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Potenziale redox

Potenziale redox :In passato si riteneva che l’ossigenazione fosse la principale necessita’ per un acquario , mentre con l’avanzare del tempo e delle conoscenze nel campo della acquariofilia, si e capito che l’importante non e ossigenare ma ossidare , infatti gli apassionati di acquariofilia hanno abbandonato l’aereatore e sono passati a mettere l’impianto co2 in modo che , fornendo alle piante il fondamentale per la loro fisiologia , permettendo l’amplificazione della fotosintesi clorofiliana , che in ultima analisi produce ossigeno ceduto direttamente nell’acqua .

potenziale redoxDiversa e la questione della ossidazione che coinvolge concetti basilari di chimica e fisica , e fa veramente la differenza tra un acquario che funziona e uno malandato, quando riempiamo con acqua nuova un acquario il suo potenziale redox generalmente sara’ sui 60/90 mV , il metabolismo animale produce una serie di molecole che riducono il potenziale dell’acqua e dopo alcuni mesi potremo leggere un redox abbastanza basso prossimo a zero in queste condizioni favoriremo la vita delle piante che proliferano bene in un ambiente riducente , se la vasca contiene molti vegetali pero’ , questi producono una continua ossidazione ,dunque il potenziale redox ci dice subito quanto e equilibrato il nostro acquario,e se si mantiene stabile nel tempo ci dice subito che ha un buon equilibrio biologico, se invece tende a scendere ci dice che nel nostro acquario predomina il metabolismo animale, quindi bisogna ossidare aggiungendo piu’ piante e effetuando piu cambi parziali , se invece il redox tende a salire e segno che la vasca e stata progettata con un metodo “olandese” ed allora e necessario produrre una continua riduzione , se vogliamo che le nostre piante continuino a proliferare , diversa e la situazione nell’acquario marino dove l’ossigeno non e mai troppo e l’anidride carbonica e sempre in ecesso questo dipende dalla complessa miscela salina disciolta .

Con l’aumentare della salinita’ diminuisce la quantita’ di ossigeno che possiamo disciogliere (concentrazione di saturazione) , quindi negli acquari marini tropicali, salati e caldi potremo veramente disciogliere poco ossigeno e dovremo essere certi che l’ossigeno sia sempre a saturazione,se vogliamo evitare problemi alla popolazione animale ,l’anidride carbonica invece e sempre abbondante a causa del elevata durezza dell’acqua , se la sua concentrazione diventa troppo elevata si potrebbero saturare le capacita’ tamponanti dell’acqua ed osservare piccole cadute del ph, dopo un picco di co2 in un acquario marino si registrano picchi di ph basso difficilmente risolvibili se non con cambi copiosi dell’acqua , e importante che la co2 non superi mai i livelli di guardia, e che l’ossigeno sia sempre prossimo a saturazione , questo efetto si puo facilmente ottenere con un aereatore o ad una pompa di movimento , questo spiega perche negli acquari di acqua dolce , gli aereatori e le pompe di movimento vengono usate solo in assenza di piante, perche in presenza di vegetali un distributore di co2 fornisce indirettamente molto piu’ ossigeno,se in una vasca ricca di piante e utile mantenere un redox basso, nella maggior parte degli acquari di comunita ricchi di pesci con poche piante, e utile ottenere il processo contrario , per evitare problemi con la popolazione animale. Nell’ossidazione cè la perdita di un elettrone da una molecola, atomo o ione.

Nella riduzione cè invece l’acquisizione di un elettrone da una molecola, atomo o ione.

Il valore del potenziale redox può essere considerato come indicativo dello stato di salute dell’acquario ed é influenzato dai processi batterici (un importante variazione del Potenziale Redox. è quella che si verifica in presenza di batteri, la nitrificazione: si tratta di un’ossidazione in cui l’ammoniaca viene trasformata nei dannosi nitriti e quindi negli innocui nitrati.

Una concentrazione ottimale di Ossigeno è fondamentale per ottenere un ottimo potenziale redox, la misurazione è lunga per questo i misuratori elettronici devono essere sempre immersi in vasca per una misurazione continua.

La tensione Redox si esprime in mV e ci informa sul potenziale di ossidazione o di riduzione. Si impiega un elettrodo di metallo che possiede la capacità di prendere o consegnare elettroni. Siccome lo stesso elettrodo non può reagire con l’ambiente, si devono utilizzare metalli nobili. Se nell’ambiente si trovano sostanze ossidanti o riduttive, si da un interscambio di elettroni. L’interscambio provoca a sua volta una tensione elettrica che potrà essere misurata.

A potenziali redox troppo bassi (riducenti) i pesci si indeboliscono e si scoloriscono ,il filtro biologico perde efficenza , causando il problema dell’acqua “bianca” , in pratica i batteri aerobi si muovono nella colonna d’acqua alla ricerca di condizioni di vita migliore , le piante si ricoprono di alghe e marciscono agli apici .

Quindi dobbiamo gestire un plantaquario in modo da non far scendere mai il potenziale redox al di sotto dello zero, mentre negli acquari di comunita con una ricca popolazione e poche piante dobbiamo cercare di tenerlo sopra i 50/60 mV per garantire condizioni di vita a tutti gli organismi presenti.

Nell’acquario marino gli effetti del redox sono altrettanto evidenti su pesci ed invertebrati il valore ideale in questo caso e sui 200/250 mV , in queste condizioni osserveremo invertebrati ben “aperti” e pesci ben colorati , a valori piu bassi invece i polipi di diversi invertebrati tendono a chiudersi e i pesci sono meno vispi e colorati ,e la vasca sofre della proliferazione di alcune alghe indesiderate come i cianobatteri , diatomee, ecc…. dunque e ancora piu importante in questo caso tenere un potenziale redox sempre molto elevato (ossidante), il filtro biologico necessita di ossigeno e potere ossidante per poter funzionare , infatti propio i filtri biologici che funzionano meglio , possono dare fenomeni di acqua “bianca” quando le quantita’ di ossigeno in vasca scarseggiano , o il potenziale redox e troppo basso, filtri scarsamente funzionanti non danno causa a questi fenomeni propio perche non fanno bene il loro lavoro.

 

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La guida Acidi umici e Tannini è stata impaginata da Marco Ferrara

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bibliografia:
Il mio acquario
Chimica in acquario
Da marte82, Venerdi’, 8 Gennaio 2010 01:00
e impaginata da Ferrara Marco

Conducibilità

La conducibilità

L’acqua è considerata chimicamente pura (distillata) quando non contiene alcune ionio disciolto, vale a dire quando è costituita esclusivamente da molecole di H2O , tale condizioni è riproducibile solo in laboratorio, in realtà infatti l’acqua si arricchisce continuamente nella sua composizione chimica,lavando e sciogliendo i substrati che incontra attraverso il suolo terrestre, questa azione erosiva dei terreni con i quali è in contatto fa si che in essa si disciolga un complesso insieme di sostanza di varia natura ( proteine, sali, metalli,ecc ecc ), che la rendono in pratica una complessa soluzione chimica, in particolare i sali organici ed inorganici, gli acidi e le basi disciolte in acqua formano degli ioni che possiedono delle vere proprie cariche elettroniche in grado da fungere da “mezzo di trasporto” per la corrente elettrica nel liquido.

Se poniamo infatti in un bicchiere d’acqua distillata due elottrodi collegati ai poli di una pila elettrica non si misurera quasi alcun fenomeno di conduzione, perche non vi sono elementi chimici in grado di condurre cariche elettriche, se però sciogliamo nello stesso bicchiere di acqua distillata un pizzico di comune sale da cucina (NACL) la soluzione cambierà totalmente , il cloruro di sodio si scinde nei dai due ioni da cui è formato : cloro con carica negativa e sodio con carica positiva, essendo muniti di carica gli ioni possono trasportare elettricità: pertanto , gli ioni cloro saranno attratti dal polo positivo della pila, mentre quelli sodio saranno attratti dal polo negativo, questo fenomeno si chiama conduttanza specifica o conducibilità ed è, la misura della concentrazione degli insieme di ioni carichi disciolti in acqua: la qauntità di corrente che passa tra i due elettrodi è infatti proporzionale alla quantità degli ioni presenti, l unita di misura della conducibilità è espressa in siemens per centimetro (S/cm) .

Nell ‘ acqua distillata il trasporto di cariche elettriche è, come detto, pressochè nullo :

si misurerà dunque conduttibilità pari a zero, nell acqua di mare che contiene numerosi sali diversi , potremo misurare una conducibilità di oltre 10000 micro siemens per cm, mentre nelle acque dolci di diversa natura misureremo conduttività intermedie.

l’acqua di rubinetto delle nostre abitazioni è caratterizzata generalmente da conduttività molto elevata se confrontata con quella della maggioranza dei biotipi, da cui provengono i pesci tropicali, salvo eccezzioni non dovrebbe dunque essere utilizzata per acqua dolce senza essere preventivamente trattata, e possibile però addolcire l’acqua di rubinetto utilizzando appositi apparecchi “gli impianti ad osmosi inversa” , che trattengono su una membrana con pori strettissimi , tutto (o quasi) ciò che contenuto nell’acqua, fornendo un liquido dalle caratteristiche molto simili a quelle dell’acqua distillata, lo potremmo verificare misurando la conduttività dell acqua in uscita,che per un impianto domestico dovrebbe essere nell ordine di poche decine di micro siemens, a fronte delle diverse centinaia di entrata :quest’acqua estremamente pura caratterizzata da bassa durezza , ph neutro e conduttività ridottissima può essere utilizzata tagliata con acqua meno “estrema” o meglio arricchita con appositi sali integratori , per riprodurre anche le specie più esigenze,che potranno finalmente sentirsi a casa,un effetto simile si ottiene utilizzando alcuni particolari tipi di resine a scambio ionico, le resine cationiche e quelle annioniche eliminano solo una parte (positiva o negativa rispettivamente) dei sali presenti in soluzione , vanno quindi usati in combinazione tra loro in apposite colonne di scambio, contenenti in sequenza resine cationiche ed annioniche: l acqua che passa nella colonna viene innanzitutto protonizzata, quindi purificata completamente ; sia l’anione che il catione, parti fondamentali di ogni sale, sono estratti in rapida sequenza e l’effetto chimico è molto simile a quello che si otterrebbe da un sistema di osmosi inversa.

I pesci sono molto sensibili al valore della conducibilità, pur se’ spesso sottovalutato dagli appassionati,infatti è tra i valori più importanti in acquario: i pesci mal sopportano variazioni di conducibilità in quanto ad essa è legata alla pressione osmotica, quest’ultima misura la pressione a cui i tessuti del pesce sono sottoposti quando varia l’equilibrio tra la concentrazione salina interna e quella esterna, quando un pesce viene spostata da un acquario ad un altro con valore di conducibilità diversa, esso cerca di contrastare questa variazione assumendo o espellendo acqua dalle proprie cellule, se la diversità tra i valori di conducibilità’ dei due acquari è notevole , il meccanismo di compensazione , a causa della sua lentezza, non riesce nel tentativo in tempo utile, e le membrane cellulari si lacerano portando il pesce alla morte dopo un agonia di qualche ora.

La pressione osmotica influisce in misura determinante sullo sviluppo delle uova dei pesci : se vengono deposte a valori troppo diversi da quelli ottimali, non riescono a schiudersi, divenendo facile preda di muffe e funghi.

Gli organismi acquatici che decidiamo di allevare avranno quindi anche l esigenza di vivere in un acqua che rispetti , in maniera che può essere spesso anche solo indicativa, il valore di conducibilità tipico del biotopo di provenienza,tale valore è direttamente proporzionale e strettamente connesso alla durezza carbonatica (KH) e la durezza totale (GH) dell’acqua utilizzata:di regola, acque tenere o molto tenere hanno bassa conducibilità,

viceversa elevata in acque dure o molto dure, attenzione però: con la conducibilità noi misuriamo una quantità (quella degli ioni , e quindi dei sali, disciolti nell acqua),non una qualità ovvero questa misura non ci fornisce alcuna informazione per identificare i soluti stessi;se dunque un acqua dura sarà comunque caratterizzata da conducibilità elevata per l abbondanza di sali che ne determinano appunto la durezza, un acqua “tenera” potrebbe anche avere una conduttività malgrado tutta elevata, causata dalla presenza degli ioni disciolti che non ne influenzano però la durezza!

La qualità di un acqua ottenuta attraverso l’osmosi inversa o a scambio ionico può essere testata facilmente misurandone la conducibilità:questo metodo è il più affidabile ed immediato per verificare l’esaurimento o un eventuale danneggiamento delle membrane osmotiche o l’esaurimento delle resine a scambio ionico.

Misurare la conducibilità in un acquario può invece essere un buon metodo per valutare il livello di inquinanti organici ed inorganici presenti, infatti, la misura degli ioni disciolti in acqua permette di valutare “sia pur approssimatamene” anche l’accumularsi di sostanze dannose come nitrati e fosfati ma anche di sostanze volutamente aggiunte all’acqua come: fertilizzanti, oligo elementi , e vitamine, è dunque importante monitorare spesso il valore della conducibilità dell’acqua del nostro acquario.

la misurazione va effettuata con uno strumento elettronico (chiamato conduttivimetro) il quale è collegata ad una sonda dotata di elettrodi che permettono di misurare intervalli di valori ampi senza tuttavia che ciò vada a scapito della precisione della misura , come tutti gli strumenti di questo tipo è necessario eseguire una taratura dell’elettrodo prima di utilizzarlo, misurare la conduttività mediante l’apposito tester elettronico è un operazione estremamente semplice :

basta immergere il conduttivimetro nell’acqua, pochi secondi dopo il valore è riportato sul display a cristalli liquidi, esistono numerosi conduttivimetri adatti per l’uso in acquario, inoltre sono facili da usare, e sono offerti ad un prezzo abbordabile, non è invece possibile possibile utilizzare un semplice tester da elettrcisti, poiche la corrente continua erogata provocherebbe la scissione dei sali “elettrolisi”, ecco perche i conduttivitri adatti all’uso in acquario funzionano con una particolare forma di corrente alternata.

 

 

 

 

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Si ringrazia per questo articolo archimede70

Filtro biologico

Il così detto filtro biologico di solito è un vano contenente materiale inerte altamente poroso, la cui funzione è semplicemente di fare da supporto alle colonie batteriche nitrificanti, tanto più è elevato il rapporto superficie – volume del materiale impiegato, tanto più il filtro sarà in grado di sostenere una colonia numerosa.

I batteri nitrificanti sono detti : autotrofi chemio sintetici (chemiolitotrofici), ovvero ottengono da elementi organici nutrimento ed energia a loro necessari per vivere, alla loro opera incessante diamo la sopravivenza del nostro acquario.

Ciclo azotato

In questa guida tratteremo il ciclo azotato in acquario

In acquario l’acqua si arricchisce nel tempo di residui organici derivanti essenzialmente:

  • dal metabolismo dei pesci e dalle loro deiezioni.
  • da eccesso di mangime non consumato che si decompone.
  • dalla marcescenza delle piante che vanno in decomposizione.

Tutte queste sostanze si accumulano sul fondo e vengono trasformate dai batteri in composti azotati semplici (formate cioè da azoto indicato con la lettera N).

 

ciclo azotato

Alla base di tutti i sistemi di filtrazione c’è un fenomeno molto importante che è quello della decomposizione chimica operata da parte di milioni di batteri. Questa si divide in diverse fasi e dà come risultato la formazione di composti azotati e minerali. Nella prima fase le catene proteiche vengono spezzate in frammenti piu’ piccoli, gli amminoacidi,  dai microrganismi eterotrofi tramite un processo di digestione enzimatica ovvero:

proteine –> peptidi –> amminoacidi

Da qui inizia la seconda fase che è quella della biodegradazione degli amminoacidi in composti azotati semplici:

amminoacidi –> ammoniaca (NH3) –> ioni ammonio (NH4+)

L’ammoniaca e l’ammonio sono in equilibrio tra loro e sono condizionati dal pH. Per valori acidi avremo quasi esclusivamente ammonio rapidamente assorbito dalle piante mentre per valori alcalini aumenta concentrazione dell’ ammoniaca  (per un pH = 8.0 la concentrazione di ammoniaca è pari al 10%). Entrambe le sostanza sono molto solubili in acqua e rappresentano i veleni piu’ pericolosi per il nostro acquario.

Nella terza fase gli ioni di ammonio vengono trasformati in nitriti (NO2) quindi:

Ioni ammonio —–>Nitriti(NO2) 

Nella quarta fase avviene l’ ossidazione  dei nitriti (NO2) in nitrati(NO3) quindi:

Nitriti(NO2)—–>Nitrati(NO3) 

I nitrati rappresentano quasi l’ultima fase del processo descritto  a grandi linee per cercare di far comprendere le fasi principali e tralasciando tutti i sotto processi che ci farebbero confondere molto le idee soprattutto per chi inizia a sentir parlare da poco di ciclo azotato. I nitrati si accumulano in vasca con il passare del tempo e solo un cambio parziale puo’ contenere il loro continuo accumulo.

[pullquote-left]Il ciclo azotato si chiude con un ulteriore processo, anche se non se ne parla spesso, dove i nitrati per riduzione dell’ azoto (N) vengono trasformati in azoto gassoso (N2). Questo è dovuto a colonie di batterici anaerobici che si formano negli strati profondi del fondo dove l’ ossigenazione è molto scarsa o nulla.[/pullquote-left]

Le zone anossiche (assenza di ossigeno) possono rappresentare anche un grave pericolo per via della formazione di particolari colonie batteriche sempre anaerobiche che degradano gli aminoacidi ed altri composti organici solforati (nella loro struttura molecolare presentano atomi di zolfo) producendo acido solfidrico, sostanza caratterizzata dall’ odore di uova marce la cui tossicità è ben nota. Ciò provocherà un avvelenamento di tutta la vasca.

All’avvio di una nuova vasca il ciclo azotato non è ancora innescato perche’ i batteri non si sono ancora insediati nel filtro (dove avviene la maggior parte del ciclo azotato) e quindi occorre un periodo di tempo durante il quale i batteri nitrificanti devono svilupparsi e moltiplicarsi. Per questo motivo avremo che nel primo periodo si svilupperanno le colonie di Nitrosomonas che trasformano l’ ammoniaca (NH3) in nitriti (NO2) che inizieranno ad aumentare in vasca fino a raggiungere un valore massimo detto picco dei NO2. Sfalsati nel tempo inizieranno a svilupparsi anche le colonie di Nitrobacter deputati a trasformare i NO2 in NO3 per cui osserveremo nel tempo la riduzione  dei NO2 sino alla loro scomparsa e contestualmente un aumento dei NO3. 

Il tempo di maturazione del filtro dipende da diverse variabili (temperatura, valore del pH, inoculo attraverso cibo per pesci, uso di prodotti specifici) e richiede mediamente circa 30 giorni ma ripeto che non esiste un tempo fisso e preciso che quanto più tempo diamo alla maturazione del filtro tanto più l’ acquario partirà nelle condizioni migliori. A volte in fase di avvio di una nuova vasca si possono avere sia nitriti che nitrati prossimi allo zero e questo succede per due motivi:

  • Non si sono formati i ceppi batterici e quindi l’acqua è ancora satura di composti ammoniacali
  • il picco è già avvenuto ed i nitrati non sono rilevabili perchè assorbiti dalle piante presenti nella vasca.

Non sempre avere i nitrati prossimi allo zero è una ottima cosa perche’ oltre ad essere uno dei principali nutrimenti per le piante è anche sinonimo di un ottimale funzionamento del filtro biologico.

[pullquote-right]Nota: Prima di inserire i pesci è molto importante attendere la maturazione completa del filtraggio biologico monitorando settimanalmente le variazioni dei NO2 e dei NO3 con i test a reagente. [/pullquote-right]

Quando i NO2 dopo il picco non sono più rilevabili, e contestualmente verifichiamo un aumento dei NO3, è consigliabile attendere almeno un’ ulteriore settimana.Inserire i pesci gradualmente per non sovraccaricare il filtraggio biologico. Un filtro non ben maturo potrebbe comportare un improvviso aumento dei NO2 con effetti tossici gravi da provocare moria dei pesci.

I nitriti assorbiti attraverso le branche si legano all’ emoglobina formando metaemoglobina che impedisce a livello branchiale lo scambio CO2/O2. L’ aumento della concentrazione ematica  di CO2 provoca acidosi del sangue e scarsa ossigenazione cellulare.

Quello che notiamo è un aumento della velocità di respirazione del pesce che per sopperire alla scarso apporto di ossigeno si porta in superficie boccheggiando.

L’ asfissia si manifesta già ad una concentrazione di 0,5 mg/L. 

Come intervenire?: effettuare cambi sostanziali di acqua, migliorare l’ ossigenazione con l’ uso di aeratore, inserire colture batteriche specifiche (ammostop, biodigest, nitrivec, etc). In alternativa usare il NaCl (cloruro di sodio) per sfruttare la competitività del Cl verso i NO2 nell’ assorbimento branchiale. In questo caso la concentrazione di Cl deve essere 10 volte superiore a quella dei NO2 sottratta la quantità di Cl già presente in vasca. Per questo intervento è necessario avere il test a reagente per il Cl (cloro).  

 

 E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo About Ph e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili e del proprietario.

Si ringrazia DanPao,Marco Ferrara e marte82 per la collaborazione.

Scheda revisionata da Mario Mandici

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About Ph

About Ph vuole essere una guida semplice e intuitiva per capire uno dei parametri maggiormente misurati in acquariologia che è il pH. Per citare alcuni esempi misuriamo il pH per creare un valore che sia vicino a quello delle acque di provenienza dei pesci, lo misuriamo per sfruttare al meglio la fertilizzazione del ferro chelato oppure per calcolare la quantità di CO2 che utilizziamo in acquario per ottenere una buona fertilizzazione.

[pullquote-right]Se volete saperne di più sul pH seguiteci in questo viaggio per rendervi conto di quanto questo parametro sia importante e quante relazioni sono ad esso implicate[/pullquote-right]

ph

Il pH è una funzione logaritmica che ci permette di calcolare attraverso la concentrazione di ioni idrogeno H+ o meglio di ioni ossonio H3O+  il grado di acidità o basicità di una soluzione.

A questo scopo è stata creata una scala convenzionale che va da 1 a 14. pH = 1 è una soluzione estremamente acida, di contro pH = 14 è una soluzione fortemente basica. Il valore pH = 7 indica una soluzione neutra dove le concentrazioni  di ioni ossonio e ioni ossidrile sono identiche sulla base della seguente reazione di dissociazione dell’ acqua:

2H2O<->H3O+ + OH

Questa è una reazione reversibile in quanto può avvenire da sinistra verso destra e viceversa. L’ acqua ha una costante di dissociazione molto bassa ovvero in condizioni normali solo poche molecole di acqua si scinderanno per formare H3O+ e OH. La quantità dei corrispettivi ioni in equilibrio con H2O è talmente bassa da non riuscire a condurre cariche elettriche se applichiamo una differenza di potenziale tra due elettrodi immersi in acqua. Stiamo parlando dell’ acqua distillata la cui conducibilità è 0 mS (micro Siemens).

 

ph scale

 

Misurazioni

Nell’ ambito dell’ acquariofilia i sistemi maggiormente impiegati sono:

  • pHmetro, ovvero uno strumento elettronico che misura la differenza del potenziale elettrico che si viene a creare tra gli ioni ossonio presenti sulla superficie esterna e quelli presenti sulla superficie interna della membrana di vetro dell’ elettrodo. Chi volesse approfondire l’ argomento “pHmetro” , cosa che consiglio di fare, può cliccare sul seguente link.
  • Test a reagente che sfrutta la capacità di un indicatore di cambiare colore in base alla concentrazione di ioni ossonio liberi presenti in soluzione. Il confronto tra il colore della soluzione del test e la scala colorimetrica fornita in dotazione ci darà il valore del pH. Tra gli indicatori maggiormente impiegati il blu di bromotimolo è il più interessante. Solubile in etanolo (alcool etilico) questa sostanza organica debolmente acida assume in soluzione alcoolica  una colorazione giallo/arancio mentre la sua base coniugata è blu. Il viraggio di colore dal giallo/arancio al blu nelle sue diverse tonalità è dovuta alla quantità di formazione  della base coniugata rispetto alla forma acida. Il vantaggio di questo indicatore è che avviene in un intervallo di pH compreso tra 6.0 e 7.6, quindi piuttosto ristretto e con intervalli di 0,2 unità di pH.

 

test Ph