Carrozzina per pesci

Carrozzina per pesci vuole essere un articolo per confermare che anche nel mondo acquatico alcuni progetti sono realizzati per migliorare la vita dei nostri amici pinnuti.

Prima di spiegare di cosa si tratta penso che una premessa sul perchè questa realizzazione e da cosa nasce sia d’obbligo:
– I pesci sono dotati di un organo fondamentale per il loro sostentamento chiamato “Vescica natatoria” che rappresenta una sacca che viene riempita o svuotata di aria per potersi muovere più agevolmente e quindi andare in superfice o scendere sul fondo senza un grosso dispendio di energia.

Purtroppo come tutti gli organi l’insorgere di una malattia in genere una infiammazione creano non pochi problemi in questo caso proprio alla deambulazione e quindi impedendo una normale vita quotidiana e le necessità che vanno dal cibarsi al nascondersi al giocare con altri inquilini e non solo.

Quando questa infiammazione è molto forte e incisiva e sopratutto si protrae per diversi mesi potrebbe risultare incurabile non reagendo a nessun medicinale ,a questo punto si dice che è diventata cronica.

Carrozzina per pesci

L’amore umano spinge a cercare una soluzione per dare un aiuto ed ecco che grazie a delle ricerche effettuate su internet la nostra utente Irene Tommasi decide di cimentarsi nella costruzione di una sedia a rotelle o carrozzina che permetta al pesce di stare in asse e con poco dispendio di energie potersi muovere agevolmente e quindi di cibarsi.

Vedendo il suo pesciolino che ormai stazionava 24 ore su 24 a pancia in su si decide a fare qualcosa e ha pensato ad una Carrozzina per pesci :

Carrozzina per pesci

Su internet si è imbattuta su diversi articoli che spiegano come fare ma dapprima si dovevano recuperare i materiale per la costruzione che ovviamente dovevano avere alcuni requisiti e cioè :

  • Essere morbidi per evitare che il contatto con la cute provocasse ferite
  • Essere duttili in modo da poterli adattare al corpo del pesciolino
  • Essere in grado di collegarli tra loto agevolmente
  • Essere manegevoli per eventuali modifiche di migliorie

a questo punto si è imbattuta nel seguente Kit acquistato su internet ,dove riportava tutto il materiale necessario.

Carrozzina per pesci

Pezzo dopo pezzo ,prova dopo prova si è arrivati a questa realizzazione

Carrozzina per pesci

Il nostro amato pesciolino con la Carrozzina per pesci potrà nuotare in forma eretta e riosservare il mondo dal lato corretto,questo gli permetterà di muoversi più agevolmente con un piccolissimo dispendio di energia ma soprattutto di cibarsi nel modo corretto.

[pullquote-right]Non esagerare con la somministrazione del cibo perchè la vescica natatoria vede impiegare l’intestino in forma attiva e quindi si potrebbe peggiorare le cose , alimentare sempre con parsimonia.[/pullquote-right]

Ovviamente questo progetto dovrà essere, sopratutto ai primi periodi sottoposto a calibrazioni sul peso che gli permetterà di stazionare ad una determinata superfice della colonna d’acqua ,si consiglia di calibrarlo per renderlo stabile pochi cm sotto il livello dell’acqua.

Con un po’ di inventiva si potrà trovare la soluzione giusta per i pesi da adottare e quindi anche la stabilizzazione eretta della struttura.

Ovviamente si sconsiglia di costruire questo sistema a soggetti ai quali è insorta da poco la patologia sopra accennata ma farlo solo nel caso in cui non reagisce neanche minimamente alle cure indicate da specialisti del settore.

Per maggiori dettagli e informazioni sulla vescica natatoria si consiglia di leggere QUI

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dello staff di acquariofili e del proprietario,si ringrazia Irene Tommasi per aver concesso le foto e testimonianza del suo operato.

©www.acquariofili.com

Sewellia lineolata

Sewellia lineolata

due azioni Sewellia lineolata

 

Famiglia = Gastromyzontidae

Nome comune = Sewellia lineolata – “Pesce ventosa” (dall’ordine dei Cypriniformes)

Provenienza = Asia (Vietnam, Laos, Cambogia, Cina – Fiume Mecong)

Dimensioni = max 7cm

Temperatura = 20°/24°C

Valori = PH da 6 a 7,5 – KH da 3 a 5

Aspettative di vita = dai 6 agli 8 anni

 

Brevi cenni storici e descrizione.

Il Sewellia lineolata o conosciuto più comunemente con il nome di “pesce ventosa”, è un pesce proveniente dal Vietnam, molto affascinante e particolare dalla livrea tigrata dai colori giallo e nero.

Viene scoperto intorno al 1840 dal naturalista ed esploratore francese Pierre-Médard Diard, successivamente fu riscoperto intorno agli anni ’90 ed infine commercializzato a partire degli anni 2000.

È un pesce prevalentemente di cattura ma ciò nonostante è possibile trovare degli esemplari provenienti prettamente da allevamenti dedicati, vista la sua facilità di riproduzione.

Nella riscoperta degli anni ’90 il Sewellia lineolata era l’unica specie conosciuta.

Successivamente, grazie alle nuove esplorazioni si scoprirono altre specie ma in poche registrate e tra queste il Sewellia marmorata, il Sewellia elongata e il Sewellia diardi.

Il Sewewllia lineolata è caratterizzato da una morfologia particolare che lo distingue dagli altri pesci, nonché l’aiuta nella vita che conduce tra le acque dei fiumi con forti correnti.

Questa morfologia è basata sulla posizione delle pinne che sono accoppiate tra di loro e orientate in modo orizzontale.

Inoltre gli ultimi due raggi della pinna pelvica contribuiscono alla creazione di una specie di ventosa che permette a questi pesci di attaccarsi alle superfici di massi o legni se presenti.

La testa ed il corpo, pertanto, risultano appiattiti e fanno apparire questo pesce come fosse una sogliola.

 

Provenienza e habitat naturale.

Come già accennato, proviene dall’Asia, tra Vietnam, Laos e Cambogia ,diverse esplorazioni hanno constatato che è diffuso soprattutto dove sono presenti le cascate del fiume Mecong, tra il Laos e la Cambogia.

Il colore di questo pesce è per lo più sempre lo stesso, ma in alcuni casi, come ad esempio in diverse zone di cattura si può verificare un leggero e non importante cambiamento di colore nella livrea.

Vive nelle sorgenti e nelle acque poco profonde caratterizzate da forte corrente e molto ossigenate.

Inoltre il suo habitat naturale è caratterizzato da acque limpide, prive di tannini che permettono alla luce naturale di penetrare bene e sviluppare uno strato algale sui massi presenti in acqua e di cui il Sewellia stesso si nutre.

Non sempre però le acque in cui vive sono limpide e basse, in alcuni periodi dell’anno, nelle stagioni piovose, il fiume in piena trasporta con se legni e fogliame che rendono l’acqua molto torbida e inoltre, essendo in piena, stravolge la profondità dell’acqua che aumenta notevolmente.

 

Allevamento in vasca ed alimentazione.

Il Sewellia lineolata, è un pesce che può essere allevato e riprodotto facilmente purché si mantengano il più possibile le caratteristiche naturali.

È consigliato farlo vivere in una vasca con discreti spazi e, viste le ridotte dimensioni di crescita e l’esigenza di essere allevato in gruppi di almeno 6 esemplari, circa 100lt netti può essere già un buon compromesso.

Fondamentale è, mantenere un forte flusso d’acqua per ossigenarla, la stessa deve essere mantenuta molto limpida, il filtro deve essere con maggiore portata del previsto e se necessario con aggiunta di qualche pompa di movimento per il ricircolo dell’acqua dentro la vasca, in sostanza bisognerebbe simulare il corso di un fiume in acquario, il cosiddetto fiume-acquario.

Sewellia lineolata

 

 

 

 

 

 

È indispensabile anche un coperchio che chiuda tutte le fessure poiché essendo un pesce che si arrampica sui vetri rischierebbe di uscire fuori.

 

 

 

 

 

Riguardo l’allestimento si può ricreare benissimo il letto di un fiume formato da sabbia ghiaia e dei massi non spigolosi.

Dove far formare, grazie ad una forte illuminazione, del biofilm algale di cui si nutre il Sewellia lineolata.

Oltre che del biofilm algale, questo pesce si nutre anche di tante altre alghe tenere.

in particolare si nutre di diatomee, che si formano a causa dei troppi silicati presenti nell’acqua di rete.

Di seguito il link per conoscere queste alghe Conoscere le alghe – Le Diatomee e anche il link per scoprire come debellarle Debellare le alghe – Le Diatomee.

Sia ben chiaro che anche se questo pesce si nutre prevalentemente di diverse alghe (comprese le diatomee), quest’ultimo non è certamente la soluzione ideale per ovviare al “problema alghe” nelle proprie vasche. Per risolvere tale problema bisogna risalire a monte e capire perchè spuntano e debellarle correttamente con il metodo spiegato nelle schede precedentemente linkate.

In natura, nel loro habitat, spesso e volentieri non sono presenti piante, ma nell’allevamento in vasca non è errato inserire qualche pianta “robusta”,

consigliate piante dalle foglie poco tenere come Anubias e Microsorum.

Queste piante sviluppano delle foglie dure dove spesso si formano delle alghette che possono nutrire gli esemplari presenti in vasca.

In mancanza di una scorta di alghe in vasca ci si può affidare a dei pastoni fatti in casa a base di verdure, ortaggi e spirulina.

Di seguito il link utile per la realizzazione del pastone: Pastone vegetale fatto in casa.

Ad ogni modo alimentazione proteica come larve di zanzara, artemia salina e gamberetti liofilizzati o congelati sono graditi ugualmente.

Qualche difficoltà inizialmente si potrebbe riscontrare sul cibo secco in granuli o pellets affondanti ma facilmente risolvibile insistendo con la somministrazione.

È generalmente allevato ad una temperatura che varia dai 20°/24°C .

Può tranquillamente adattarsi a temperature più alte avendo cura che il flusso dell’acqua sia abbastanza movimentato e per una buona ossigenazione.

Per quanto riguarda il PH è importante mantenere il range tra il 6 ed il 7.5 con una durezza media.

 

Dimorfismo sessuale.

Per il dimorfismo sessuale non si hanno particolarissimi dettagli se non quelli della conformazione della testa e del corpo.

La femmina presenta un corpo più ingrossato e la testa ed il muso un tutt’uno con le pinne pettorali.

Il maschio è più magro e le pinne pettorali sporgenti come fosse un angolo retto.

Ggli adulti sessualmente maturi presentano dei tubercoli sui primi raggi della pinna pettorale e dorsale.

 

Comportamento e compatibilità.

Il Sewellia lineolata è un pesce che va tenuto in gruppo con almeno 6 esemplari per diversi motivi e anche per questo necessita di una vasca di almeno 100lt netti.

La presenza di qualche pianta ed il numero degli esemplari serve ad evitare stress e combattimenti tra loro per contendersi il proprio spazio.

Questi combattimenti, anche se anomalo a dirsi, sono particolari ed attraenti in quanto vedono i contendenti alzarsi verticalmente e porsi ventre contro ventre.

Non è un pesce aggressivo con altre specie diverse.

Può tranquillamente convivere con :

  • ciprinidi come i Danio, Rasbora, Tanichthys
  • pesci da fondo che amano le forti correnti quali ad esempio i Glyptothorax
  • pesci della stessa famiglia dei Gastromyzontidae.

Sewellia lineolata

Riproduzione e accrescimento degli avannotti.

Il corteggiamento e la riproduzione del Sewellia lineolata sono due azioni molto suggestive.

Il maschio, molto esibizionista, corteggia la femmina facendo scattanti nuotate per poi posizionarsi in una sorta di parata davanti ad essa.

Non appena la femmina è pronta all’accoppiamento il maschio gli si pone sopra per spingerla in una zona idonea per poi intrecciarsi con le pettorali lungo la colonna d’acqua.

Le uova ed il liquido seminale vengono rilasciati e fatti portare via dalla corrente d’acqua.

Probabilmente questa azione è per salvaguardare la prole dalla predazione degli adulti dato che le uova in questo modo vengono trasportate lontane.

La deposizione delle uova generalmente viene stimolata con un aumento della temperatura intorno ai 26°C.

Dopo un breve periodo, seguito da un abbondante cambio d’acqua a circa 22°C per ritornare alle temperature standard di questa specie.

Come già accennato in precedenza è un pesce non difficile da riprodurre, e per l’accrescimento degli avannotti in vasca bisogna avere alcune accortezze.

Il fondo è importante che sia maturo.

si consiglia ghiaia di fiume con granulometria un pò spessa per permettere l’infiltrazione delle uova fecondate, la schiusa ed il riparo agli avannotti, sfuggendo alla predazione.

L’importanza del fondo maturo sta nel fatto che lo stesso garantisce una certa sicurezza agli avannotti.

Tra i ciottoli si cibano dei microrganismi, dei batteri buoni presenti sul fondo, dei detriti organici formati da scarti di cibo che si depositano tra queste pietre.

Gli avannotti, una volta raggiunta la misura di circa 5mm tra i ciottoli, iniziano a fare capolino in vasca ed in tal caso è bene iniziare una corretta alimentazione,

a questo punto somministrare infusori, naupli d’artemia, anguillole dell’aceto, walterworms, microworms e bananaworms.

Tutto questo cibo vivo menzionato è proteico e adatto al loro sano accrescimento in quanto trattasi di minuscole creature che possono essere da essi facilmente ingeriti.

Inizialmente gli avannotti presentano dei piccoli barbigli sul corpo che scompaiono con la crescita.

Anche le pinne pelviche non sono sviluppate e non sono in grado di aggrapparsi alle pietre come fanno gli adulti.

Fare attenzione quando si effettua la pulizia del filtro in quanto alcuni avannotti potrebbero essere risucchiati a causa della forte corrente in vasca.

A tal punto si consiglia di inserire nella griglia del tubo di aspirazione, magari una rete a maglie finissime quale il velo utilizzato generalmente per contenere i confetti.

 

Si ringrazia Sonia Camilletti per la gentile concessione sull’utilizzo delle proprie immagini presenti in questa scheda.

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini

senza l’autorizzazione dell’autore e dello staff di acquariofili.

 

©www.acquariofili.com

Adattabilità in acquario 90%
Difficoltà di allevamento 30%
Riproduzione in acquario 50%
Pantodon buchholzi

Pantodon buchholzi

Pantodon buchholzi

Ordine: Osteoglossiformes

Famiglia: Pantodontidae

Dimensioni: 15 cm

Nome Comune: Pesce farfalla

Distribuzione: Africa Centrale e Occidentale

Aspetto: Il loro aspetto è molto particolare e singolare infatti presentano un pinnaggio molto inusuale , ventrali molto sviluppare con una conformazione che somiglia a delle ali , caudale non molto sviluppata ma molto forte grazie  alle fasce muscolari molto imponenti , dorsale piccola e chiusa su se stessa .

Pantodon buchholzi

Questo pinnaggio gli rende possibile movimenti fulminei con anche dei salti fuori dall’acqua ,

questo perchè si nutre prevalentemente di insetti che popolano il pelo dell’acqua e quindi una certa agilità e velocità è necessaria.

[pullquote-right]Essendo dotato di una grossa bocca non è consigliata la convivenza con specie piccole.[/pullquote-right]

I colori sono scuri con una livrea che va da  variazioni cromatiche di marrone scuro al nero , raccogliendo le pinne si mimetizza benissimo sul pelo dell’acqua sembrando delle foglie galleggianti che favoriscono la sua attività predatoria o la fuga da predatori.

Molto attivo dopo il tramonto ma sopratutto di notte.

E’ molto infastidito da pesci che nuotano o occupano il suo stesso livello di acqua

da allevare in solitario o se si ha un acquario grande un paio di esemplari che occuperanno i punti opposti della vasca.

I suoi occhi permettono di poter osservare anche verso il basso quindi riesce a tenere sotto controllo anche la zona sottostante

Raramente lo vediamo nuotare nella zona mediobassa della vasca.

Pantodon buchholzi Pantodon buchholzi

Caratteristiche acquario: Non necessita di un allestimento particolare ma gradisce la presenza di galleggianti , luce poco intensa e corrente moderata.

Valori per allevamento:

  • Temperatura: 24-26 °C
  • pH: 6.5 .
  • KH: 3-4
  • GH: 7-9

Numero di esemplari: è una specie che non deve vivere in gruppi numerosi.

Si onsiglia di allevarli in vasche abbastanza larghe con un paio di esemplari.

Meglio fargli condividere la vasca con Pelvicachromis pulcher, Phenacogrammus interruptus, Ctenopoma acutirostre , corydoras

Alimentazione: cibo vivo

Riproduzione: è una specie che non è riprodotta in cattività quindi le specie reperite sono catturate in natura.

Nella foto sotto si può distingure il maschio dalla femmina per via della forma della pinna anale molto differente

Pantodon buchholzi

Note: La loro conformazione buffa e singolare il più delle volte è il motivo della loro scelta e impiego nelle vasche non valutandone attentamente esigenze e caratteristiche per un habitat idoneo al loro allevamento,consiglio di valutare bene gli inquilini che dovrebbero vivere con questa specie .

il video sopra indica una lotta per la territorialità dove l’esemplare più grande cerca di prevalere sull’altro
Il Pantodon buchholzi è diffuso perchè è facilmente reperibile sul mercato a costi non proibitivi.

Adattabilità in acquario 90%
Difficoltà di allevamento 30%
Riproduzione in acquario 10%
Pastone vegetale per pesci

Pastone vegetale per pesci

 

Pastone vegetale per pesci

Con questa breve scheda, nata dall’idea di una mia esperienza personale, si guiderà l’utente alla preparazione di un pastone vegetale per pesci, cioè composto soltanto da verdure e ortaggi, alimenti sani che rappresentano una fonte ricca di fibre e vitamine adatti anche a quella categoria di pesci classificati come carnivori ai quali apportano i loro benefici.
Per saperne di più si invita l’utente a leggere anche questa guida: Verdure e ortaggi in acquario

 

Pastone vegetale per pesci

 

Ingredienti:

• 15 gr di piselli
• 30 gr di broccolo verde (cime e non foglie)
• 35 gr di peperone rosso
• 60 gr di zucchina
• 60 gr di carota
• 20 gr di spinaci
• 10 gr di ciuffetto tenero di finocchio
• 4 gr di aglio o 5 ml di estratto di aglio
• 5 gr di pastiglie di alga spirulina
• 2 fogli di colla di pesce

Se si possiedono, si possono anche aggiungere o sostituire gli ingredienti con del broccolo bianco e della zucca rossa.

 

Strumenti utili per la preparazione:

• bicchiere di vetro
• coltello
• cucchiaio
• mixer ad immersione
• pentolino
• recipiente per frullare
• vassoio per cubetti di ghiaccio

 

Preparazione:

Prendete un pentolino con circa 200 ml d’acqua e mettetelo sul fuoco, e nel frattempo date una sciacquata a verdure e ortaggi e iniziate a tagliuzzarle evitando di lasciare parti dure, come i gambi dei broccoletti e del finocchietto, la parte superiore della zucchina ecc., pelate anche la carota. Appena l’acqua nel pentolino inizia a bollire è il momento di inserire dentro tutte le verdure. Una volta messe a sbollentare lasciatele a fuoco medio per circa 20 minuti. Potrebbe sembrare un controsenso con ciò che si consiglia solitamente nello sbollentare per soli 5 minuti le verdure prima di darle ai pesci, ma in questo caso abbiamo la presenza di alcuni ortaggi come carote e peperoni che richiedono un tempo maggiore di sbollentata.
Nel frattempo che le verdure e gli ortaggi sbollentano, munitevi di mixer ad immersione e di un recipiente dove frullare il tutto. Allo stesso tempo prendete le pastiglie di alga spirulina e frantumatele per ridurle in polvere (si può utilizzare un bicchiere per schiacciarle ruotandolo su di esse, non importa se non vengono ridotte perfettamente in polvere).
Passati i 20 minuti togliete ortaggi e verdure dal pentolino senza buttare l’acqua e riponeteli dentro il recipiente dove andranno frullati. Aggiungete l’alga spirulina frantumata e l’aglio sminuzzato (in mancanza di quest’ultimo anche un estratto di aglio liquido può andar bene) dentro il recipiente.

 

(In mancanza dell’aglio si può usufruire di un estratto di aglio liquido)

 

Passiamo ora alla fase finale, affondate il mixer ad immersione nel recipiente e iniziate a frullare per amalgamare tutto finché non otterrete una pappetta omogenea. A questo punto, con l’acqua utilizzata precedentemente per sbollentare verdure e ortaggi, sciogliamo bene 2 fogli di colla di pesce, che servirà a mantenere compatto per qualche minuto il composto del pastone una volta somministrato in vasca, quindi riversiamo dentro il recipiente con la pappetta e frulliamo ancora una volta. Naturalmente la pappetta non deve diventare liquida, deve appunto rimanere di una consistenza molle, quindi attenzione alla quantità d’acqua con colla di pesce che versate, se ci si rende conto che l’acqua rimasta è troppa, nonostante l’ebollizione precedente, bisognerà buttarne un po’, prima di sciogliere la colla di pesce.
Adesso è giunto il momento di riporre il nostro pastone dentro a dei recipienti.

I recipienti che spesso vengono utilizzati sono i vassoi per cubetti di ghiaccio, precisamente quelli riportati nell’immagine che segue.

(Vassoi per cubetti di ghiaccio)

 

Bene, con un cucchiaio iniziate a prendere il pastone e riponetelo nei vari vani del vassoio. Terminata quest’ultima operazione lasciate riposare e raffreddare per circa 10 minuti e successivamente richiudete e riponete nel freezer.

Pastone vegetale per pesci
(Riempire con un cucchiaio, lasciare riposare circa 10 minuti prima di inserire in freezer)

 

Per la somministrazione si consiglia di dosare con parsimonia in quanto con un’eccessiva quantità, si rischia di inquinare l’acqua, quindi è opportuno tagliare il necessario con un coltello e riporre in freezer il resto, un po’ come si fa per il chironomus e l’artemia salina congelata.

 

Pastone vegetale per pesci
(A sx un cubetto di pastone vegetale, a dx il cubetto diviso nella quantità adeguata per la somministrazione)

 

Purtroppo il risultato del pastone non darà certamente un buonissimo odore per i nostri gusti, soprattutto per la presenza del peperone e dell’aglio che è un antibatterico e antibiotico naturale, ma da quello che ho potuto constatare personalmente, i nostri amici pinnuti gradiranno di sicuro!.

Per ulteriori approfondimenti, invece, sull’utilizzo dell’aglio in acquario, vi indirizzo a quest’altra utile guida:  Aglio in acquario.

N.B.
La quantità di ingredienti da me utilizzati per realizzare questo pastone vegetale per pesci, mi ha permesso di riempire un vassoio per cubetti di ghiaccio. Non sono quantità obbligate, quindi le quantità possono essere spostate tra ortaggi e verdure al di fuori dell’aglio, dell’alga spirulina e della colla di pesce che devono rimanere tali poichè non devono prevalere sul resto degli altri ingredienti.

 

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini senza l’autorizzazione dell’autore e dello staff di acquariofili.

©www.acquariofili.com

Bettiera fai da te

 

BETTIERA FAI DA TE

PREMESSA

In questa guida spiegherò passo dopo passo la realizzazione di una bettiera con il metodo fai da te, quindi come costruirsela da soli in casa magari con del materiale riciclato (nel mio caso il 90% delle cose utilizzate le avevo in casa) o per lo meno con una spesa minima rispetto a quanto costerebbe farsela costruire su ordinazione da un artigiano specializzato. Il materiale impiegato è tutto reperibile presso un qualsiasi Brico o negozio di edilizia, naturalmente vetri a parte.
Tengo a precisare che la tecnica di base della costruzione non è differente da quella di un comune acquario, ciò che cambia è che si impiega più materiale per applicare le divisioni interne che serviranno a creare degli ambienti separati per i betta che verranno ospitati.
Pertanto, decisa la grandezza desiderata della vasca, andiamo a dare uno sguardo alla tabella che indica lo spessore giusto dei vetri che dovranno essere assemblati. Naturalmente se le dimensioni della vasca sono importanti non dimenticate che dovranno essere applicati anche dei tiranti per rafforzare la tenuta dei vetri.

Bettiera fai da te

Attrezzatura e materiale occorrente

Bettiera fai da te

1) METRO (E SE RITENUTO UTILE UN RIGHELLO)
2) PENNARELLO (O UNA MATITA O ENTRAMBI)
3) CUTTER
4) FORBICE
5) SEGHETTO
6) SCOTCH CARTA
7) SILICONE ACETICO CON ANNESSA PISTOLA
8) GUANTI IN LATTICE
9) STROFINACCIO
10) PANNELLO POLIONDA (ALVEOLARE)
11) DORSINI (FERMA FOGLI) IN PLASTICA
12) BOCCHETTONI PRESE D’ARIA DA 60/80mm
13) TUBO IN PVC (NEL MIO CASO DA 16mm)
14) CURVE IN PVC (NEL MIO CASO DA 16mm)
15) SUPPORTI PER TUBO PVC (NEL MIO CASO DA 16mm)
16) COPRISPIGOLI

 

COSTRUZIONE E REALIZZAZIONE

 

Mascheratura ed assemblaggio dei vetri
Dopo aver illustrato ed elencato le attrezzature ed il materiale che serve, passiamo a spiegare dettagliatamente la costruzione di questa bettiera.

Vediamo ora i vari passaggi.

Bettiera fai da te

Due raccomandazioni molto importanti che voglio fare sono: la prima di fare molta attenzione mentre lavorate in quanto si ha a che fare con degli attrezzi taglienti e con del vetro, la seconda quella di svolgere questo lavoro senza avere assolutamente fretta di accelerare i tempi. La pazienza vi porterà ad avere buoni risultati.
Dopo aver procurato i vetri ed averli fatti tagliare su misura da un vetraio, poneteli su un bancone dove avverrà l’assemblaggio, mettendo dei fogli di giornale sotto per non rigarli. Nel mio caso avevo dei pannelli di legno rivestiti di velluto e non mi sono serviti i giornali.
Generalmente per assemblare correttamente e in maniera precisa i vetri, occorrerebbe costruirsi a priori una struttura che formi un angolo di 90°, io invece non l’ho utilizzata in quanto, reduce di un’altra vasca costruita allo stesso modo, ho adottato il vecchio metodo delle taniche piene d’acqua che reggono i vetri e, a dire il vero, ha funzionato nuovamente.
Inizialmente si effettua la mascheratura di tutte e cinque le lastre con dello scotch di carta, lasciando uno spazio a partire dai bordi, in base allo spessore delle lastre, io ho lasciato circa 8mm a lato per ogni vetro.
Successivamente, dopo aver applicato il silicone, fate combaciare i vetri ed assemblateli, facendo attenzione che nessun vetro si pieghi verso l’interno dato che, con l’ausilio delle taniche, verso l’esterno non possono piegarsi. In caso si dovessero piegare, rimettete pian piano il vetro in posizione.
Assemblate tutte le lastre e siliconato per bene gli angoli, togliete delicatamente lo scotch carta della mascheratura e dimenticatevi completamente della vasca per almeno 72 ore.

 

Riempimento e prova tenuta

 

Bettiera fai da te

Passati almeno tre giorni, potete riempire la vasca e fare così la prova di tenuta. Una volta riempita fino all’orlo lasciatela così, almeno per altri cinque giorni. Prima di riempire la vasca potete riporre un cartone di sotto tra la base ed il vetro del fondo. Questo sistema vi aiuterà ad accorgervi prima se la vostra nuova vasca dovesse avere delle perdite.

 

Assemblaggio dei dorsini (o ferma fogli), del pannello e del bocchettone

 

Nel frattempo è passata circa una settimana dall’assemblaggio dei vetri e se il lavoro è stato fatto come si deve, non saranno state riscontrate delle perdite.
Svuotate la vasca e lasciatela asciugare. Dopodiché possiamo procedere con l’assemblaggio dei materiali utili per trasformarla in una bettiera.

 

Bettiera fai da te

A questo punto devo fare una precisazione. Per non andare ad acquistare un nuovo filtro esterno, ho preferito crearmene uno integrato, ritagliandomi uno spazio di circa 10cm per tutta la lunghezza della vasca, sulla parte posteriore, incollando un pannello alveolare al vetro ed un altro più avanti in modo da creare un vano per filtrare l’acqua, ma lo vedremo più avanti. Per chi volesse evitare il vano filtro potrà benissimo incollare i dorsini direttamente sul vetro posteriore, oppure incollare un pannello al vetro posteriore (che rimarrà in futuro come sfondo) ed incollargli i dorsini sopra.
In base alla grandezza della vostra vasca, prendete le misure che volete lasciare per il vano filtro e tagliate due pezzi di alveolare che verranno posizionati rispettivamente uno davanti all’altro. Il primo va applicato al vetro, mentre il secondo va “lavorato” prima di essere inserito in vasca. Intanto, per poter creare il vano filtro, oltre al pannello dovrete incollare ai vetri laterali due dorsini, uno per ogni vetro, l’uno di rimpetto all’altro, alla distanza desiderata dal vetro posteriore. Cercate di essere più precisi possibili altrimenti un eventuale errore, oltre alla perdita di tempo, provocherà rogne come, l’installazione storta del pannello, la rimozione dei dorsini adagiati male e la rimozione del relativo silicone. Nel frattempo iniziate ad effettuare un foro in alto nel secondo pannello, dove andrà posizionato il tubo di mandata proveniente dalla pompa, fate prima delle prove e quando sarete sicuri procedete con il taglio. Successivamente, dalla parte opposta ma in basso, all’altezza di circa 10/15 cm, praticate il foro per il bocchettone per far circolare l’acqua dalla vasca al vano filtro. Prendete naturalmente la misura della parte interna del bocchettone e non quella esterna. L’altezza dal fondo, invece, è data dalla quantità di fondo che si intende inserire. Una volta praticato il foro inserite il bocchettone ed in un secondo momento incollatelo con il silicone. Si procede adesso con l’incollaggio dei dorsini sul pannello, che saranno i supporti per le pareti divisorie dei vani. In base alla quantità di vani da realizzare, dovrete installare i dorsini; nel mio caso ho diviso in 4 parti uguali ed ho usato 3 dorsini, incollandoli alla distanza precisa una dall’altra con il silicone. In realtà questi dorsini vengono applicati per avere la possibilità, un domani, di rimuovere facilmente i pannelli divisori senza lasciar traccia di silicone sui vetri e trasformare la bettiera in una classica vasca.
È consigliabile ed è anche buona norma, lasciare un po’ di spazio nella parte sottostante dei pannelli divisori per far passare il filtraggio dell’acqua anche attraverso il fondo (che sarà libero da intralci), quindi i dorsini non dovranno essere incollati in basso. Nello stesso tempo i pannelli divisori devono appoggiarsi al vetro anteriore, pertanto, al montaggio, ci dovrà essere un’impercettibile compressione dei divisori tra il vetro ed il pannello posteriore, altrimenti la pressione dell’acqua potrebbe spostare i separatori se questi risultassero liberi di muoversi (inoltre, per chi vuole predisporre la bettiera in modo che possa diventare una comune vasca, deve considerare che la parte superiore dei pannelli divisori dovrà passare sotto il tubo della mandata, la così detta spray bar e, con misure a discrezione del costruttore, dovrà essere posizionato ad una distanza adeguata dal bordo vasca in modo da dare lo spazio necessario per l’installazione di un coperchio in plexiglas).
Abbondate con il silicone ma non esagerate, usatene la giusta quantità in modo che le parti incollate non si stacchino appena viene fatta una leggera pressione in più. Per mia esperienza vi assicuro che il primo dorsino che ho incollato su un vetro laterale si è staccato applicando una leggera pressione, ma poi ho rimediato applicando la quantità giusta di silicone.
Comunque adesso lasciamo asciugare tutto per almeno 24 ore.

 

Assemblaggio dei pannelli divisori vani e dei relativi bocchettoni

 

Assicuratevi che il silicone applicato a tutti i dorsini si sia asciugato ed iniziate la prova di montaggio del pannello posteriore. Se tutto procede bene passiamo alla creazione dei vani divisori, altrimenti sistemate ciò che è andato storto.
Misurate a partire dal bordo superiore dei dorsini del pannello posteriore, verso il vetro anteriore e, dal bordo superiore dei dorsini verso il basso (profondità x altezza), fermandovi a circa 5cm di spazio dalla base della vasca (naturalmente sempre in base alla quantità del fondo che andrete a mettere). Bene, prese queste misure, riportatele sul pannello alveolare e create i divisori. Terminato il taglio di cui abbiamo parlato prendete le misure al centro, sul lato superiore di ogni pannello divisore ad una distanza di circa 5cm dal bordo (ricordatevi di prendere le misure della parte interna del bocchettone) e create i fori per inserire i bocchettoni, che permetteranno all’acqua di fluire da un vano all’altro. Fissate anche questi ultimi con del silicone. A questo punto potreste già provare se i divisori sono stati costruiti correttamente, montandoli dentro la vasca.
Nel fare le prove potrebbe capitare di rendersi conto che è necessario lasciare più spazio di sopra, in tal caso potete spostare i pannelli verso il basso e se lo spazio sotto vi sembra poco, smontate i pannelli e accorciateli.

 

E’ vietato copiare anche parzialmente questo articolo e relative immagini

senza l’autorizzazione dell’autore e dello staff di acquariofili.

 

Continua alla pagina successiva