Brachygobius Mekongensis – Il pesce ape

 

Brachygobius Mekongensis
Immagine dal web

 

Il Brachygobius Mekongensis proviene dal sud est asiatico, precisamente dal Laos e vive in tutto il Mekong centrale e inferiore, in parte della Thailandia, del Vietnam e della Cambogia.

Come si nota dall’immagine la pigmentazione della livrea è caratterizzata da strisce nere strette e in alcuni tratti discontinue.

Il suo habitat naturale è ricco di vegetazione ed è ambientato nelle zone paludose dove l’acqua ha pochissimo movimento o è addirittura ferma e con accenni di ambratura dovuta alla presenza di acidi umici rilasciati da foglie e legni che cadono in acqua.

Sebbene non è una delle specie conosciutissime per l’allevamento domestico in quanto di cattura, il Brachygobius Mekongensis potrebbe essere allevato in una vasca dove viene ricreato quanto più possibile il proprio habitat avendo cura di mantenere una colonna d’acqua non molto alta, intorno ai 35/40 cm è sufficiente, con una folta vegetazione, delle radici o dei legni e delle foglie in modo da immettere acidi umici. Questo pesce in natura si ciba di piccoli insetti, ma anche per l’allevamento l’alimentazione non cambia molto, infatti vanno nutriti con il vivo, anche se si abituano al cibo congelato, mentre rifiutano categoricamente il cibo secco.

E’ un pesce che raggiunge massimo i 1,8 cm, è preferibile allevarlo in monospecifico ma può condividere la vasca con alcune specie di pesci diversi e dalle dimensioni simili che conosce nel suo habitat naturale, come le Boraras. La regola di allevarlo in gruppi da 6 esemplari in su è sempre valida, è territoriale ma allevato in gruppo tende a contendere il territorio in maniera meno aggressiva grazie alla presenza di qualche soggetto più dominante. Per via di questo carattere gradisce molti nascondigli in modo che possano fornire riparo ai soggetti non dominanti che potrebbero subire eventuali aggressioni.

 

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Author: Ettore Gerace

Mi chiamo Ettore Gerace, fin da bambino ho sempre desiderato avere un acquario tutto per me, ma forse per il mio carattere un po’ chiuso e riservato, non ho mai osato chiederlo ai miei genitori. Vedevo sempre in giro per le feste dei paesini i classici carassi nelle bocce e nelle vaschette, e cresceva sempre di più questo mio desiderio che non si realizzava mai anche per il fatto che nessuno nella mia famiglia aveva esperienza del genere per incoraggiarmi e spingermi in questo mondo e le fonti per studiare l’acquariofilia erano davvero molto scarse. Ormai da adulto, a maggio del 2015 si presenta un’occasione, delle lastre di vetro nuovissime da buttare… le ho chieste e mi sono state regalate. In quel momento scatta tutto un progetto nella mia mente che immediatamente si realizza con la costruzione della mia prima vasca. Nasce il mio 100 litri (lordi) che verrà successivamente avviato i primi di giugno dello stesso anno, con il classico fritto misto tra carassi, rasbore e caracidi vari accompagnati da un immancabile verde di piante finte, conchiglie finte, arredi vari di resina e fondo in quarzo bianco… In un secondo momento, grazie ad un mio amico, nonché collega di lavoro e compagno di studi in materia di acquariofilia, conosco il gruppo di Acquariofili.com che stravolge positivamente il mio interesse per questo mondo. Dopo aver studiato e preso informazioni utili da persone competenti ed esperti in vari campi, riavvio la mia vasca e, arredata ora da tante piante vere e con tanto di fondo fertile decido di iniziare la mia nuova esperienza allevando dei poecilidi, Guppy ed Endler. Da un po’ di tempo a questa parte mi sono appassionato dei Betta Splendens e per il momento sto allevando, in vasca a parte, un classico esemplare maschio da commercio che mi sta dando belle soddisfazioni. Essendo incuriosito anche da alcuni caracidi e dalla coltivazione di alcune piante acquatiche, non nascondo che ho già altri progetti in mente, che a tempo debito realizzerò… Anche se l’esperienza è ancora poca, ho imparato che in questo hobby, con pazienza, tenacia e determinazione si hanno molte soddisfazioni, “l’importante è non sedare mai la fame di sapere e di scoprire nuove cose”! (cit. Marco Ferrara).