Infuso di foglie e pignette

Infuso di foglie e pignette

 

Infuso di foglie e pignette.

In questa breve guida vedremo come fare un buon infuso a base di tannini per la nostra vasca.

Che cos’è l’infusione?
L’infusione non è altro che un metodo utilizzato per estrarre i principi attivi da piante officinali o da alimenti e si realizza immergendo tali piante o alimenti in un liquido per un tempo più o meno lungo. Il prodotto che si ricava viene chiamato infuso.

La presente guida tratterà di un infuso di foglie di castagno e pignette di ontano.

In realtà l’infuso di tannini lo si può ricavare da svariate foglie essiccate, per questo si rimanda alla guida Le foglie in acquario, presente sempre sul nostro sito per scoprirne altre.

Anche se non riportate nell’articolo menzionato pocanzi, le foglie di castagno, sono una buona alternativa ad altre foglie per essere inserite in vasca, poichè favoriscono anch’esse un soddisfacente rilascio di tannini.

Viene descritta questa tecnica di infusione con il connubio di foglie di castagno e pignette di ontano poiché al momento vi erano questi elementi a mia disposizione e altresì facilmente reperibili in natura tra boschetti e campagne.

Per avere un risultato ottimale sull’ambratura dell’acqua ho utilizzato 20 foglie medie di castagno e 12 pignette di ontano (tutto rigorosamente secco, naturalmente).

Andiamo adesso ad argomentare il procedimento.

Infuso di foglie e pignette

Sciacquiamo sotto l’acqua corrente le 20 foglie di castagno e le 12 pignette di ontano e riponiamole dentro una vecchia pentola e successivamente versiamo dentro 4 litri di acqua d’osmosi inversa.

 

Accendiamo il gas e lasciamo a fuoco lento e senza coperchio fino all’evaporazione di 2 litri di acqua, controllando di tanto in tanto lo sviluppo e affondando dentro l’infuso le foglie e le pignette che tenderanno a stare a galla per non farle asciugare. Per questo processo ci vorrà circa un’ora e mezza di tempo.

Una volta evaporati i 2 litri d’acqua, rimuoviamo la pentola dal fuoco e lasciamo riposare l’infuso senza coprire con il coperchio, fino a quando non si sarà completamente raffreddato e divenuto a temperatura ambiente (fatto nel pomeriggio, l’ho lasciato riposare per tutta la notte).

Infuso di foglie e pignette

Dopo essersi accertati che l’infuso è completamente freddo, iniziamo a rimuovere le foglie e le pignette. Prendiamo una bottiglia da due litri (quelle della Coca Cola o della Pepsi dopo averle accuratamente sciacquate vanno benissimo), un imbuto e un colino a maglie strette e iniziamo a versare filtrando l’infuso per rimuovere i residui staccatisi.

Otterremo pertanto il seguente risultato che ci basterà per diverso tempo.

Infuso di foglie e pignette

Per quanto riguarda la somministrazione, bisogna fare attenzione e tenere in considerazione i propri valori di PH e KH già presenti in vasca e versare l’infuso con parsimonia, effettuando i test (rigorosamente a reagente per ottenere dei risultati ottimali) prima e dopo la somministrazione, fino a trovare la giusta quantità da utilizzare e senza creare squilibri in vasca, che andrebbero a compromettere la salute degli inquilini. Tutto ciò perchè l’infuso di foglie e pignette è un sistema naturale molto lento che abbassa il PH.

A seguito della procedura vista precedentemente, ho voluto effettuare un personale esperimento che non reputo necessario da fare, tantomeno lo reputo da consigliare, quindi è da ritenersi del tutto di libero arbitrio ma, in ogni caso, l’ho voluto condividere perchè, contrariamente, potrebbe esserci qualche utente interessato.

Dopo aver rimosso le foglie e le pignette, invece di cestinarle, inseriamole in un altro contenitore con altri due litri d’acqua d’osmosi inversa, e senza fare alcunchè chiudiamolo e riponiamolo in un luogo a nostro piacimento. Noteremo che, come illustrato nella foto che segue, nonostante le foglie e le pignette siano esauste a causa della bollitura precedente, dopo circa una settimana rilasceranno ancora dei tannini e otterremo altri due litri di infuso molto più blando ma sempre utile.

Infuso di foglie e pignete

Sperando che la guida possa essere di aiuto e di gradimento si augura un buon esperimento a tutti.

 

ATTENZIONE: 

Lo staff di acquariofili.com e l’autore dell’articolo non si ritengono responsabili dell’uso inappropriato delle suddette soluzioni ottenute dall’infusione.

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili e dell’autore.

 

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Bonsai fai da te

Costruzione di bonsai e o arredi in roccia

Costruzione di bonsai e o arredi in roccia

Per chi è appassionato di creazioni “homemade” del tutto uniche e particolari, che non richiamano il solito legno acquistabile in negozio, esistono tecniche di costruzione che è possibile mettere in pratica per avere qualcosa di unico e, soprattutto, originale.

Costruzione di bonsai e o arredi in roccia

La tecnica che andremo a spiegare è utilizzata in particolar modo da Aquascapers indonesiani che hanno la fortuna di avere meravigliosi legni specifici ed adattabili.

Con un po’ di ingegno e dopo aver accuratamente scelto la giusta tipologia di legno che troviamo in natura e che può essere inserito in acquario (Legni per acquario raccolti in natura), questa tecnica si può mettere facilmente in pratica con l’ausilio di qualche piccolo attrezzo facilmente reperibile e di un Dremel munito di apposite punte.

Costruzione di bonsai e o arredi in roccia

Una volta scelto il legno e sanificato a dovere tramite ebollizione o infornatura a 180° per circa un’ora e mezza (dipende sempre dalla grandezza e spessore del legno, ma generalmente mai meno di un’ora per fare in modo che il tutto sia ben sterilizzato), procederemo con la scelta dei pezzi, sezionandolo in base alle nostre esigenze e a nostro piacimento.

Nel frattempo, con la parte del legno di scarto che stiamo lavorando, provvederemo a realizzare della segatura in polvere tramite attrezzo specifico con testina carteggiatrice, la stessa ci servirà poi per l’assemblaggio.

Costruzione di bonsai e o arredi in roccia

A questo punto, tagliati i legni a dovere in base alla forma che dovremo dare al nostro arredo, andremo ad avvicinare le due estremità da incollare inserendo tra le stesse un pezzetto di carta da cucina tipo Scottex, che ci servirà a coprire eventuali punti vuoti, nonché a rafforzare la congiunzione.

Costruzione di bonsai e o arredi in roccia

Tenendo ben fermi i due legni con la carta nel mezzo, sopra la stessa andremo a buttare, aiutandoci con un cucchiaino, la segatura precedentemente ricavata e messa da parte. Dovremo abbondare in questa operazione, poiché sarà proprio questo passaggio il segreto della riuscita del lavoro.

Costruzione di bonsai e o arredi in roccia

Una volta ricoperto il pezzo di carta che fa da congiunzione con questa segatura, andremo a depositarvi sopra la colla Super Attak (quest’ultima va benissimo poiché composta da ciano acrilato che una volta ben asciutto, in vasca è assolutamente inerte) avendo l’accortezza di non starci sopra con occhi e naso poiché a quel punto, in un paio di secondi circa, si innescherà una reazione chimica con tanto di fumo scaturito dal contatto della colla con la segatura, che permetterà ai legni di incollarsi rapidamente con una presa perfetta e definitiva.

Costruzione di bonsai e o arredi in roccia

A questo punto i nostri legni sono ben saldi e si potrà procedere con la stessa tecnica per tutti i punti che si vorranno congiungere per creare ciò che si preferisce.

Costruzione di bonsai e o arredi in roccia

Terminato il lavoro di Costruzione di bonsai e o arredi in roccia, per renderlo più naturale e meno spigoloso (perché in quei punti dove abbiamo fatto colare la colla, si crea una superficie molto solida con parti appuntite e pericolose per le pinne dei nostri pesci), è bene montare punte apposite sull’attrezzo da lavoro con le quali andremo a levigare e smussare i punti di congiunzione.

Costruzione di bonsai e o arredi in roccia

Costruzione di bonsai e o arredi in roccia

Inserito in acqua, con questa tecnica, il nostro legno sembrerà reale, nei punti di congiunzione grazie alla segatura combinata con la colla il colore ottenuto si confonderà con quello del legno stesso, dando l’idea di un arredo del tutto naturale. Inoltre, la crescita del muschio che verrà applicato sopra, tenderà a nascondere le giunture e qualche eventuale piccola imperfezione.

Con la stessa tecnica è possibile realizzare componenti in roccia in stile hardscape, ovviamente con questo materiale non ci sarà bisogno di utilizzare punte specifiche o carteggiatrici in quanto le rocce non vanno lavorate, al massimo prima di iniziare potremmo romperle all’occorrenza per creare piccoli pezzi che poi andremo ad assemblare a nostro piacimento.

Costruzione di bonsai e o arredi in rocciaCostruzione di bonsai e o arredi in roccia

 

Si ringrazia Sonia Camilletti per la cortese collaborazione nella stesura della descrizione e per la concessione sull’utilizzo delle proprie foto.

 

 

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Cryptocoryne sp Flamingo

Cryptocoryne sp Flamingo

Nome scientifico: Cryptocoryne sp Flamingo

Genere: Cryptocoryne

Famiglia: Araceae

Luogo di provenienza: Cultivar

Struttura: a rosetta

Dimensioni: altezza 5-10 cm larghezza 10-15cm

Temperatura: 15-30 ° C

Ph: 5.0-8.0

Luce: Alta

Posizione: Anteriore

Crescita: Lenta

Difficoltà: Facile

Allelopatia Aquatica : Nessuna nota

Allelopatia Radicale : Nessuna nota

Note: Questa crypto è una cultivar molto particolare quanto rara , infatti a differenza di tutte le altre della famiglia presenta una colorazione rosa che dà un tocco di eleganza non solo a lei ma alla vasca intera.

La Cryptocoryne sp Flamingo predilige una illuminazione media ma se intensa può presentare una colorazione molto più intensa come si evince in foto.

La sua lamina fogliare è martellata tende a rimanere bassa e compatta presentando una rosetta invidiabile alle più eleganti piante,in presenza di CO2 , potassio e un buon fondo fertile darà vita ad una pianta veramente imponente e abbastanza coriacea.

Come tutte le cryptocoryne predilige un fondo ricco di nutrienti che assorbirà dall’apparato radicale è lenta nell’adattarsi e si sconsiglia di spostarla in continuazione,una volta piazzata lasciarla adattare tranquillamente.

La sua stolonatura sarà imponente dando luogo a nuove piantine autosufficienti e meravigliose. Evitare le variazioni improvvise dei parametri chimici dell’acqua perchè può portare anche a perdere la pianta pur essendo predisposta ad adattarsi a valori diversi da quelli consigliati ma lentamente nel tempo.

Una volta immesse in una nuova vasca, o dopo aver fatto un importante cambio d’acqua, può verificarsi il fenomeno della “Peste delle Cryptocoryne”, che consiste nella marcescenza parziale o addirittura anche totale delle foglie.

In ogni caso se lo stolone non è marcito basta lasciarlo interrato che in breve tempo emetterà nuove foglioline.

Non si hanno notizie su fini officinali per questa pianta

Riproduzione: Per stolone

Riparo con noce di cocco

Riparo con noce di cocco

 

[dropcap]I[/dropcap]n questa guida verrà descritta, con qualche foto di alcuni passaggi, la tecnica studiata e messa in pratica dalla nostra amica Sonia Camilletti, per ottenere una tana o riparo con noce di cocco per pesci.

Sperando sia utile, si augura una buona lettura!

Per prima cosa munitevi di :

  • seghetto con denti fini (per intenderci quello che si usa per tagliare il ferro),
  • un martello con una estremità più stretta come quello in foto,
  • un cacciavite abbastanza grande con punta a “taglio” ed una spazzola di ferro

Riparo con noce di cocco

La realizzazione di un riparo con noce di cocco è un lavoro che va eseguito senza fretta e con molta pazienza poiché in questo modo riuscirete ad ottenere un risultato perfetto.

Posizionate la noce su un punto rigido ed iniziate a picchiare con la parte stretta del martello lungo una linea (volendo potete prima tracciarla con una matita) come se voleste spaccarla a metà nel mezzo.

[pullquote-right]Lungo tutta la circonferenza picchiate con colpi non troppo forti, ma decisi, questo passaggio serve per preparare ed indebolire la parte del cocco che volete che si rompa a cerchio perfetto.[/pullquote-right]

 

Poi prendete il seghetto e fate una linea di incisione lungo tutta la circonferenza sullo stesso punto in cui avete precedentemente battuto con il martello (bastano appena 2 millimetri di profondità, giusto che si veda un solco di riferimento).

Riparo con noce di cocco

Una volta terminata l’incisione, prendete il cacciavite a taglio, inseritelo in un punto a caso di questa incisione e date un colpo secco e deciso sopra con il martello. La noce di cocco si spaccherà seguendo la linea da voi precedentemente incisa con il seghetto e a quel punto non vi rimarrà che ripulire accuratamente le due parti dalla polpa staccandola pian piano con la punta di un coltello.

Riparo con noce di cocco

Spazzolate la parte esterna del cocco fino ad ottenere il legno ripulito e fatelo bollire per circa mezz’ora come si fa con qualsiasi legno prima di inserirlo in acquario.

Riparo con noce di cocco

 

 

La “porta” di ingresso la si può creare utilizzando un Dremel con le apposite punte-fresa.

 

 

 

Disegnate l’apertura a mano e iniziate a lavorarla con la punta specifica fino a staccare la parte superflua, e levigate i bordi con la punta carteggiatrice. Inoltre potrete creare sulla parte superiore o sul retro un altro piccolo foro per permettere il ricircolo dell’acqua all’interno della tana senza farla stagnare dentro.

A questo punto potete decidere se ricoprirlo incollando piccoli pezzetti di muschio che pian piano ricopriranno l’intera superficie, oppure piante epifite o semplicemente lasciarlo naturale.

Questo riparo o tana come la si vuole chiamare sicuramente sarà molto gradita dai nostri pinnuti non solo per ripararsi causa timidezza ma anche per nascondersi lontano da predatori ,inoltre son sicuro che la maggior parte utilizzerà questo rifugio per le loro riproduzioni visto che le uova saranno riparate dalla corrente ,dai predatori e facilmente controllabili .Mi riferisco ai locaridi e piccoli ciclidi.

Riparo con noce di cocco

I vostri pesci gradiranno sicuramente la loro nuova tana!.

 

Si ringrazia Sonia Camilletti per la cortese collaborazione nella stesura della descrizione e per aver concesso l’utilizzo delle foto

 

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calcio per gasteropodi

Calcio per gasteropodi

Calcio per gasteropodi

Analizziamo una ricetta casalinga per realizzare dei cubetti di calcio per integrare la dieta delle lumache,
non si sciolgono velocemente e le lumache sembrano apprezzare,partiamo dagli ingredienti:
  • 5/6 grammi di Carbonato di calcio ( grado alimentare) vedi foto1
  • 35 ml di acqua
  • 2 grammi di Argar Argar(addensante utilizzato per i dolci è realizzato con alghe essiccate, in alternativa colla di pesce)vedi foto2
  • Spirulina, vedi foto3
  • tabs da fondo, vedi foto3
  • mangime per caridine polverizzati, vedi foto3
Calcio per gasteropodifoto 1 Calcio per gasteropodifoto 2 Calcio per gasteropodifoto 3
Strumenti o attrezzatura utlizzata:
  • 1 piccolo pentolino
  • Stampi quelli per fare i cubetti di ghiaccio

 

Passiamo adesso alla preparazione :
  1. Mettere il mangime a bagno in 10 ml di acqua per fare una ” pappetta”
  2. Scaldare a fuoco dolce fino a completo scioglimento 2 grammi Argar Argar o la colla di pesce in 30 ml di acqua per circa 3 minuti,
  3. Aggiungete la pappetta di mangime,
  4. Spegnere il fuoco e aggiungere a pioggia il calcio, mescolando per evitare il formarsi di grumi, dovreste trovarvi con un impasto con la consistenza di un budino.
  5. Versare negli stampi, i cubetti fatteli piccoli massimo un paio di centimetri

Calcio per gasteropodi

Lasciate raffreddare a temperatura ambiente, una volta raffreddato mettere una notte in frigorifero ( no congelatore), acquisteranno la consistenza delle caramelle gommose, trascorso questo tempo togliere dal frigo e con delicatezza toglierli dagli stampi, lasciarli disidratare per qualche giorno al sole o comunque in casa, diventeranno duri come sassi e sono pronti per essere somministrati.

 

Nella preparazione della “pappetta” di mangime si possono aggiungere anche altri tipi di mangime tipo spirulina , astaxantina, osso di seppia grattugiato , foglie di gelso sia essiccate che naturali , l’importante è rispettare sempre il quantitativo totale e cioè 3gr di mangime ogni 5/6 gr di carbonato di calcio, altrimenti la consistenza delle pasticche diminuirà e si scioglieranno più velocemente e facilmente in acqua

 

Se non si è sicuri di tutto il procedimento affidarsi ai rivenditori autorizzati acquistando integratori già pronti all’uso evitando di arrecare problemi ai gasteropodi allevati,inoltre non si ritiene responsabile nè l’autore della guida ne’ la direzione di acquariofili.com per eventuali danni causati da uno sbagliato utilizzo o interpretazione della stessa guida.
Calcio per gasteropodi pasticche di Calcio per gasteropodi

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Articolo scritto da Roberto Bullo e impaginato da Marco Ferrara

 

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