le HQI vengo utilizzate prettamente in vasche aperte in quanto hanno una forte emissione di calore, con il conseguete problema di surriscadameto della plancia-coperchio.

Strettamente connesso al precedente aspetto è quello legato al fotoperiodo e cioè alla durata dell’emissione luminosa, indispensabile ai vegetali per portare a compimento il processo fotosintetico che, permette di trasformare la fonte luminosa in energia vitale.

Indicativamente il fotoperiodo ottimale è di 8/10 ore (da raggiungere gradatamente dalla fine dell’allestimento) è generalmente più che sufficiente allo scopo.
Per personale esperienza ritengo che periodi più lunghi non solo risultano inutili per le piante, ma a volte creano grossi problemi con le alghe.
Si è notato in oltre che la temperatura di colore adatta alla coltivazione delle piante acquatiche è compresa tra 3400 e 7000 gradi Kelvin.

Nutrimento: tutti gli esseri viventi ne hanno bisogno; la pianta può attingere questi elementi attraverso le radici o le foglie in base alla propria tipologia(Es. l’Echinodorus si nutre prevalentemente dal substrato , mentre le anuria non ne hanno bisogno) . La legge del Liebig non è valida solo per i fattori di crescita, ma anche per gli elementi nutritivi, per cui se un elemento fertilizzante scarseggia, tutta la produzione vegetale ne risente, adeguandosi al fertilizzante presente in misura minore. Le piante, senza alcuna eccezione, non vanno nutrite né durante il riposo vegetativo, né dopo un trapianto. Le due principali tipologie di nutrimento sono i macro e micro nutrienti di questi abbiamo:

macronutrienti: potassio (K) , azoto (N), fosforo (P), zolfo (S), magnesio (Mg), calcio (Ca)

micronutrienti: ferro (Fe), manganese (Mn), rame (Cu), zinco (Zn), molibdeno (Mo), cobalto (Co), boro (B)

Elementi traccia essenziali includono: Sodio(Na), Rubidio(Rb), Nichel(Ni), Vanadio(V), Silicio(Si).

Gli elementi benefici non vengono giudicati essenziali per tutte le piante, ma possono esserlo per alcune.
La distinzione tra benefico ed essenziale è spesso difficile nel caso di alcuni elementi traccia. Il silicio, agendo come elemento benefico, può aiutare a compensare livelli tossici di manganese, ferro, fosforo ed alluminio, come pure la deficenza di zinco.

Carenze di quest’ultimi sono meno evidenti, di quelle evidenziante da elementi maggiori, ma è indubbio che le portano.

Per cui se un elemento fertilizzante scarseggia, tutta la produzione vegetale ne risente, adeguandosi al fertilizzante presente in misura minore. Si potranno notare dopo poco tempo i negativi effetti di carenza ,questi elementi sono fondamentali sia direttamente che indirettamente, per produrre e utilizzare in modo continuo i pigmenti fotosintetici e la mancanza anche di uno solo di questi porta allo sbiadimento delle foglie,vmodificandone i pigmenti della clorofilla.

Un altro importantissimo mezzo di sostentamento per le piante è l’anidride carbonica (CO2),le piante acquatiche che inseriamo nei nostri acquari, a differenza di quelle terrestri che utilizzano l’ anidride carbonica presente nell’ aria, sono costrette a sfruttare metodi più complessi di assimilazione del carbonio, per questo si consiglia l utilizzo di un buon impianto CO2.

QUindi la carenza di tali fondamentali specifiche dell ambiente dove vengono collocate le piante creeranno deegli scompensi.

Per fare fronte a questi fattori gli organismi viventi adottano degli adattamenti che consentono loro la sopravvivenza. Esistono tre tipi di adattamento, quello morfologico, fisiologico, comportamentale: L’adattamento morfologico prevede la formazione nell’organismo di strutture o organi necessari all’adattamento nell’ambiente nel quale è collocato l’essere vivente. L’adattamento fisiologico comporta la produzione di sostanze particolari e la creazione di organi atti alla produzione di queste sostanze L’adattamento comportamentale, riguarda lo sviluppo di un determinato comportamento che consente all’essere vivente di sopravvivere nel suo ambiente come ad esempio il cambio della forma delle foglie quando si passa dall ambiente acquatico ad ascitto e viceversa.

Le mie conclusioni quindi possono affermare che la gestione ottimale di una vasca piantumata viene regolata in base ad un equilibrio “minimo” facilmente gestibile. il sovradosaggio di parte degli elementi di base puo provocare dannosi scompensi all’interno delle nostre vasche.

 

 

Guida redatta da elmagico82
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Vita in acquario

Vita in acquario

Molto spesso la vita all’interno di un acquario viene associa alla Flora e alla Fauna, ma nessuno pensa che la vita di quest’ ultimi è resa possibile dai Batteri (pensate un po’ che noi stessi siamo composti per circa il 90% da cellule batteriche!).
I batteri sono organismi unicellulari autotrofi, cioè capaci di sintetizzare sostanze, organiche ed inorganiche, necessarie per la loro sopravvivenza. Sono  stati i primi organismi a svilupparsi sulla terra quando l’unica sostanza da cui trarre nutrimento era lo zolfo (S), per questo motivo essi tramite un meccanismo noto come “Ciclo dello Zolfo” sono riusciti a svilupparsi, moltiplicarsi ed evolversi.

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Potenziale redox

Potenziale redox :In passato si riteneva che l’ossigenazione fosse la principale necessita’ per un acquario , mentre con l’avanzare del tempo e delle conoscenze nel campo della acquariofilia, si e capito che l’importante non e ossigenare ma ossidare , infatti gli apassionati di acquariofilia hanno abbandonato l’aereatore e sono passati a mettere l’impianto co2 in modo che , fornendo alle piante il fondamentale per la loro fisiologia , permettendo l’amplificazione della fotosintesi clorofiliana , che in ultima analisi produce ossigeno ceduto direttamente nell’acqua .

potenziale redoxDiversa e la questione della ossidazione che coinvolge concetti basilari di chimica e fisica , e fa veramente la differenza tra un acquario che funziona e uno malandato, quando riempiamo con acqua nuova un acquario il suo potenziale redox generalmente sara’ sui 60/90 mV , il metabolismo animale produce una serie di molecole che riducono il potenziale dell’acqua e dopo alcuni mesi potremo leggere un redox abbastanza basso prossimo a zero in queste condizioni favoriremo la vita delle piante che proliferano bene in un ambiente riducente , se la vasca contiene molti vegetali pero’ , questi producono una continua ossidazione ,dunque il potenziale redox ci dice subito quanto e equilibrato il nostro acquario,e se si mantiene stabile nel tempo ci dice subito che ha un buon equilibrio biologico, se invece tende a scendere ci dice che nel nostro acquario predomina il metabolismo animale, quindi bisogna ossidare aggiungendo piu’ piante e effetuando piu cambi parziali , se invece il redox tende a salire e segno che la vasca e stata progettata con un metodo “olandese” ed allora e necessario produrre una continua riduzione , se vogliamo che le nostre piante continuino a proliferare , diversa e la situazione nell’acquario marino dove l’ossigeno non e mai troppo e l’anidride carbonica e sempre in ecesso questo dipende dalla complessa miscela salina disciolta .

Con l’aumentare della salinita’ diminuisce la quantita’ di ossigeno che possiamo disciogliere (concentrazione di saturazione) , quindi negli acquari marini tropicali, salati e caldi potremo veramente disciogliere poco ossigeno e dovremo essere certi che l’ossigeno sia sempre a saturazione,se vogliamo evitare problemi alla popolazione animale ,l’anidride carbonica invece e sempre abbondante a causa del elevata durezza dell’acqua , se la sua concentrazione diventa troppo elevata si potrebbero saturare le capacita’ tamponanti dell’acqua ed osservare piccole cadute del ph, dopo un picco di co2 in un acquario marino si registrano picchi di ph basso difficilmente risolvibili se non con cambi copiosi dell’acqua , e importante che la co2 non superi mai i livelli di guardia, e che l’ossigeno sia sempre prossimo a saturazione , questo efetto si puo facilmente ottenere con un aereatore o ad una pompa di movimento , questo spiega perche negli acquari di acqua dolce , gli aereatori e le pompe di movimento vengono usate solo in assenza di piante, perche in presenza di vegetali un distributore di co2 fornisce indirettamente molto piu’ ossigeno,se in una vasca ricca di piante e utile mantenere un redox basso, nella maggior parte degli acquari di comunita ricchi di pesci con poche piante, e utile ottenere il processo contrario , per evitare problemi con la popolazione animale. Nell’ossidazione cè la perdita di un elettrone da una molecola, atomo o ione.

Nella riduzione cè invece l’acquisizione di un elettrone da una molecola, atomo o ione.

Il valore del potenziale redox può essere considerato come indicativo dello stato di salute dell’acquario ed é influenzato dai processi batterici (un importante variazione del Potenziale Redox. è quella che si verifica in presenza di batteri, la nitrificazione: si tratta di un’ossidazione in cui l’ammoniaca viene trasformata nei dannosi nitriti e quindi negli innocui nitrati.

Una concentrazione ottimale di Ossigeno è fondamentale per ottenere un ottimo potenziale redox, la misurazione è lunga per questo i misuratori elettronici devono essere sempre immersi in vasca per una misurazione continua.

La tensione Redox si esprime in mV e ci informa sul potenziale di ossidazione o di riduzione. Si impiega un elettrodo di metallo che possiede la capacità di prendere o consegnare elettroni. Siccome lo stesso elettrodo non può reagire con l’ambiente, si devono utilizzare metalli nobili. Se nell’ambiente si trovano sostanze ossidanti o riduttive, si da un interscambio di elettroni. L’interscambio provoca a sua volta una tensione elettrica che potrà essere misurata.

A potenziali redox troppo bassi (riducenti) i pesci si indeboliscono e si scoloriscono ,il filtro biologico perde efficenza , causando il problema dell’acqua “bianca” , in pratica i batteri aerobi si muovono nella colonna d’acqua alla ricerca di condizioni di vita migliore , le piante si ricoprono di alghe e marciscono agli apici .

Quindi dobbiamo gestire un plantaquario in modo da non far scendere mai il potenziale redox al di sotto dello zero, mentre negli acquari di comunita con una ricca popolazione e poche piante dobbiamo cercare di tenerlo sopra i 50/60 mV per garantire condizioni di vita a tutti gli organismi presenti.

Nell’acquario marino gli effetti del redox sono altrettanto evidenti su pesci ed invertebrati il valore ideale in questo caso e sui 200/250 mV , in queste condizioni osserveremo invertebrati ben “aperti” e pesci ben colorati , a valori piu bassi invece i polipi di diversi invertebrati tendono a chiudersi e i pesci sono meno vispi e colorati ,e la vasca sofre della proliferazione di alcune alghe indesiderate come i cianobatteri , diatomee, ecc…. dunque e ancora piu importante in questo caso tenere un potenziale redox sempre molto elevato (ossidante), il filtro biologico necessita di ossigeno e potere ossidante per poter funzionare , infatti propio i filtri biologici che funzionano meglio , possono dare fenomeni di acqua “bianca” quando le quantita’ di ossigeno in vasca scarseggiano , o il potenziale redox e troppo basso, filtri scarsamente funzionanti non danno causa a questi fenomeni propio perche non fanno bene il loro lavoro.

 

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La guida Acidi umici e Tannini è stata impaginata da Marco Ferrara

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bibliografia:
Il mio acquario
Chimica in acquario
Da marte82, Venerdi’, 8 Gennaio 2010 01:00
e impaginata da Ferrara Marco

Conducibilità

La conducibilità

L’acqua è considerata chimicamente pura (distillata) quando non contiene alcune ionio disciolto, vale a dire quando è costituita esclusivamente da molecole di H2O , tale condizioni è riproducibile solo in laboratorio, in realtà infatti l’acqua si arricchisce continuamente nella sua composizione chimica,lavando e sciogliendo i substrati che incontra attraverso il suolo terrestre, questa azione erosiva dei terreni con i quali è in contatto fa si che in essa si disciolga un complesso insieme di sostanza di varia natura ( proteine, sali, metalli,ecc ecc ), che la rendono in pratica una complessa soluzione chimica, in particolare i sali organici ed inorganici, gli acidi e le basi disciolte in acqua formano degli ioni che possiedono delle vere proprie cariche elettroniche in grado da fungere da “mezzo di trasporto” per la corrente elettrica nel liquido.

Se poniamo infatti in un bicchiere d’acqua distillata due elottrodi collegati ai poli di una pila elettrica non si misurera quasi alcun fenomeno di conduzione, perche non vi sono elementi chimici in grado di condurre cariche elettriche, se però sciogliamo nello stesso bicchiere di acqua distillata un pizzico di comune sale da cucina (NACL) la soluzione cambierà totalmente , il cloruro di sodio si scinde nei dai due ioni da cui è formato : cloro con carica negativa e sodio con carica positiva, essendo muniti di carica gli ioni possono trasportare elettricità: pertanto , gli ioni cloro saranno attratti dal polo positivo della pila, mentre quelli sodio saranno attratti dal polo negativo, questo fenomeno si chiama conduttanza specifica o conducibilità ed è, la misura della concentrazione degli insieme di ioni carichi disciolti in acqua: la qauntità di corrente che passa tra i due elettrodi è infatti proporzionale alla quantità degli ioni presenti, l unita di misura della conducibilità è espressa in siemens per centimetro (S/cm) .

Nell ‘ acqua distillata il trasporto di cariche elettriche è, come detto, pressochè nullo :

si misurerà dunque conduttibilità pari a zero, nell acqua di mare che contiene numerosi sali diversi , potremo misurare una conducibilità di oltre 10000 micro siemens per cm, mentre nelle acque dolci di diversa natura misureremo conduttività intermedie.

l’acqua di rubinetto delle nostre abitazioni è caratterizzata generalmente da conduttività molto elevata se confrontata con quella della maggioranza dei biotipi, da cui provengono i pesci tropicali, salvo eccezzioni non dovrebbe dunque essere utilizzata per acqua dolce senza essere preventivamente trattata, e possibile però addolcire l’acqua di rubinetto utilizzando appositi apparecchi “gli impianti ad osmosi inversa” , che trattengono su una membrana con pori strettissimi , tutto (o quasi) ciò che contenuto nell’acqua, fornendo un liquido dalle caratteristiche molto simili a quelle dell’acqua distillata, lo potremmo verificare misurando la conduttività dell acqua in uscita,che per un impianto domestico dovrebbe essere nell ordine di poche decine di micro siemens, a fronte delle diverse centinaia di entrata :quest’acqua estremamente pura caratterizzata da bassa durezza , ph neutro e conduttività ridottissima può essere utilizzata tagliata con acqua meno “estrema” o meglio arricchita con appositi sali integratori , per riprodurre anche le specie più esigenze,che potranno finalmente sentirsi a casa,un effetto simile si ottiene utilizzando alcuni particolari tipi di resine a scambio ionico, le resine cationiche e quelle annioniche eliminano solo una parte (positiva o negativa rispettivamente) dei sali presenti in soluzione , vanno quindi usati in combinazione tra loro in apposite colonne di scambio, contenenti in sequenza resine cationiche ed annioniche: l acqua che passa nella colonna viene innanzitutto protonizzata, quindi purificata completamente ; sia l’anione che il catione, parti fondamentali di ogni sale, sono estratti in rapida sequenza e l’effetto chimico è molto simile a quello che si otterrebbe da un sistema di osmosi inversa.

I pesci sono molto sensibili al valore della conducibilità, pur se’ spesso sottovalutato dagli appassionati,infatti è tra i valori più importanti in acquario: i pesci mal sopportano variazioni di conducibilità in quanto ad essa è legata alla pressione osmotica, quest’ultima misura la pressione a cui i tessuti del pesce sono sottoposti quando varia l’equilibrio tra la concentrazione salina interna e quella esterna, quando un pesce viene spostata da un acquario ad un altro con valore di conducibilità diversa, esso cerca di contrastare questa variazione assumendo o espellendo acqua dalle proprie cellule, se la diversità tra i valori di conducibilità’ dei due acquari è notevole , il meccanismo di compensazione , a causa della sua lentezza, non riesce nel tentativo in tempo utile, e le membrane cellulari si lacerano portando il pesce alla morte dopo un agonia di qualche ora.

La pressione osmotica influisce in misura determinante sullo sviluppo delle uova dei pesci : se vengono deposte a valori troppo diversi da quelli ottimali, non riescono a schiudersi, divenendo facile preda di muffe e funghi.

Gli organismi acquatici che decidiamo di allevare avranno quindi anche l esigenza di vivere in un acqua che rispetti , in maniera che può essere spesso anche solo indicativa, il valore di conducibilità tipico del biotopo di provenienza,tale valore è direttamente proporzionale e strettamente connesso alla durezza carbonatica (KH) e la durezza totale (GH) dell’acqua utilizzata:di regola, acque tenere o molto tenere hanno bassa conducibilità,

viceversa elevata in acque dure o molto dure, attenzione però: con la conducibilità noi misuriamo una quantità (quella degli ioni , e quindi dei sali, disciolti nell acqua),non una qualità ovvero questa misura non ci fornisce alcuna informazione per identificare i soluti stessi;se dunque un acqua dura sarà comunque caratterizzata da conducibilità elevata per l abbondanza di sali che ne determinano appunto la durezza, un acqua “tenera” potrebbe anche avere una conduttività malgrado tutta elevata, causata dalla presenza degli ioni disciolti che non ne influenzano però la durezza!

La qualità di un acqua ottenuta attraverso l’osmosi inversa o a scambio ionico può essere testata facilmente misurandone la conducibilità:questo metodo è il più affidabile ed immediato per verificare l’esaurimento o un eventuale danneggiamento delle membrane osmotiche o l’esaurimento delle resine a scambio ionico.

Misurare la conducibilità in un acquario può invece essere un buon metodo per valutare il livello di inquinanti organici ed inorganici presenti, infatti, la misura degli ioni disciolti in acqua permette di valutare “sia pur approssimatamene” anche l’accumularsi di sostanze dannose come nitrati e fosfati ma anche di sostanze volutamente aggiunte all’acqua come: fertilizzanti, oligo elementi , e vitamine, è dunque importante monitorare spesso il valore della conducibilità dell’acqua del nostro acquario.

la misurazione va effettuata con uno strumento elettronico (chiamato conduttivimetro) il quale è collegata ad una sonda dotata di elettrodi che permettono di misurare intervalli di valori ampi senza tuttavia che ciò vada a scapito della precisione della misura , come tutti gli strumenti di questo tipo è necessario eseguire una taratura dell’elettrodo prima di utilizzarlo, misurare la conduttività mediante l’apposito tester elettronico è un operazione estremamente semplice :

basta immergere il conduttivimetro nell’acqua, pochi secondi dopo il valore è riportato sul display a cristalli liquidi, esistono numerosi conduttivimetri adatti per l’uso in acquario, inoltre sono facili da usare, e sono offerti ad un prezzo abbordabile, non è invece possibile possibile utilizzare un semplice tester da elettrcisti, poiche la corrente continua erogata provocherebbe la scissione dei sali “elettrolisi”, ecco perche i conduttivitri adatti all’uso in acquario funzionano con una particolare forma di corrente alternata.

 

 

 

 

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Si ringrazia per questo articolo archimede70

Filtro biologico

Il così detto filtro biologico di solito è un vano contenente materiale inerte altamente poroso, la cui funzione è semplicemente di fare da supporto alle colonie batteriche nitrificanti, tanto più è elevato il rapporto superficie – volume del materiale impiegato, tanto più il filtro sarà in grado di sostenere una colonia numerosa.

I batteri nitrificanti sono detti : autotrofi chemio sintetici (chemiolitotrofici), ovvero ottengono da elementi organici nutrimento ed energia a loro necessari per vivere, alla loro opera incessante diamo la sopravivenza del nostro acquario.