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Diffusore CO2 in vetro al giorno d’oggi per erogare la CO2 può avere anche un costo irrisorio
pertanto questa guida non nasce per risparmiare sul costo dell’oggetto in se stesso, ma per un’eventuale esigenza, come quella che ho avuto io quando, ancora alle prime armi con la CO2 fui costretto ad aspettare un bel po’ di tempo perché i negozi erano sforniti ed eravamo in pieno agosto.

Può, appunto, tornare utile come diffusore d’emergenza semmai dovesse rompersi il nostro in vetro mentre lo si sta ripulendo dalla classica patina algosa durante i week-end (che si forma inevitabilmente dopo un po’ di tempo dentro la vasca) o nel periodo estivo in cui negozi fisici, online e corrieri, sono fermi per le ferie, e non abbiamo neppure una semplice porosa da utilizzare momentaneamente. È un oggetto fai da te di una facilità estrema da realizzare. Vediamo quindi, cosa è necessario reperire in casa e come bisogna costruirlo.

Materiale necessario:
1. Una normale siringa da 5ml (in plastica atossica e apirogena, ed è un presidio medico);
2. Delle forbici ben appuntite, o forbicine;
3. Della comune lana filtrante, lana di perlon o filtrino di sigaretta;
4. Qualche metro di tubo dell’areatore (anche quelli delle flebo vanno bene);
5. Un gancio in plastica munito di ventosa (quelli dei riscaldatori per intenderci)

 

materiali difusore co2

 

Costruzione del diffusore:
Prendiamo una comune siringa da 5ml nuova, eliminiamo l’ago, non necessario per il nostro progetto, e smontiamola in tutte le sue parti. Ne otterremo tre. A questo punto possiamo eliminare anche il pistoncino bianco dove era attaccato lo stantuffo nero, e tenere appunto lo stantuffo ed il corpo trasparente della siringa (vedi foto n°1).

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Prendiamo adesso delle forbici ben appuntite, o delle forbicine, che possono rivelarsi più precise per alcuni lavori, e realizziamo quattro o cinque buchini perforando la parte superiore dello stantuffo, evitando di staccare qualche parte, anche piccola, di gomma dello stesso (vedi foto n°2).

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Perforato lo stantuffo, per permettere alla CO2 di passare, capovolgiamolo e muniamoci di un piccolissimo pezzo di lana filtrante,

anche lana di perlon che usiamo per il filtro del nostro acquario va bene… nel caso più estremo, se siete fumatori, potete usare anche un filtrino nuovo di sigaretta.

Senza esagerare, inserite il materiale filtrante dentro la rientranza dello stantuffo; se vi accorgete che il materiale filtrante è troppo e/o va stretto, diminuitene la quantità, altrimenti la CO2, soprattutto se fatta in casa, farà fatica ad uscire.

Sostanzialmente questo filtro che abbiamo creato dentro lo stantuffo non deve essere né stretto, né largo, deve entrarci del materiale sufficiente per il facile passaggio dell’anidride carbonica che andrete ad impiegare (vedi foto n°3 e n°4).

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Dopo aver inserito questo materiale filtrante dentro lo stantuffo, possiamo dire di aver creato la famosa “porosa” che troviamo nei veri diffusori.

Quindi a questo punto il 75% del lavoro ormai è fatto. Adesso non ci resta che assemblare tutti i rimanenti pezzi:

Prendiamo lo stantuffo, lo inseriamo dentro il corpo trasparente della siringa a filo con il bordo (a mò di tappo) con la lana rivolta verso l’alto e senza spingerlo troppo verso dentro

(nelle foto n°5 e n°7 effettivamente si vede un pò sporgente perché lasciato volutamente in quanto dovevo recuperare il tutto e riutilizzarlo per altro… il mio diffusore, in realtà, è già costruito ed è in acquario e si vedrà nell’ultima foto).

Attaccate il corpo della siringa al gancio in plastica con la ventosa, recuperato magari da un vecchio riscaldatore bruciato (lo si può anche richiedere al negoziante di pesci che di solito ha diversi oggetti  del genere buttati nel cassetto) e, all’estremità (dove andrebbe inserito l’ago), collegate il tubo che porterà la CO2 dal vostro impianto alla vasca (anche il tubo delle flebo può essere usato poiché trattasi di un tubo utilizzato in ambito medico e quindi sicuro).

Una cosa da tenere in considerazione e non sottovalutare è che la siringa fungerà anche da conta bolle. A discrezione del costruttore, se la siringa non la si vuole così lunga, si può anche accorciare a piacimento, ma si vedrà mozza e più antiestetica (vedi foto n°5, n°6 e n°7).

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Effettuati tutti questi passaggi abbiamo ultimato il nostro diffusore di CO2 fai da te indistruttibile e a costo zero o quasi,

adesso non ci resta che inserirlo in vasca e fare la prova funzionale.

L’immagine che segue non è altro che la prova della sua perfetta funzionalità (vedi foto n°8).

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Guida impaginata da Marco Ferrara

Author: Ettore Gerace

Mi chiamo Ettore Gerace, fin da bambino ho sempre desiderato avere un acquario tutto per me, ma forse per il mio carattere un po’ chiuso e riservato, non ho mai osato chiederlo ai miei genitori. Vedevo sempre in giro per le feste dei paesini i classici carassi nelle bocce e nelle vaschette, e cresceva sempre di più questo mio desiderio che non si realizzava mai anche per il fatto che nessuno nella mia famiglia aveva esperienza del genere per incoraggiarmi e spingermi in questo mondo e le fonti per studiare l’acquariofilia erano davvero molto scarse. Ormai da adulto, a maggio del 2015 si presenta un’occasione, delle lastre di vetro nuovissime da buttare… le ho chieste e mi sono state regalate. In quel momento scatta tutto un progetto nella mia mente che immediatamente si realizza con la costruzione della mia prima vasca. Nasce il mio 100 litri (lordi) che verrà successivamente avviato i primi di giugno dello stesso anno, con il classico fritto misto tra carassi, rasbore e caracidi vari accompagnati da un immancabile verde di piante finte, conchiglie finte, arredi vari di resina e fondo in quarzo bianco… In un secondo momento, grazie ad un mio amico, nonché collega di lavoro e compagno di studi in materia di acquariofilia, conosco il gruppo di Acquariofili.com che stravolge positivamente il mio interesse per questo mondo. Dopo aver studiato e preso informazioni utili da persone competenti ed esperti in vari campi, riavvio la mia vasca e, arredata ora da tante piante vere e con tanto di fondo fertile decido di iniziare la mia nuova esperienza allevando dei poecilidi, Guppy ed Endler. Da un po’ di tempo a questa parte mi sono appassionato dei Betta Splendens e per il momento sto allevando, in vasca a parte, un classico esemplare maschio da commercio che mi sta dando belle soddisfazioni. Essendo incuriosito anche da alcuni caracidi e dalla coltivazione di alcune piante acquatiche, non nascondo che ho già altri progetti in mente, che a tempo debito realizzerò… Anche se l’esperienza è ancora poca, ho imparato che in questo hobby, con pazienza, tenacia e determinazione si hanno molte soddisfazioni, “l’importante è non sedare mai la fame di sapere e di scoprire nuove cose”! (cit. Marco Ferrara).