Author: Ettore Gerace

Mi chiamo Ettore Gerace, fin da bambino ho sempre desiderato avere un acquario tutto per me, ma forse per il mio carattere un po’ chiuso e riservato, non ho mai osato chiederlo ai miei genitori. Vedevo sempre in giro per le feste dei paesini i classici carassi nelle bocce e nelle vaschette, e cresceva sempre di più questo mio desiderio che non si realizzava mai anche per il fatto che nessuno nella mia famiglia aveva esperienza del genere per incoraggiarmi e spingermi in questo mondo e le fonti per studiare l’acquariofilia erano davvero molto scarse. Ormai da adulto, a maggio del 2015 si presenta un’occasione, delle lastre di vetro nuovissime da buttare… le ho chieste e mi sono state regalate. In quel momento scatta tutto un progetto nella mia mente che immediatamente si realizza con la costruzione della mia prima vasca. Nasce il mio 100 litri (lordi) che verrà successivamente avviato i primi di giugno dello stesso anno, con il classico fritto misto tra carassi, rasbore e caracidi vari accompagnati da un immancabile verde di piante finte, conchiglie finte, arredi vari di resina e fondo in quarzo bianco… In un secondo momento, grazie ad un mio amico, nonché collega di lavoro e compagno di studi in materia di acquariofilia, conosco il gruppo di Acquariofili.com che stravolge positivamente il mio interesse per questo mondo. Dopo aver studiato e preso informazioni utili da persone competenti ed esperti in vari campi, riavvio la mia vasca e, arredata ora da tante piante vere e con tanto di fondo fertile decido di iniziare la mia nuova esperienza allevando dei poecilidi, Guppy ed Endler. Da un po’ di tempo a questa parte mi sono appassionato dei Betta Splendens e per il momento sto allevando, in vasca a parte, un classico esemplare maschio da commercio che mi sta dando belle soddisfazioni. Essendo incuriosito anche da alcuni caracidi e dalla coltivazione di alcune piante acquatiche, non nascondo che ho già altri progetti in mente, che a tempo debito realizzerò… Anche se l’esperienza è ancora poca, ho imparato che in questo hobby, con pazienza, tenacia e determinazione si hanno molte soddisfazioni, “l’importante è non sedare mai la fame di sapere e di scoprire nuove cose”! (cit. Marco Ferrara).

Brachygobius Xanthomelas – Il pesce ape

 

Brachygobius Xanthomelas – Il pesce ape

 

Brachygobius Xanthomelas - Il pesce ape
Immagine dal web

 

A differenza delle altre specie di Brachygobius, il Brachygobius Xanthomelas – Il pesce ape è un pesce molto noto ed è spesso reperibile nei negozi per essere acquistato ed allevato, pertanto abbiamo qualche notizia in più.

Proviene principalmente dalla Malesia peninsulare dai piccoli corsi d’acqua dolce e dal sud della Thailandia. Oltre che in queste zone, il Brachygobius Xanthomelas – Il pesce ape deriva anche dall’Indonesia ma da zone non del tutto dettagliate. A differenza delle altre specie di Brachygobius, il pesce in questione non è presente in acque salmastre.

Costituito da folta vegetazione e da una quantità non indifferente di acidi umici rilasciati da rami e foglie, il suo habitat naturale è rappresentato, come già detto in precedenza, da piccoli corsi d’acqua dolce, paludi e piccoli stagni formati da profondità ridotte e quindi un limitato volume d’acqua con un letto ricco di torba.

Come anticipato all’inizio della guida, il Brachygobius Xanthomelas – Il pesce ape è una specie più facilmente reperibile nei negozi e per garantire le esigenze che richiede per l’allevamento bisogna seguire determinati standard.

Questa specie deve essere allevata in una vasca dove viene ricreato quanto più possibile il proprio habitat avendo cura di mantenere una colonna d’acqua non molto alta, intorno ai 35/40 cm è sufficiente, con una folta vegetazione, delle radici o dei legni e delle foglie in modo da immettere acidi umici e un movimento dell’acqua molto ridotto. Come tutte le altre specie il range di temperatura va dai 22° ai 28° C, quella consigliata è tra 25° e 26° C.

Anche questo pesce è carnivoro, e per l’allevamento l’alimentazione mantiene le stesse caratteristiche, vanno nutriti con cibo vivo come larve di zanzara, dafnie, artemia salina e altri tipi di piccoli insetti conosciuti nell’ambito dell’acquariofilia, si abituano al cibo congelato ma non amano il cibo secco.

E’ un pesce che raggiunge massimo i 2,0 cm, è preferibile allevarlo in monospecifico. Anche per il Brachygobius Xanthomelas – Il pesce ape è consigliato allevarlo in gruppi da 6 esemplari in su, è territoriale ma allevato in gruppo tende a contendere il territorio in maniera meno aggressiva grazie alla presenza di qualche soggetto più dominante.

Per via di questo carattere gradisce molti nascondigli in modo che possano fornire riparo ai soggetti che potrebbero subire eventuali aggressioni. Riguardo il dimorfismo sessuale è noto che la femmina è visibilmente più robusta del maschio specie nel periodo precedente alla deposizione delle uova.

 

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Brachygobius Mekongensis – Il pesce ape

 

Brachygobius Mekongensis – Il pesce ape

 

Brachygobius Mekongensis
Immagine dal web

 

Il Brachygobius Mekongensis proviene dal sud est asiatico, precisamente dal Laos e vive in tutto il Mekong centrale e inferiore, in parte della Thailandia, del Vietnam e della Cambogia.

Come si nota dall’immagine la pigmentazione della livrea è caratterizzata da strisce nere strette e in alcuni tratti discontinue.

Il suo habitat naturale è ricco di vegetazione ed è ambientato nelle zone paludose dove l’acqua ha pochissimo movimento o è addirittura ferma e con accenni di ambratura dovuta alla presenza di acidi umici rilasciati da foglie e legni che cadono in acqua.

Sebbene non è una delle specie conosciutissime per l’allevamento domestico in quanto di cattura, il Brachygobius Mekongensis potrebbe essere allevato in una vasca dove viene ricreato quanto più possibile il proprio habitat avendo cura di mantenere una colonna d’acqua non molto alta, intorno ai 35/40 cm è sufficiente, con una folta vegetazione, delle radici o dei legni e delle foglie in modo da immettere acidi umici. Questo pesce in natura si ciba di piccoli insetti, ma anche per l’allevamento l’alimentazione non cambia molto, infatti vanno nutriti con il vivo, anche se si abituano al cibo congelato, mentre rifiutano categoricamente il cibo secco.

E’ un pesce che raggiunge massimo i 1,8 cm, è preferibile allevarlo in monospecifico ma può condividere la vasca con alcune specie di pesci diversi e dalle dimensioni simili che conosce nel suo habitat naturale, come le Boraras. La regola di allevarlo in gruppi da 6 esemplari in su è sempre valida, è territoriale ma allevato in gruppo tende a contendere il territorio in maniera meno aggressiva grazie alla presenza di qualche soggetto più dominante. Per via di questo carattere gradisce molti nascondigli in modo che possano fornire riparo ai soggetti non dominanti che potrebbero subire eventuali aggressioni.

 

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Brachygobius Xanthozonus – Il pesce ape

 

Brachygobius Xanthozonus – Il pesce ape

 

Brachygobius Xanthozonus
Immagine dal web

 

Il Brachygobius Xanthozonus – Il pesce ape, proviene dall’Indonesia, precisamente dall’isola di Giava orientale,
ma diverse ricerche affermano che questo pesce potrebbe essere diffuso anche tra l’isola Borneo e l’isola Sumatra.

Poiché trattasi di una specie non conosciuta si pensa che, come tante altri, il pesce Brachygobius Xanthozonus, vive in luoghi come paludi ricche di radici di mangrovie, corsi, sorgenti ecc.,
e xhe possa vivere sia in acqua dolce che in acqua salmastra.

Come già accennato prima non è una specie conosciuta, pertanto non viene allevata, e tutto ciò che si sa è che rispetto agli altri ha un aspetto un pò più allungato e può raggiungere una grandezza tra i 3 e i 4cm.

 

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Brachygobius Sua – Il pesce ape

Brachygobius Sua – Il pesce ape

 

Brachygobius Sua - Il pesce ape
Immagine dal web

Come il Brachygobius Xanthozonus, anche il Brachygobius Sua – Il pesce Ape è una di quelle specie appartenente alla famiglia dei Gobidi non conosciuta, infatti pochissime o quasi nessuna notizia ci giunge su questo pesce, addirittura non è noto neanche il dimorfismo sessuale.

Da alcune ricerche portate avanti, sappiamo per certo che proviene dal fiume Mekong, dalla Thailandia, non supera i 3cm di grandezza ed è un pesce carnivoro che in natura si nutre delle più disparate varietà di cibo vivo come, larve di zanzara, dafnie e diverse varietà di vermetti. Come tutto il resto dei suoi confamiliari, il Brachygobius Sua – Il pesce Ape, è un pesce molto territoriale che vive sia in ruscelli che in piccoli anfratti e non ama assolutamente che venga invaso il proprio territorio.

Nonostante sia una specie di pesce molto poco conosciuto, il Brachygobius Sua, pesce assolutamente di cattura, tempo addietro è stato importato per essere allevato.
È stato constatato che il Brachygobius Sua è stato allevato con successo in vasche con temperature comprese tra i 22° e i 28° C con un Ph che oscilla tra 7 e 7,5. Inoltre è stato fatto convivere con diverse specie di pesci, come ad esempio il Telmatherina ladigesi, o meglio conosciuto come Pesce arcobaleno di Clebes e il famoso “pesce vetro”, la specie più piccola, presumibilmente il Kryptopterus minor o addirittura il Kryptopterus vitreolus che è leggermente più piccolo.
Oltre all’allevamento con le specie pocanzi menzionate, pare che il Brachygobius Sua sia stato allevato con successo anche con alcune specie di Poecilia, precisamente con Guppy e Molly.

L’alimentazione nell’allevamento, non cambia molto rispetto a quella in natura, infatti questo pesce va nutrito con cibo vivo come larve di zanzara, dafnie, artemie ecc., si abituano al cibo congelato mentre non gradiscono il cibo secco. Anche questa specie è preferibile allevarla in gruppi di minimo 6 esemplari.

 

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Diffusore CO2 con siringa e piastrella

Diffusore CO2 con siringa e piastrella

Questa è una semplice guida per creare un diffusore fai da te capace di propagare Co2 con effetti molto simili a diffusori ben conosciuti sul mercato.
Creando questo diffusore per la Co2 e paragonandolo a quelli di marche rinomate ne emerge una soluzione valida ed economica per poter ovviare ad alcuni rimedi.
Vediamo che attrezzatura serve ed il procedimento per poterlo realizzare.

 

Attrezzatura:

  • Un taglierino,
  • Una pinza,
  • Una siringa,
  • Un pezzetto di mattonella,
  • Carta abrasiva o un dremel munito di accessori e della colla ciano acrilato (Super Attack).

 

Procedimento:

Con un taglierino, tagliamo una siringa più o meno a metà e teniamo solo la parte inferiore, quella con il beccuccio per l’ago, per intenderci, al quale, successivamente, congiungeremo il tubo che lo collega alla bombola della Co2. Tramite una pinza spezziamo il pezzo della mattonella fino a modellarla riducendola fino alla grandezza che ci interessa (poco più del diametro della siringa). A questo punto bisogna rimuovere la parte lucida della mattonella e modellarla formando un dischetto. Questo procedimento lo si può fare utilizzando una carta abrasiva o un dremel con appositi accessori adeguati.

Modellata la piastrella a forma di dischetto della grandezza che ci serve (si ricorda poco più del diametro della siringa) ci basterà appoggiare la siringa sul pezzo di ceramica tenendola ferma con una mano e con l’altra andremo ad applicare la colla su tutto il contorno della siringa a contatto con il dischetto.

Un metodo alternativo è quello di modellare il pezzo di piastrella a forma di dischetto e farlo divenire, senza esagerare, poco più piccolo del diametro della siringa e infilarlo dentro come se fosse un  tappo a pressione. Anche in questo caso, una volta incastrato il dischetto di ceramica dentro il pezzo di siringa bisognerà applicare la colla su tutto il contorno della siringa a contatto con il dischetto.

Augurando un “buon fai da te” e sperando di aver fatto cosa gradita con questa guida, di seguito vengono illustrate alcune immagini che documentano il risultato ottenuto per la costruzione di un Diffusore CO2 con siringa e piastrella .

Diffusore con siringa e pistrella Diffusore con siringa e pistrella Diffusore con siringa e pistrella

 

Si ringrazia Simone De Rosa per la cortese collaborazione nella fornitura della descrizione del procedimento e per la gentile concessione sull’utilizzo delle proprie immagini.

 

 

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